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Tecnologia

Il ministro dell'ecologia francese si è dimesso perché il suo lavoro è impossibile

“È un vero problema di democrazia. Chi ha il potere? Chi governa?”
Immagine: Flickr 

Nella giornata di ieri il ministro dell'ecologia francese Nicolas Hulot si è dimesso dalla sua posizione in diretta radio, affermando che “ho preso la decisione più difficile della mia vita, non voglio più mentire a me stesso, non voglio più illudermi che la mia presenza al governo significhi che siamo all'altezza della sfida, e dunque ho deciso di lasciare il governo."

La decisione, pronunciata ai microfoni della radio pubblica francese France Inter, arriva completamente a sorpresa degli altri ranghi di governo, sebbene lo scontento di Hulot fosse noto. "Da solo non ce la farò, ho un po’ di influenza ma non ho il potere," ha affermato, insistendo sul problema della "presenza delle lobby nella cerchia di potere," pare che il colpo di grazie, infatti, sia stata la presenza non prevista del avvocato Thierry Coste, lobbista della federazione dei cacciatori, che si è palesato ad una riunione all'Eliseo e nei giorni della trattativa per ridurre alla metà il costo per il patentino di caccia.

L'annuncio di Hulot arriva, forse un po' come il suo ruolo, dopo anni pieni di avvenimenti nei fatti disastrosi per le politiche ambientali ma di facciata opposti, come la recente firma dell'apparentemente importante Accordo climatico di Parigi. Per Hulot la vicinanza della politica alle grandi aziende è un problema cruciale ed irrisolvibile, per ora, “È un vero problema di democrazia. Chi ha il potere? Chi governa?” ha dichiarato.

Macron, dalla Danimarca, ha incassato l'annuncio e ha affermato che porterà comunque avanti le politiche imbastite da Hulot.