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Tecnologia

È arrivato il momento di parlare di Amazon

La polemica attorno al braccialetto elettronico dovrebbe ricordarci che Amazon è enorme e incazzata.
Immagine: Shutterstock

Negli ultimi giorni ha fatto discutere la notizia di un brevetto Amazon scovato da GeekWire: si tratta di un braccialetto elettronico per i lavoratori dei magazzini Amazon e che, secondo il brevetto, sarà in grado di vibrare per aiutare a indirizzare le mani del magazziniere verso il pacco giusto nel labirinto di scaffali dei capannoni. Meno dubbi uguale più efficienza.

Il brevetto del braccialetto, depositato nel 2016, è stato approvato solo recentemente e al momento non risulta in alcun modo che Amazon ne stia effettivamente pianificando la produzione o l’implementazione. Ciononostante, il dibattito a riguardo ha scosso mezzo mondo, passando anche per l’Italia, dove sono diversi i politici che nelle ultime ore si sono espressi a riguardo.

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"È facile declamare sui temi del lavoro, ma la sfida ossessiva per chi governa è di costruire lavoro di qualità e non lavoro con il braccialetto."

Secondo Il Post, nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni avrebbe detto, durante un incontro con i volontari della campagna elettorale del Partito Democratico, che “è facile declamare sui temi del lavoro, ma la sfida ossessiva per chi governa è di costruire lavoro di qualità e non lavoro con il braccialetto.”

La Presidente della Camera Laura Boldrini ha affermato su Twitter che “[il] braccialetto elettronico è modalità degradante e offensiva per dignità lavoratori,” mentre il Presidente del Senato Pietro Grasso ha spiegato che “l'idea di tenere sotto controllo con un braccialetto elettronico lavoratori che a volte non hanno neanche il tempo per andare in bagno ci sembra un film di fantascienza. Un brutto film che in Italia non vogliamo vedere.”

Sebbene la tematica si presti sicuramente a questo tipo di polemica, non è scontato che in queste ore si stia verificando un attrito tutto sommato super partes tra il mondo della politica e Amazon.

Con Amazon che — secondo la banca d’affari Morgan Stanley — potrebbe raggiungere il valore record del triliardo di dollari entro la fine del 2018, Jeff Bezos, fondatore e CEO dell’azienda americana è a tutti gli effetti uno degli uomini più ricchi e potenti sulla faccia della Terra.

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Per quanto il grosso del fatturato di Amazon derivi ancora dal sito principale di compravendita, la diversificazione del business operata da Bezos negli ultimi anni sta trasformando la sua azienda in un vero e proprio impero globale, con ripercussioni su settori che variano dall’intrattenimento ai trasporti — e il rischio che Amazon finisca per rivoluzionare la struttura stessa della nostra economia.

Con l’acquisizione negli anni di oltre 40 aziende sussidiarie — tra cui la piattaforma di streaming Twitch, acquistata per 970 milioni di dollari nel 2014, e la catena di supermercati Whole Foods negli Stati Uniti, la cui fusione è stata siglata lo scorso agosto — il numero di dipendenti Amazon nel mondo ha superato il mezzo milione nel 2017.

Allo stesso tempo, l’istituzione del servizio di fidelizzazione Prime e l’entrata nel settore dei servizi di assistenza intelligente con il lancio di Alexa ed Echo hanno consolidato ulteriormente la presenza dell’azienda di Bezos nella vita quotidiana delle persone.

Inoltre, a fine 2017 alcune città negli Stati Uniti si sono contese ferocemente il privilegio di poter ospitare il secondo quartier generale di Amazon, un bestione da 50.000 posti di lavoro che genererà naturalmente un’infrastruttura attorno a sé.

Ma il modello che Bezos sta imponendo sul mercato non è privo di problematicità, molte delle quali riguardano — come appunto il brevetto dei braccialetti elettronici — i dipendenti stessi dell’azienda. A novembre scorso, i lavoratori della sede di Piacenza hanno proclamato uno sciopero durante il Black Friday per la mancata apertura del colosso della distribuzione a una revisione del ciclo lavorativo estenuante. A dicembre 2016, alcuni lavoratori del centro di raccolta di Dufermline, in Scozia, si erano ridotti a “campeggiare” fuori dalla sede per colpa dei turni troppo intensi e delle paghe non proporzionate ai costi affrontati dai pendolari.

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Benché le problematiche che ruotano attorno al rapporto tra Amazon e il proprio indotto non siano nello specifico nulla di nuovo, la capillarità e il ruolo che oggi Amazon ha nel mercato globale la rendono una potenza transnazionale che ha già dimostrato di avere tutte le carte in regola per mettere in discussione il potere regolatore degli stati sovrani nazionali.

Per questo motivo sminuire il dibattito attualmente in corso in Italia — e nel resto del mondo — definendolo un'esagerazione da campagna elettorale (perché, di fatto, il braccialetto al momento non è altro che è un brevetto) rischia di smorzare l'inerzia di una conversazione fondamentale per il futuro globale che vedrà essere messa sempre più in discussione l'effettiva autorità degli stati nazionali e delle istituzioni continentali.

A differenza del passato, però, le nuove potenze digitali come Amazon oggi hanno tutte le carte in regola per mettere realmente in dubbio lo status quo, ed è cruciale che questo dibattito venga portato avanti nella maniera più rigorosa e attenta possibile, anche e sopratutto discutendo delle implicazioni che un singolo brevetto per un braccialetto elettronico può portare con sé.

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