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Qualcuno chiami il Moige

Nel corso degli anni il Movimento Italiano Genitori è intervenuto per spostare/censurare/uccidere con una pallottola d’argento una vasta gamma di programmi. Abbiamo parlato col temibile Osservatorio Media per sapere qualcosa di più sull'attività dell...

Lo spot con Rocco Siffredi bloccato dal Moige nel 2006.

Il Moige è una associazione di promozione sociale attiva dalla fine degli anni Novanta. Si occupa della salvaguardia dei minori proteggendoli da “pedofilia, bullismo e spettacoli televisivi violenti,” ma non di proteggerli da ragionamenti fallaci che mettono a paragone uno spettacolo televisivo con un abuso sessuale o un atto di violenza reale.

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Insomma l’assunto principale sembra quasi che lo sviluppo psicofisico di un infante possa essere danneggiato nello stesso, concreto modo sia da un evento realmente traumatico che da uno show arbitrariamente indicato come “poco appropriato”, che è un po’ come dire che la situazione occupazionale in Italia è minacciata dalla crisi finanziaria, dall’immobilismo statale e da Flavia Vento.

L’associazione collabora con Polizia di Stato e Ministero dell’Istruzione, ha all'attivo campagne per la sicurezza online e di recente ha rivolto a Napolitano una petizione contro la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Ma soprattutto gestisce un Osservatorio Media che ha sostanzialmente il compito di monitorare la programmazione televisiva durante la fascia protetta. Fra le scintillanti vittorie del Moige ci sono: lo spot di Rocco Siffredi e la patatina censurato, la sospensione e infine lo slittamento della programmazione di Eyes Wide Shut e il relegamento alle tre di notte di Griffin e South Park. Nel corso degli anni l'associazione è intervenuta per spostare/censurare/uccidere con una pallottola d’argento qualsiasi cosa rischiasse spesso per sbaglio di attirare per un momento l’attenzione degli spettatori, diventando uno degli argomenti di discussione preferiti dei forum sugli anime; in tutto ciò, si proclama apartitica e aconfessionale.

Nonostante spesso le posizioni espresse e gli interventi richiesti siano parecchio forti, il Moige ha quasi sempre trovato pronta risposta da parte dei network. Per capire come un’associazione con meno iscritti della pagina Facebook di una band indie folk bresciana abbia il potere di interagire con alti livelli delle istituzioni e intervenire sula programmazione televisiva nazionale abbiamo chiamato la dottoressa Elisabetta Scala, che presiede l’Osservatorio Media.

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L'homepage del Moige.

VICE: Qual è il compito principale dell’Osservatorio Media del Moige?
Elisabetta Scala: È un punto di incontro e d’informazione alle famiglie sul mondo della televisione. Allo stesso tempo raccoglie dalle famiglie segnalazioni, proteste, proposte. Ogni anno pubblica anche un saggio chiamato “Un Anno di Zapping” in cui segnala le migliori trasmissioni televisive. C’è un evento alla Camera, durante il quale vengono premiate.

Riceverete un sacco di segnalazioni. Come fate a scegliere quelle che perseguirete?
Noi leggiamo tutte le segnalazioni. Verifichiamo tutto. Abbiamo degli esperti che si occupano di selezionarle e portarle all’attenzione degli organi competenti. Decidiamo in base alla gravità. Procediamo con segnalazione all’Istituto Tutela Minori o all’Autorità Garante delle Comunicazioni. Abbiamo in qualche caso un dialogo diretto con i responsabili delle reti o dei programmi specifici. Se si tratta di casi eclatanti interveniamo anche con comunicati stampa e facciamo sì che tutte le istituzioni intervengano.

Come vi ponete quando queste “segnalazioni” riguardano opere di riconosciuto valore artistico? Non so, penso alla programmazione di Eyes Wide Shut (Stanley Kubrick). A più riprese il Moige è intervenuto per la sospensione e poi lo slittamento della programmazione in tarda notte.
Noi facciamo sempre riferimento alla legge. Non abbiamo mai chiesto qualcosa che non fosse previsto dalla legge. Se l’opera ha contenuto artistico ma comunque non ha contenuti adatti ad un pubblico di minori di 14 e 18 anni, secondo il Codice Media e Minori recepito dalla Legge Gasparri, va trasmessa in seconda serata. Questo garantisce all’adulto la possibilità di vedere il programma, però abbiamo salvato il minore che casualmente vi poteva venire a contatto, come garantisce la legge. A volte le persone sanno che c’è un valore artistico ma non sanno che ci sono scene non adatte ai bambini e poi sono costrette a tirarli via dal televisore.

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Pubblicazione di Moige - Movimento Italiano Genitori.

Questo discorso vale anche per la programmazione in prima serata de La Grande Bellezza di Sorrentino, il primo Oscar italiano dopo lustri? Non dovrebbe essere scontata la programmazione in prima serata di un prodotto simile?
Assolutamente, un caso eclatante. Molti genitori ci hanno inviato segnalazioni, il film non era stato pubblicizzato come contenente scene inadatte. Non ci siamo espressi ufficialmente, ma siamo assolutamente convinti che non sarebbe dovuto andare in prima serata. Dopo le 22.30 si può trasmettere quello che si vuole.

Sì però la fascia “protetta” comprende anche la prima serata, che è la fascia più vista in assoluto. Vietando la trasmissione di alcuni programmi (come avete fatto con I Griffin, American Dad, South Park) non li si condanna a uno spazio per forza di cose ridotto?
Ma ormai gli adulti possono guardare i prodotti nel modo e negli orari che più preferiscono! Ci sono mille modi se uno vuole. Ma soprattutto bisogna sottolineare una cosa, di fronte a due diritti, quello di un adulto e quello di un bambino prevale il diritto del bambino di essere tutelato nella sua crescita sana.

Ok ma appunto per questo non avrebbe più senso educare le famiglie a un uso consapevole della tv piuttosto che imporre a tutti una programmazione basata su degli standard “morali”?
Una strada non può escludere l’altra. Noi facciamo molto lavoro di formazione con le famiglie e nelle scuole, ma non basta. Sottolineiamo sempre di non mettere televisori in camera dei bambini. Però bisogna prendersi le proprie responsabilità. Anche chi fa comunicazione.

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Pubblicazione di Moige - Movimento Italiano Genitori.

Quante famiglie rappresenta il Moige?
Abbiamo un network di affiliati e contatti, anche se non sono soci si rivolgono a noi. Parliamo di circa trentamila genitori. Forse ormai di più.

Non sono un po’ poche per esercitare una pressione così vasta? Cosa succederebbe se ogni comunità o associazione cominciasse a presentare istanze e pretese sulla programmazione nazionale? Faccio un esempio: sospetto che l’Arcigay abbia più iscritti del Moige. Se decidessero anche loro di fare il proprio Osservatorio Media cominciando a intervenire sui programmi?
Guardi il concetto è diverso. Tutto quello che noi facciamo non è ideologico e trova un preciso appoggio nella legge. Se c’è una violazione di legge non è che danno soddisfazione al Moige, semplicemente agiscono di conseguenza. Noi ci limitiamo a segnalare che qualcosa non è andato come doveva.

Il Moige si dichiara apartitico e aconfessionale. Però ci sono stati degli interventi decisamente connotati in senso cattolico. Le proteste contro Will e Grace (una sit com che tratta l’omosessualità) e contro una campagna di Oliviero Toscani, per esempio.
Del primo programma non ricordo alcun intervento. La campagna di Toscani è stata contestata perché molto volgare, non per un motivo etico.

Su Wikipedia si trovano riferimenti alle dispense dei corsi di educazione sessuale disponibili sul vostro vecchio sito, anche questi molto connotati. Si parla di aborto, rapporti pre matrimoniali, masturbazione e teorie riparative dell’omosessualità.
Wikipedia non è certo una buona fonte. La pagina su di noi è faziosa e non ci consentono di modificarla. Noi siamo sempre stati chiari, a noi interessa solo il minore. Non c’è ideologia né posizione politica.

Segui Laura su Twitter: @lautonini