Vino Naturale: provo a spiegarmi
Prima un po’ di contesto, cara mamma, perché se oggi ti potrà sembrare che in alcuni ambienti il vino naturale sia addirittura di moda, devi sapere che nasce come una reazione che oserei definire “politica” alla viticultura industriale che a partire dagli anni Sessanta ha impoverito i suoli, avvelenato i campi e trasformato il vino in una bevanda aggiustata per adattarsi alle richieste del mercato.Ci sono varie storie sull’origine del vino naturale. Una delle più citate, raccontata anche da Alice Feiring nel libro Naked wine, ci porta nel Beaujolais, alla fine degli anni Settanta, quando un manipolo di produttori si rese conto che il proprio vino, a forza di rincorrere il gusto del pubblico, era diventato una bevanda dolciastra e sempre uguale a sé stessa. Questi vignaioli (Marcel Lapierre, Max Breton, Jean Foillard, Jean Thévenet) si ispirarono all’esperienza di Jules Chauvet, uno scienziato e produttore che, sempre nel Beaujolais, vinificava senza additivi, ottenendo un vino vivo, vibrante, molto diverso dal gusto standardizzato che ormai si era impadronito della regione. Iniziano anche loro a fare il vino senza additivi, a convertire le vigne al biologico e a ritrovare nel vino il carattere del territorio. La loro esperienza e il passaparola hanno contagiato altri produttori della regione, poi di altre regioni, poi di altri paesi.“Naturale” resta il miglior compromesso che si è trovato fin qui per definire questo genere di vini
Il concetto è: più biodiversità c’è in vigna, più le piante saranno in equilibrio e capaci di proteggersi da sole, meno trattamenti saranno necessari, più il suolo sarà fertile e in salute, più l’uva che raccogli sarà sana e di qualità.
La vendemmia si fa a mano nel momento in cui le uve hanno raggiunto la maturazione perfetta. Fare a meno della meccanizzazione permette infatti di selezionare meglio i grappoli e riduce il rischio di danneggiarli. Nella fase di cantina poi l’uva viene accompagnata nella sua spontanea evoluzione senza intervenire con additivi enologici o trattamenti per correggere l’aspetto, il profumo o il gusto del vino.Purtroppo, per qualche ragione il vino non è considerato un alimento e dunque non c’è l’obbligo di elencare gli ingredienti in etichetta.
Il processo di fermentazione alcolica produce naturalmente piccole quantità di solfiti, senza bisogno di aggiungerli.
Ma quindi come riconosco un vino naturale? Eh, bella domanda, cara mamma. Perché per quanto possiamo metterci d’accordo, resta il fatto che una regolamentazione non c’è. E che quindi chiunque può fregiarsi di questo titolo fino a prova contraria. Certo che se poi le regolamentazioni portano a compromessi al ribasso come quello sul vino biologico, forse meglio non averne.Un modo per orientarsi, benché imperfetto, è consultare le associazioni di vignaioli naturali, che hanno dei disciplinari e (in teoria) vigilano sui propri iscritti attraverso le analisi del vino. Ne cito solo alcune: Vini Veri, VinNatur, Vini di Vignaioli, ViTe, VAN, Renaissance des Appellations francese e italiana, AVN, Vins SAINS. Se il controllo interno è serio, consultarne gli iscritti può essere un criterio per capire chi fa vino naturale. Quasi tutte queste associazioni poi organizzano delle fiere, il che può essere una buona scusa per incontrare i produttori direttamente.Una bottiglia di vino a 4 euro è molto dannosa, perché oltre a rifilarti un vino scadente, nasconde i costi ambientali che si porta dietro
In conclusione, ti verrà da chiederti, questi vini naturali di che sanno? Sanno di vino, ovviamente, ma in un modo così intenso e vario che probabilmente non somiglierà a quello a cui sei abituata. A volte troverai vini arancioni, cioè bianchi che fanno qualche giorno di macerazione sulle bucce e ne estraggono colore e complessità. E troverai anche vini un po’ torbidi o con un po’ di deposito perché spesso i vini naturali non sono filtrati (perché filtrare se tutto quello che c’è nel vino è roba buona? Quasi sempre la filtrazione ha una mera funzione estetica). Anzi, ti dirò che la torbidità e il deposito possono essere un buon indizio che quello che stai per bere è proprio un vino naturale, un vino integrale.I vignaioli naturali in molti casi recuperano e tutelano le varietà locali, con gran guadagno della biodiversità generale e dei nostri palati.