Salute

Cosa sapere quando hai la cistite e non sai più cosa fare per mandarla via

Due esperti ci hanno detto tutte le cose da fare (e da non fare) quando si ha la cistite, dal cranberry all'esame delle urine obbligatorio.
come curare cistite
Foto via Adobe Stock.

La verità è che le pasticche di ribes rosso non servono, che esiste pure un vaccino e che non sempre quello che pensiamo essere cistite nasce dalla presenza di un batterio

Fra il 50 e il 60 percento delle persone con una vulva sperimenta cistiti o infezioni al tratto urinario almeno una volta nella vita, mentre chi ne soffre in maniera ricorrente è il 30 percento del totale. E chi ha un pene, soffre di cistite? Sì, ma molto molto meno, tipo 4 a 1.

Pubblicità

Ai primi sintomi inizia di solito un iter abbastanza comune: farmacia; antibiotico generico; pasticche o integratori a base di ribes. E quando sembra essere sparita, eccola che riappare. Torna dopo un rapporto sessuale. Torna senza rapporti. Torna anche solo dopo una giornata al mare.

Parte del problema è che solitamente non sappiamo niente di cistite: pensiamo sempre che sia batterica e che averla spesso sia solo sfiga. D’altronde viviamo in una società dove ogni cosa che riguarda la vulva è tabù, il 50 percento delle donne—secondo uno studio britannico—non conosce bene le proprie parti intime o solo una su sei sa bene cos’è il pavimento pelvico.

La verità è che le famose pasticche di ribes rosso non servono così tanto, che esiste pure un vaccino e che non sempre quello che pensiamo essere cistite nasce dalla presenza di un batterio.

Ne ho parlato con il dott. Nicola Macchione, urologo e andrologo, e con Rita Anna di Molfetta, ostetrica con oltre 30 anni di esperienza in riabilitazione del pavimento pelvico, che hanno risposto a un po’ delle domande più comuni e provato a sfatare alcuni falsi miti sulla cistite. 

Pubblicità

Falso mito sulla cistite #1: è sempre causata da un batterio 

La cistite è un’infezione della vescica che è causata, nella maggior parte dei casi—ma non in tutti—dall'escherichia coli, batterio che normalmente è presente nell’intestino ma che se arriva nella vescica (di solito perché riesce ad attecchire alla flora batterica vaginale e alle mucose dell’uretra) dà i problemi che ben conosciamo.

Non solo non sempre è questo il batterio che causa la cistite: ci possono essere anche altri batteri, come lo pseudomonas, ma è anche molto diffuso il caso in cui (specie con recidive frequenti) abbiamo i sintomi della cistite ma in realtà non sono presenti batteri patogeni nelle urine (e quindi nella vescica o mucosa vaginale o uretrale). 

In questo caso, invece di essere una cistite potremmo avere una uretrite, ovvero un'infiammazione dell’uretra, che dobbiamo trattare quindi diversamente da una infezione batterica. 

Come spiega Rita Anna di Molfetta, è molto comune che questo sia il caso delle cosiddette cistiti post coito (che sono invece uretriti post coito) e il pavimento pelvico in questa situazione gioca un ruolo fondamentale. 

Per capire cosa c’entra il pavimento pelvico con la cistite, dobbiamo ripassare un attimo di anatomia. I muscoli del pavimento pelvico circondano anche uretra e vagina; nel momento in cui lo stato del pavimento pelvico è alterato e invece di essere flessibile è contratto (ipertonico) succede che l’uretra si trovi come schiacciata tra loro. Questa condizione, come mi spiega di Molfetta, rende difficile l’afflusso sanguigno e il corretto nutrimento dei tessuti della mucosa dell’uretra, che quindi si altera e può infiammarsi.

Pubblicità

Un rapporto penetrativo va ad aumentare questa situazione di costrizione, che genera delle spiacevolissime sensazioni tipo cistite che ci si ripropongono rapporto dopo rapporto proprio perché, se non sappiamo che può essere coinvolto il pavimento pelvico e non andiamo a risolvere l’ipertono, non trattiamo il problema alla radice ridando all’uretra spazio e nutrimento. 

Per intervenire sull’ipertono e riportare la muscolatura al corretto status e flessibilità sarà necessaria una valutazione del pavimento pelvico, fatta da una figura esperta nel campo. Il resto varia a seconda della persona. Senza dubbio bisogna partire dal prendere consapevolezza e controllo dei diversi muscoli che compongono il pavimento pelvico e imparare a rilassarli. Poi, a seconda della causa che ha portato all’ipertono, sarà il medico a valutare il miglior trattamento.

Esiste anche la “vera” cistite post coito: in questo caso, l'urinocoltura restituisce la presenza di escherichia coli o altri batteri, motivo per cui è importante trattare entrambe le persone che hanno avuto il rapporto sessuale. 

Falso mito sulla cistite #2: l’esame delle urine si può saltare 

Ammetto di aver commesso spesso anche io questo errore, pensando di fare prima e di risparmiare anche soldi rivolgendomi subito in farmacia per avere un antibiotico. “È invece il passaggio più importante da fare proprio per capire se abbiamo la cistite (o no) e se ci sono batteri capire anche quali,” mi ha ricordato Nicola Macchione, così da identificare la cura corretta. 

Prendere antibiotici ad ampio spettro potrebbe, infatti, non risolvere il problema e allo stesso tempo andare ad alterare ulteriormente la nostra flora batterica vaginale già in squilibrio (classico esempio: avevo la cistite e mi è venuta la candida). Se poi invece non ci sono batteri e magari la causa è un pavimento pelvico ipertonico, gli antibiotici fanno spendere soldi e non risolvono niente.

Pubblicità

Falso mito sulla cistite #3: basta prendere l’antibiotico che passa

Se non c’entrano i batteri, gli antibiotici sono inutili. Bisogna concentrarsi sulla riabilitazione del pavimento pelvico

Del resto, le linee guida europee di urologia in ambito cistite ormai da diversi anni sconsigliano l’utilizzo in prima battuta degli antibiotici per trattare il problema, specie se da escherichia coli, vista l’alta resistenza che il batterio ha sviluppato verso gli stessi. 

Macchione, per esempio, consiglia il D-Mannosio ad alto dosaggio—scientificamente provato come efficace anche per evitare le recidive—associato a ibisco. Se invece non si tratta di escherichia coli, ci sono altri integratori da utilizzare che hanno lo scopo di acidificare le urine e ricostituire l’equilibrio della mucosa. Di fronte a un batterio molto persistente è il caso di passare agli antibiotici, nello specifico soprattutto quelli che non danno resistenze.

Se poi i batteri non c’entrano, gli antibiotici sono inutili. Bisogna concentrarsi sulla riabilitazione del pavimento pelvico e restaurare il giusto nutrimento della mucosa vaginale o uretrale. 

Falso mito sulla cistite #4: il ribes rosso

Anche qui, Macchione ha sfatato un mito. No, il cranberry non è miracoloso; da diversi anni gli studi in ambito urologico indicano appunto ibisco (karkadè) come alleato contro la cistite, perché ha una forte azione battericida. 

Falso mito sulla cistite #5: se è recidiva, c’è poco da fare

In realtà molto ha a che vedere con la nostra flora batterica vaginale. Ogni persona ha una tipologia di flora, ereditata dalla madre al momento del parto, come mi spiega di Molfetta; ci possono essere flore più resistenti ai batteri e alcune un po’ più deboli. 

Pubblicità

È per questo che, anche prestando tutte le attenzioni possibili e seguendo le cure giuste, tantissime persone con una vulva soffrono di cistite ricorrente. Ed è anche per questo che da anni esiste il vaccino OM-89 (pasticche che si prendono per 90gg) e ce n'è uno nuovo in sperimentazione che copre anche per altri batteri oltre all’escherichia coli. 

Come chiarisce Macchione, il vaccino ha un’efficacia del 90 percento nel prevenire le recidive in caso di cistite da escherichia coli. L’ipertono al pavimento pelvico, inoltre, è la radice del problema non solo nel caso di uretriti post coito, ma può esserlo anche nel caso di cistiti batteriche. Infatti, se abbiamo un ipertono importante che impedisce alla mucosa vaginale di ricevere un corretto nutrimento, sarà molto facile che la flora batterica vaginale si alteri e sia molto più recettiva a germi e batteri—portando allo sviluppo frequente di cistiti.

Esistono delle precauzioni per evitare la cistite

Con di Molfetta e Macchione abbiamo fatto il punto sui principali accorgimenti: in primis, bisogna prestare attenzione quando facciamo il bidet o durante il sesso a non passare mai direttamente dall’ano alla vagina/vulva, né con le dita, né con sex toy né col pene. Nel sesso è inoltre utile avere una buona lubrificazione—anche aiutandosi con un lubrificante naturale senza aromi—, fare pipì se scappa e lavarsi il prima possibile dopo il rapporto.

Dentro al canale vaginale non ci si lava—né solo con acqua, né inserendo dita, e tantomeno con lavande o saponi. La vagina si auto-pulisce, e lavarsi all’interno rischia di alterare l’equilibrio della flora.  

Prediligere intimo di cotone perché traspirante, evitare di tenere il costume bagnato addosso (perché fa proliferare i batteri), utilizzare saponi intimi con pH acido non neutro e senza profumi o fragranze non battericide sono altre buone pratiche. Ideale sarebbe poter fare una valutazione del pavimento pelvico, così da sapere come sta e se ci sono ipertoni (o ipotoni) in vista. 

Ah e ovviamente, una cosa importantissima è non skippare l’esame delle urine. Abbiamo capito che è la chiave per capire come muoversi. 

Segui Virginia su Instagram.