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Motherboard

L'ultimo viaggio dell’Italica verso l'Antartide

Siamo stati a bordo della nave Italica, con la spedizione italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide

Il blu è così denso e profondo che pare una guaina di plastica distesa sul globo — La chiglia ci scivola sopra, spandendo onde oleose sulle quali dondolano losanghe di ghiaccio che si incuneano l'una nell'altra, formando una testuggine bianca che si ingigantisce a perdita d'occhio per poi compattarsi lungo costa e impennarsi in un lenzuolo di montagne a strapiombo sul mare.

Questo è l'Antartide per chi ci viene la prima volta e si lascia incantare dal suo mito. Per i veterani dell'esplorazione scientifica quel bianco e quel blu non hanno nulla di fantastico,  sono solo elementi fisici e chimici di un processo da cui dipende l'equilibrio climatico del nostro pianeta.

Basta un viaggio con loro per strappare la remota terra dei ghiacci dall'aura leggendaria in cui l'hanno avvolta i racconti dei pionieri, e in particolare la gara per la conquista del Polo Sud tra Scott e Amundsen, e percepirla come qualcosa di concreto che tocca da vicino tutti noi.

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