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Tecnologia

La sindaca di Torino vuole combattere lo spaccio con una app

Inoltre, vuole informatizzare le denunce e installare delle telecamera sui taxi per creare una rete di sorveglianza. Un incubo orwelliano, in pratica.

Nel 1965 Johan Galtung teorizzava, all'interno di un suo articolo, il concetto di violenza strutturale, ovvero la pressione violenta esercitata dall'istituzione nei confronti del cittadino attraverso l'utilizzo di fitte stratificazioni burocratiche. Si tratta in un certo senso di un understatement, specialmente in Italia dove la "pubblica amministrazione" è un labirinto spaventoso fatto di carte, firme, uffici e sportelli.

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Col tempo questa pratica si è normalizzata: è diventata una vera e propria cifra caratteristica della governance occidentale moderna, e ha finito per influenzare pesantemente interi aspetti della vita di tutti i giorni; per esempio: la giustizia. Fare una denuncia, intraprendere un iter legale, addirittura chiedere aiuto alle autorità corrisponde a uno sbattimento senza arte né parte, un ulteriore labirinto di verbali, firme, domande mal poste e dichiarazioni accidentali. Spesso e volentieri la giustizia diventa forgia stessa della cittadinanza, che di tanto in tanto deve scegliere se vale la pena o meno tuffarsi in questo abisso burocratico.

A Torino, però, la neo-sindaca del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino sembra voglia fermare questa tendenza: il come è svelato in alcuni passaggi del suo programma di governo per la città, presentato giusto pochi giorni fa.

In particolare, nel capitolo "I percorsi della sicurezza" alla voce riguardante lo spaccio, il programma menziona l'intenzione di sviluppare "un applicativo informatico dove i cittadini possono documentare, anche in forma anonima, l'attività illecita." In breve, nell'eventualità in cui il programma non fosse già sufficientemente chiaro, la sindaca Appendino vuole creare un'applicazione che permetta ai cittadini di segnalare attività illecite (vd. spaccio) in diretta dalla scena del delitto. Foto e possibilità di anonimato totale incluse. E non faccio fatica ad immaginare una deriva ancora più distopica, per cui i documenti ottenuti attraverso gli utenti della app diventano parte di una vera e propria mappa in tempo reale della criminalità della città.

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Idee simili sono già approdate a Roma, dove la app Io Segnalo viene usata per effettuare piccole segnalazioni e 'denunce' alla Polizia Locale, e a Bolzano, dove è stata presentata Shelly, una app di un'azienda privata che mira alla creazione di una rete di sorveglianza predittiva per informare i suoi utenti di potenziali 'zone di pericolo'.

Ma non finisce qui: alla voce, 'identità elettronica', il programma per la città menziona l'intenzione di rendere la firma elettronica e la posta elettronica certificata i due strumenti necessari e sufficienti per effettuare denunce—Niente più gite in questura, insomma. Sebbene in un certo senso l'idea sia ovviamente votata a uno snellimento degli abissi burocratici di cui parlavamo prima, non posso fare a meno di immaginare un abuso dello strumento, visto il drastico abbattimento delle difficoltà di denuncia.

Ancora, alla voce 'taxi', il programma di Appendino parla di un "Posizionamento, compatibilmente con la normativa sulla privacy, sulle autovetture di videocamere sia per la ripresa all'interno del veicolo sia per la ripresa in esterno, collegate ed accessibili dalla centrale operativa della Polizia Municipale ed utilizzabili per monitorare eventuali aggressioni al conducente e per acquisire riperse esterne di eventuali episodi criminosi che si sono verificati in prossimità dell'automobile." Mi viene abbastanza difficile riuscire a mettere per iscritto il tipo di brividi che una proposta del genere mi genera, ma forse un riassunto listato dell'interesse di Motherboard per il tema della sorveglianza potrebbe essere sufficiente.

L'informatizzazione dei sistemi di governance è un bene solamente quando viene operata con coscienza e senza sfruttarla per andare a intaccare in maniera più efficiente ed economica le libertà civili dei cittadini—Per quanto interamente in potenza, però, il programma per la sicurezza di Torino della sindaca Appendino non mi fa ben sperare: è fondamentale ricordarsi che la sorveglianza non ha nulla a che fare con la sicurezza.