Salute

Un po' di persone parlano dei momenti peggiori di educazione sessuale a scuola

"Ci hanno detto che il sesso è come una macchina da corsa, progettata per andare sempre più forte finché non puoi più fermarti."
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT
banana

Il sesso ha indubbiamente una valenza universale. Eppure, la prima volta che veniamo introdotti all’argomento non è sempre delle migliori. In teoria, durante le scuole elementari o le medie dovremmo frequentare delle lezioni di educazione sessuale. In pratica, però, nella maggior parte dei casi questo non avviene, oppure i contenuti risultano annacquati e superficiali.

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Personalmente, ne ho avuto prova nel liceo ultracristiano che frequentavo, dove l’educazione sessuale consisteva nel cercare di convincerti a restare vergine fino al matrimonio. Secondo questa scuola, un solo atto sessuale avrebbe potuto portarti verso una gravidanza indesiderata o una malattia sessualmente trasmissibile. Il messaggio era semplice e diretto: il sesso fa male.

Il più recente sondaggio del 2018 condotto nelle scuole medie australiane ha stabilito che quasi il 79 percento degli studenti utilizza internet come più comune fonte di informazione riguardante il sesso, seguito a ruota dalle amiche di sesso femminile. I programmi scolastici, i consulenti, il personale medico e il corpo insegnante hanno invece ricevuto un punteggio tra il basso e il modesto, in relazione all’attendibilità delle informazioni e alla fiducia provata dagli studenti.

Negli ultimi anni, sono però spuntati diversi show e serie che parlano del sesso in maniera positiva. Nella fattispecie, Sex Education è uno dei migliori e nei suoi episodi esplora tematiche proprie alle comunità LGBTQIA+, così come parla di salute mentale e sessuale e, tanto di cappello, persino di consenso. Paradossalmente, prodotti simili finiscono per fornire un’educazione migliore rispetto a quella garantita dai corsi scolastici.

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Per scavare in questa disfatta educativa, abbiamo parlato con cinque giovani della loro esperienza con l’educazione sessuale a scuola: quello che hanno o meno imparato, e come avrebbe potuto essere migliorato.

Renee, Regista, 22 anni

VICE: Com’è stata la tua esperienza con l’educazione sessuale a scuola?
Renee:
La mia “prima volta” è stata alle elementari e mi ricordo il classico scenario della divisione dei maschi e delle femmine. La cosa principale che ho imparato riguardava il ciclo, che mi è venuto per la prima volta quando avevo circa 11 anni. Erano corsi ridotti all’osso. La maggior parte di quel che so in realtà l’ho imparato parlando con altre ragazze. Poi al liceo mi ricordo di aver imparato molto sull’anatomia maschile durante un’altra lezione, ma poco o niente riguardo quella femminile. In ogni caso, credo che l’idea di dividere i maschi e le femmine sia davvero molto bizzarra.

Forse serve a introdurre da subito una divisione binaria dei generi?
Sì, benché stia provando a non usare un linguaggio esclusivamente binario. Immagino però che sia la classica introduzione agli organi riproduttivi e che vada in questo modo un po’ a chiunque. Eppure mi è difficile accettare che veniamo introdotti a un sistema così rigido nei nostri anni di formazione e apprendimento, nonché durante l’adolescenza. È un sistema che finisce per definire e impostare da subito questo tipo di identità binaria. In ogni caso io mi sento fortunata, perché mia madre è sempre stata molto aperta e disponibile a parlare di sesso. Non si è mai tirata indietro davanti a questo tipo di conversazione.

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In pratica hai imparato più dalla famiglia che a scuola?
Sì, in particolar modo da mia madre e dagli amici. Ma mi sarebbe piaciuto assistere a lezioni migliori a scuola, perché temo che si vengano a creare delle lacune quando si parla semplicemente con le persone delle loro esperienze.

Di cosa avresti voluto parlare a scuola?
Per come è strutturato il programma, di fatto si insegna che lo scopo finale del sesso è quello di procreare. Non si parla di consenso o di piacere. Invece avrei voluto che ai ragazzi del mio liceo venissero insegnate un po’ di cose proprio sul consenso. Di sicuro, per molto tempo ho pensato che il sesso non fosse qualcosa da godersi, ma qualcosa da dover semplicemente fare, ed è davvero una considerazione molto triste.

Persephone, Curatrice artistica, 24 anni

VICE: Alle superiori che tipo di educazione sessuale hai ricevuto?
Persephone:
Insegnamenti e lezioni con molti preconcetti e un atteggiamento condiscendente. Tra l’altro tutto diviso nettamente tra ragazzi e ragazze. Invece di limitarsi a informarci su dei fatti, ci intimidivano.

In che modo?
Non ricordo il contesto, ma in un caso hanno detto una cosa del tipo, “Quando i fluidi dei ragazzi e delle ragazze si mischiano, succede qualcosa.” Per poi aggiungere che il sesso è come una macchina da corsa, progettata per andare sempre più forte finché non puoi più fermarti. Un modo molto bizzarro per descrivere la questione del consenso.

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A memoria, non ci hanno fornito alcun dettaglio sui temi inerenti alla salute sessuale. Eppure, anche se sei una scuola religiosa ci sono cose di cui puoi parlare senza dover tirare fuori la questione dell’astinenza forzata, le gravidanze o la paura delle malattie sessualmente trasmissibili. Credo avrebbero fatto un servizio migliore se avessero semplicemente fornito una piattaforma dove trovare le informazioni utili e avessero detto, “Non ci interessa insegnarvelo, ma se volete qualche informazione in più qui ci sono delle fonti adatte,” invece di far finta di niente.

Visto che non hai avuto un’effettiva educazione sessuale, dove hai imparato quello che sai?
Sono stata fortunata, i miei genitori sono molto aperti e disponibili al dialogo e mi hanno spiegato ogni cosa. Quando ero bambina mi facevano guardare documentari sul corpo umano, che comprendevano la salute sessuale e riproduttiva, l’intimità e tutto il resto. In sostanza, ero ben preparata ancora prima delle scuole superiori. Fondamentalmente poi ho dovuto cavarmela e attraversare l’adolescenza.

Pensi che la scuola abbia la responsabilità di tenere corsi di educazione sessuale?
Credo che la scuola abbiamo almeno la responsabilità di dare alcune informazioni e basi concrete e fattuali e che, se non vogliono insegnare o spiegare determinati aspetti, dovrebbero almeno puntare i giovani nella giusta direzione. Gli adolescenti tendono a essere piuttosto eccitati e faranno sesso in ogni caso, quindi sarebbe solo sensato fare avere loro delle informazioni corrette. Penso poi sia molto importante per un’istituzione scolastica fornire almeno le basi di temi e aspetti quali il consenso, l’intimità, l’igiene e la salute riproduttiva e sessuale

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Subah, professionista nell’industria cinematografica,  26 anni

VICE: Parlami della tua esperienza scolastica riguardante l’educazione sessuale.
Subah:
Ho frequentato una scuola cattolica per sole donne a Canberra. L’educazione sessuale era dunque solo una parte dell’educazione religiosa complessiva e in sostanza era solo un invito all’astinenza. Non si parlava apertamente di sesso, se non attraverso l’ottica religiosa. In pratica, non venivano mai tirati in ballo argomenti quali i preservativi o il consenso.

Mi ricordo che una volta stavamo parlando di religione, relazioni e intimità, e ci hanno dato cinque o sei carte a testa, tipo carte da gioco. Poi ci hanno detto che ognuno di noi rappresentava una cosa diversa. Ad esempio, un Re rappresentava i baci e l’intimità, e una Regina il tenersi per mano. Ci hanno detto di mettere le carte in quella che noi pensavamo potesse essere una normale progressione all’interno di una relazione sana e normale. Alla fine dovevamo mostrare il risultato alla classe e spiegare la risposta.

L’abbiamo fatto più o meno tutti. Poi gli insegnanti ci hanno detto, “Provate a ripensarli secondo un’ottica religiosa o quello che è meglio per voi.” E hanno poi risistemato le carte come di fatto volevano loro. È stato molto imbarazzante. In più, non avevamo modo di fare paragoni ulteriori, visto che eravamo alle medie. E guarda caso ad oggi la mia scuola ha il numero più alto di gravidanze giovanili a Canberra.

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Credi che la mentalità che hanno cercato di instillarti, o la mancanza di un’educazione sessuale, siano correlati a quelle gravidanze?
Sì, assolutamente. Non credo sia una coincidenza che le ragazze la cui unica educazione è stata “sposatevi” abbiano finito per rimanere incinta da giovani. Credo che molto derivi dal fatto che non hanno mai imparato niente di niente riguardo preservativi o altri tipi di protezione. O addirittura della loro stessa fertilità.

Dove hai imparato allora quello che sai?
Attraverso le amicizie, internet o cose tipo Dolly Doctor [una rubrica dedicata alle ragazze adolescenti in un magazine australiano di settore]. Decisamente non a scuola.

Cosa ti sarebbe piaciuto sapere e imparare da quei corsi?
Probabilmente qualcosa che riguardasse i contraccettivi o simili. Sono stata fortunata e ho avuto modo di parlare e imparare molto rispetto a un tema come ad esempio il consenso, ma c’è un limite alle cose che i tuoi amici possono insegnarti. In special modo proprio ciò che riguarda il consenso e ciò che può capitare con l’alcol o le droghe.

Amber, Fotografa, 26 anni

VICE: Che tipo di educazione sessuale hai ricevuto?
Amber:
Nel mio caso eravamo una classe piena di ragazze, con un professore, e ci hanno semplicemente detto che se avessimo fatto sesso saremmo rimaste incinta. Non abbiamo imparato nulla che riguardasse i nostri corpi o la contraccezione, se non che devi prendere la pillola se non vuoi rimanere incinta. E abbiamo guardato a ripetizione sempre lo stesso video.

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Ti ricordi perché è stato un uomo a tenere questa lezione?
Si trattava semplicemente del prof di educazione fisica. Avevamo molti professori uomo. Mi ricordo che ci zittiva se facevamo delle domande. Una ragazza una volta ha chiesto una cosa su un’infezione vaginale e il professore non ha risposto perché era veramente a disagio. In effetti, proprio ogni domanda veniva accolta con disagio e un “magari chiedi ai tuoi genitori.”

E quindi dove hai imparato ciò che ti serviva sapere sul sesso?
Be’, molte persone si sono rivolte al porno, visto che è l’unico esempio che parla direttamente di sesso, benché sia davvero molto poco realistico. Ho l’impressione che molte ragazze abbiano poi pensato che questo era il tipo di approccio e comportamento da tenere, quello che dovevano fare o essere per avere un ragazzo. Del tipo: questo è il sesso.

Ma quando pensi di aver sviluppato una visione più realistica, secondo te?Credo intorno ai 23 anni. Molto tardi.

Cosa vorresti aver imparato prima?
Vorrei aver imparato che è tutto completamente normale, ogni tipo di sessualità. Mia madre non mi ha mai spiegato niente perché pensava che fosse la scuola a insegnarmi tutto. E invece persino alle elementari mi ricordo di aver visto nascere un bambino in una specie di videocassetta anni Ottanta, una cosa parecchio intensa. Mi sono sentita terrorizzata dal sesso molto a lungo, perché in pratica mi è stato detto solo, “rimarrai incinta e avrai un figlio.”

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James, Commerciale, 32 anni

VICE: Che tipo di educazione sessuale hai ricevuto?
James:
A scuola praticamente niente. Se non piccole cose come mettersi il preservativo. O nulla che riguardasse le donne.

Hai vissuto in prima persona lo stereotipo del preservativo sulla banana?Sì, letteralmente, me lo ricordo molto bene. E nulla invece ci è stato detto sulle malattie sessualmente trasmissibili. L’unica volta che ne abbiamo parlato è stato tra amici, per prendere in giro qualcuno che l’aveva. E senza sapere peraltro davvero di cosa stessimo parlando.

Credi che avere un’educazione sessuale avrebbe rimosso lo stigma che circonda le malattie sessualmente trasmissibili?
Penso di sì. A quell’età non pensi a quelle cose. Quando ero giovane prendevo persino in giro le persone omosessuali. Eravamo davvero fuori dal mondo.

Le lezioni di educazione sessuale erano divise tra maschi e femmine?
No, ce n’era una unica, ma non ricordo di aver sentito niente sulle donne, sul consenso o il piacere. Niente di niente. Solo informazioni davvero superficiali che finisci per sapere già di tuo. Un altro problema fondamentale è che credo di aver fatto quella lezione in terza superiore, quando avevo già fatto sesso.

Dove hai imparato quindi quello che sai sul sesso?
Da amici e partner. In più, dai 16 ai 25 anni stavo insieme a una ragazza dalla quale ho imparato tutto quello che so sull’anatomia femminile. Per quanto riguarda quella maschile, direi proprio internet e gli amici.

Vorresti aver frequentato un corso di educazione sessuale adeguato?Certamente. Ma non so come avrei reagito, non andavo molto bene a scuola. Ma di sicuro credo che si tratta di qualcosa che dovrei aver fatto quando ero più giovane. Penso proprio che se si facesse all’inizio delle superiori sarebbe molto meglio, anche perché si è maggiormente disposti ad ascoltare.

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