mangiare in bianco
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Cibo

Perché mangiare in bianco quando stai male non fa bene come pensi

Abbiamo parlato con una dottoressa e un nutrizionista del perché la classica pasta in bianco non è la panacea di tutti i mali.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT

“Il bianco era nel colore sbiadito delle portate soprattutto nella loro essenza: piatta, scialba, poco condita e ovviamente poco godereccia”

Ero abbastanza grande quando ho scoperto che il concetto di colpo d’aria è tutto italiano e che non solo all’estero non esiste un equivalente del nostro colpo d’aria, anzi, che il solo parlarne scatena parecchia ilarità. Ero ancora più grande quando ho scoperto che mangiare in bianco non è una cosa così “salutare” —usando l’aggettivo non come il concetto ampio e sfaccettato che è, ma come qualcosa che fa bene al nostro corpo a prescindere, quasi sempre associata a “dietetico”— come credevo.

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Se siete cresciuti in Italia c’è un’altissima probabilità che abbiate passato buona parte della vostra infanzia a mangiare in bianco, ovvero a mangiare riso o pasta conditi con olio e Parmigiano o con burro e Parmigiano (la grattugiata di formaggio era opzionale). A volte il mangiare in bianco comprendeva una fettina di pollo alla griglia e qualche patata lessa. Il bianco era nel colore piuttosto sbiadito delle portate ma anche e soprattutto nella loro essenza: piatta, scialba, poco condita e ovviamente poco godereccia.

Si mangia in bianco a casa, ma anche a scuola. Leggiamo ad esempio il pasto in bianco delle scuole della Città di Empoli: “Per pasto in bianco si intende un primo piatto di pasta o riso condito con olio extravergine d’oliva, una porzione di secondo piatto come una fettina di carne (pollo, tacchino o bovino), oppure filetto di pesce condito con olio e limone o una porzione di prosciutto crudo, pane, una porzione di verdura lessa, frutta e acqua”. A parte il prosciutto, la cui presenza mi stupisce (perché mai un salume salatissimo dovrebbe essere considerato leggero e digeribile?), il resto mi sembra coerente con i menu in bianco delle mie mense scolastiche.

Mangiare in bianco è utile quando stai male?

“Se avete voglia di un’insalata fresca non c’è nessun motivo di pensare che vi faccia male, a meno che non la immergiate nella maionese”

Ma quand’è che si deve mangiare in bianco? Sempre sul sito leggiamo che “un menù in bianco deve essere dato solo quando vi è necessità, generalmente in caso di disturbi gastro-intestinali, superati i 3 giorni sotto prescrizione del medico curante e possibilmente in un tempo limitato, in quanto legato ad uno stato di malessere del bambino.” È questo il concetto fondamentale di mangiare in bianco: quando si sta male, soprattutto per problemi di natura gastro-intestinale, bisogna seguire un’alimentazione speciale. Così ci insegnano fin da piccoli.

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Ne abbiamo parlato con la pediatra Valentina Paolucci. “Storicamente veniva consigliata la dieta in bianco nell’intento di ridurre i sintomi associati a gastroenterite acuta. Si tratta solo di un retaggio culturale, basato sull’idea che ‘alleggerire’ il processo digestivo in corso di infezione possa aiutare nella guarigione. Però se un bambino o una persona adulta sta male e gli togli i macro-nutrienti non ha i giusti carburanti per riprendersi,” ci spiega. “Andrebbe evitato il mangiare dolce, quello sì, perché gli zuccheri richiamano acqua che aumenta la peristalsi intestinate. E ovviamente le cose troppo pesanti da digerire. Va seguita una dieta sana e leggera e bisogna bere moltissimo, anche quello contrariamente a quanto pensiamo: è importante mantenere un buono stato di idratazione, per andare a contrastare l’importante perdita di liquidi e sali.”

La dottoressa Paolucci mi cita uno studio che ha dimostrato come la rialimentazione precoce abbia “un vantaggio nutrizionale significativo” e nessun effetto avverso. Ovviamente, nei bambini come negli adulti, quando non si sta benissimo —pensiamo all’hangover— a volte manca proprio l’appetito e una patata lessa sembra l’unica opzione praticabile. Ma se avete voglia di un’insalata fresca non c’è nessun motivo di pensare che vi faccia male, a meno che non la immergiate nella maionese, ecco (che comunque a suo modo è bianco-gialla).

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Se ci pensiamo, i piatti in bianco possono essere anche parecchio pesanti. Un riso burro e Parmigiano, se contiene tanto burro e tanto Parmigiano, diventa una bomba di grassi non certo di facile digestione. E sicuramente non una ricetta nutrizionalmente equilibrata. Infatti mangiare in bianco non vuol dire necessariamente mangiare noioso. In gravidanza ho riscoperto il piacere di mangiare pasta in bianco perché spesso nei menu non c’era niente che potessi mangiare: al di là di ogni retorica, se fatta bene, può essere davvero il piatto migliore del mondo.

Mangiare in bianco non è (sempre) mangiare bene

Alcune persone tolgono sempre condimenti e sale dalla propria alimentazione, con il rischio di sviluppare altre patologie, pensando che se si deprivano vanno sul sicuro.

Partendo dai pasti in bianco dell’infanzia, e passando per centinaia di riso olio e Parmigiano mangiati in hangover, il mangiare in bianco viene sempre associato a qualcosa di salutare. Ne ho parlato con il nutrizionista Marco Mereu: “È come se tutto ciò che è gustoso e saporito costituisse sempre e comunque uno ‘sgarro’. Tendiamo a pensare che se qualcosa ci piace non possa farci contemporaneamente bene —e questo finisce per valere anche per coloro che non sono a dieta. Il regime ipocalorico, e l’idea di sacrificio ad esso collegata, diventano la cosa giusta per tutti. È ormai radicata la convinzione che per raggiungere qualcosa di buono si debba soffrire.”

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Ad esempio “alcune persone tolgono sempre condimenti e sale dalla propria alimentazione, con il rischio di sviluppare altre patologie, pensando che se si deprivano vanno sul sicuro. Nel dubbio mangio meno e condisco meno perché meno è meglio è. Ovviamente è un errore: si rinuncia a gusto e sapore, fondamentali per un buon rapporto con il cibo.”

Visto che è estate, Paolucci ci rassicura su un’altra cosa: sì, si può fare il bagno dopo mangiato, non bisogna aspettare due ore. “A meno che in acqua non dobbiamo fare una gara, sì, non c’è nessuna controindicazione.” Buon pro ci faccia.

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