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Tecnologia

“Lascia la modella per Call of Duty”: perché i giornali stanno sbagliando tutto

Lo Youtuber Doug "Censor" Martin ha pubblicato un video per spiegare la fine della propria relazione ai fan, e la stampa italiana ha deciso di riportare la notizia tra sessismo e stereotipi sui gamer inutili.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Screenshot via: YouTube / FaZe Censor

Il 21 luglio scorso, lo Youtuber e giocatore professionista di Call of Duty Doug “Censor” Martin ha pubblicato un video sul proprio canale per annunciare la fine della relazione con Yanet Garcia — modella e presentatrice televisiva messicana — e spiegare ai fan i motivi della loro scelta.

La notizia in Italia è stata accolta con un coinvolgimento anomalo da parte dei media, specie se si considera che stiamo parlando di eSport. Il dubbio però è presto risolto: con titoli sessisti e vagamente morbosi — "Lascia la fidanzata modella per i videogame: 'Non ho tempo per lei'," scrive il Corriere; "'Devo giocare ai videogame: non ho tempo per lei' e lascia la bellissima modella," riporta Il Mattino; "'Devo allenarmi a Call of Duty': yuotuber [sic.] lascia la fidanzata modella," si legge su Il Giornale — la stampa italiana ha approfittato per incalzare tanto sul luogo comune del gamer ossessivo, quanto sull’idea condivisa tacitamente da molti che avere una fidanzata di bell’aspetto sia il traguardo più alto nella vita per chiunque. Un risultato a cui sarebbe impossibile rinunciare, tanto più se sull'altro piatto della bilancia ci sono i videogiochi.

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Nel video pubblicato da Censor, il giocatore professionista ricorda a più riprese la stima che prova per Garcia e sottolinea quanto una relazione sia un impegno che non sente di potersi più assumere, a fronte del fatto che si trovano entrambi in un momento decisivo per la propria carriera e costretti per questo ad una relazione a distanza. Si tratta di un video piuttosto maturo per un ragazzo di soli 23 anni che, per via della celebrità, si trova a dover rendere conto al pubblico della propria vita privata e della conclusione di quella che — dice lui stesso — ha rappresentato per lui la prima storia importante.

La parte più sessista di queste reazioni — che traspare anche nei commenti al video di Censor, con battute tipo “Sei comunque un grande perché te la sei scopata” — non è in realtà niente di nuovo, anzi: è perfettamente in linea con l’atteggiamento gossipparo che la stampa riserva da sempre a qualsiasi persona famosa.

La descrizione riduttiva della professione di Censor, invece, fa eco a una retorica molto più recente, per cui i videogiochi di per sé sono una sorta di malattia. C’è molto da dire sulla tossicità del mondo dei videogiochi o sullo stress che deve sopportare chi lavora nel settore, ma qui il problema è a monte: sembra essere impossibile, per molte testate italiane, riconoscere gli gli eSport come ambiti lavorativi veri e propri — condizione necessaria per poter parlare concretamente e in modo costruttivo di qualsiasi problematica possa emergere in questo mondo.

In altre parole, se sostituissimo “videogiochi” in questi titoli con “lavoro” non ci sarebbe alcuna notizia da dare: a moltissimi, nella vita, capita di dover prendere una decisione del genere e dover sacrificare una relazione personale per un trasferimento per studi o un’occasione di carriera. Scegliere di concentrarsi sugli allenamenti per vincere un campionato di Call of Duty non è diverso.

Se c’è una critica da fare, in questo senso, riguarda semmai l’intero sistema capitalista e fagocitante del mondo del lavoro, soprattutto per chi, come le coppie famose, deve anche trovare il giusto equilibrio tra la sfera intima e le esigenze del proprio pubblico. Ma capite che è un discorso un attimo più complesso e meno seducente del gridare al “nerd” che si beve il cervello per i videogiochi e molla la fidanzata modella.