Tecnologia

Perché i papà comunicano esclusivamente con alcune emoji, tipo il pollice alzato?

“Se gli dicessi che sono incinta, mi risponderebbe con un pollice.”
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
Un pap
Collage: Owain Anderson, immagine via Alamy

“Se avessi ancora il vecchio telefono ti farei vedere quante volte mi ha risposto con un pollice. Se gli dicessi che sono incinta, mi manderebbe un pollice,” mi dice la mia amica Beth dopo aver saputo che sto indagando sulla cruciale questione del perché gli uomini di una certa età amino così tanto l’emoji del pollice alzato.

Pubblicità

Chiunque abbia una figura paterna che ha accolto a braccia aperte la rivoluzione tecnologica e possiede uno smartphone, e di conseguenza ha accesso alle emoji, saprà che Beth non sta assolutamente esagerando. Io, per esempio, non vedo l’ora di mandare a mio papà una foto di me in abito da sposa e ricevere in risposta un bel pollicione.

Quando ho chiesto al nonno di Beth perché gli piace usare la emoji del pollice alzato al posto delle parole, ha ipotizzato: “ forse è perché sono un cretinetti pigro.” Pete, 68 anni, impiegato statale in pensione con due figli adulti, a sua volta considera l’emoji un modo per risparmiare tempo. Inoltre, “esprime in una semplice immagine un concetto che sarebbe troppo lungo da scrivere a parole.”

Ma il 39enne Dan (anche lui padre di due figli, ma tutt’altro che in pensione) non è d’accordo. Lui trova che andare a cercare e spedire l’immagine del pollice richieda più tempo rispetto a scrivere un semplice “ok” o “certo”, ma lo preferisce perché lo trova più simpatico, non più comodo.

“Quando mandi soltanto l’emoji, su WhatsApp appare più grande, che secondo me la rende più ridicola e gli dà un leggero tono sarcastico,” ha spiegato. “Mio padre la usa molto e, nonostante lui lo faccia in maniera sincera, mi fa comunque ridere.” Trovandosi all’estremità più giovane dello spettro dei papà, l’utilizzo ironico che ne fa Dan si basa proprio sullo stesso luogo comune del papà che manda l’emoji del pollice come risposta.

Pubblicità

Le emoji, compresa quella del pollice alzato, sono parte della comunicazione digitale fin dagli anni Novanta, quando si usavano nelle chat room. Con il tempo si sono fatte strada anche nei servizi di messaggistica online e via cellulare. Vista la costante evoluzione del linguaggio, l’adozione delle emoji in sostituzione di certe parole ha perfettamente senso. Forse stiamo sottostimando la capacità dell’uomo di mezza età di restare al passo con i tempi.

“Le emoji sono diventate un modo rapido e semplice per comunicare, specialmente per chi ha difficoltà a sostenere conversazioni,” ha commentato via email Zoe Mallett, coach e consulente culturale con un master in psicologia.

Ma, prosegue Mallet, all’emoji del pollice alzato in particolare si associa una negatività contestuale. È semplice, certo, ma agli occhi di una persona giovane assume una sfumatura di indifferenza e sarcasmo. Quando siamo abituati a rispondere agli amici con l’emoji di un teschio a significare che quello che hanno scritto ci ha fatto ridere così tanto che ora siamo letteralmente morti, il pollice risulta… strano. “Il pollice alzato può mandare un messaggio passivo-aggressivo o dare l’idea che la conversazione non venga trattata con rispetto, specialmente se ha un argomento serio e fino a quel momento si è svolta a parole.”

Questa interpretazione che attribuisce un significato blasé all’emoji, tuttavia, è basata su sfaccettature che derivano da anni di frequentazione della cultura internettiana e probabilmente non si applica a un 50enne che risponde a un meme strambo mandato da un figlio nella chat di famiglia. Mallet fa notare che le tecniche comunicative degli uomini di mezza età sono spesso molto diverse rispetto a chi è cresciuto con internet, per esempio, quindi è ampiamente plausibile che non colgano il contesto bizzarro, stratificato e potenzialmente sardonico dietro una mano di pixel con il pollice alzato.

Ciò detto, per i figli dei genitori che usano questa emoji, ricevere un pollice alzato è di rado visto come un segno negativo. “Sinceramente lo trovo molto divertente perché rientra nello stereotipo del papà. Purtroppo non esiste l’emoji del tipico borbottio che usano al posto di parole di incoraggiamento o dubbio,” scherza Mollie, 28 anni, parlando dell’uso dell’emoji da parte di suo padre 64enne. “Mi piace. A volte continuo a fare domande dopo il primo pollice per vedere quanti faccio in tempo a riceverne prima che si stufi. Mi sembra di sentirlo sospirare dallo schermo.”

Will—43enne con una figlia di 6 anni—non vede l’ora che arrivi il giorno in cui potrà mandarle “un sacco di gif di animali, barzellette e, ovviamente, emoji del pollice alzato.” Per questa generazione, il 👍 è diventato emblema di uno dei significati profondi dell’essere padre: un cretinetti che ti mette in imbarazzo, ma che ti vuole tanto bene.