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Tecnologia

Il reddito di cittadinanza rischia di trasformarsi in sorveglianza su larga scala

I problemi del sito web del reddito di cittadinanza erano solo la punta dell’iceberg. Ora il Garante Privacy ha rilevato altri problemi.
Riccardo Coluccini
Macerata, IT
reddito cittadinanza presentazione di maio conte
Screengrab diretta Facebook presentazione Reddito di Cittadinanza. 

Lo scorso 4 febbraio, Luigi Di Maio ha presentato ai cittadini italiani il sito web per il reddito di cittadinanza (Rdc) e mostrato in diretta la nuova carta prodotta da Poste Italiane per ricevere il reddito. Il sito web ha attirato da subito l’attenzione per una serie di scelte informatiche che regalano i dati degli utenti a Google, ma ora il Garante ha annunciato che la questione è molto più grave di così. La modalità con cui si vengono a creare dei database che raccolgono e gestiscono i dati per erogare il reddito di cittadinanza dei cittadini “non appare idonea a soddisfare i requisiti richiesti dal diritto europeo.”

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Per erogare il reddito di cittadinanza, il Ministero deve raccogliere, concentrare, e monitorare un’ampia gamma di informazioni che, sottolinea il Garante, sono “dati personali riferiti ai richiedenti e ai componenti il nucleo familiare (anche minorenni) ai quali è riconosciuta la massima tutela in ragione della loro attinenza alla sfera più intima della persona o perché suscettibili di esporre l’interessato a discriminazioni.”

Vi rientrano dati “relativi allo stato di salute e alla eventuale sottoposizione a misure restrittive della libertà personale, nonché alle condizioni di disagio, in particolare sotto il profilo economico, familiare o sociale.”

Il Garante sottolinea come queste banche dati siano prive di accorgimenti idonei a garantire “la qualità e l’esattezza dei dati, nonché misure tecniche e organizzative volte a scongiurare i rischi di accessi indebiti, utilizzi fraudolenti dei dati o di violazione dei sistemi informativi, oltre a procedure idonee a garantire agli interessati l’agevole esercizio dei loro diritti.”

Sostanzialmente il Garante sta dicendo che si vengono a creare due database che contengono dati altamente sensibili e che possono fare chiaramente gola a chiunque e che, allo stesso tempo, non sembrano esserci misure – tecniche, amministrative, e di diritto — per evitare che vi siano abusi del database.

Fra le varie informazioni che finiscono in queste piattaforme, secondo l'articolo 5 comma 6, vi sono anche quelle relative alle movimentazioni sulla Carta, "messe a disposizione delle piattaforme digitali per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze in quanto soggetto emittente."

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Questo monitoraggio centralizzato dell’utilizzo della carta si traduce quindi in “una sorveglianza su larga scala, continua e capillare sugli utilizzatori della carta.”

Lo stesso amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano affermava: "Noi poi dovremo rendicontare alla nostra controparte contrattuale, cioè il ministero dell’Economia, i dati sull’utilizzo della carta. Presumo ci chiederanno una reportistica per settore merceologici e per tipologia di esercenti."

Questa “attività di monitoraggio centralizzato e sistematico degli acquisti” effettuati tramite la carta, sottolinea il Garante, “si aggiunge ai controlli puntuali sulle scelte di consumo individuali, condotti dagli operatori dei centri per l’impiego e dei servizi comunali, in assenza di procedure ben definite e di criteri normativamente individuati.”

Questo monitoraggio centralizzato dell’utilizzo della carta si traduce quindi in “una sorveglianza su larga scala, continua e capillare sugli utilizzatori della carta, determinando così un’intrusione sproporzionata e ingiustificata su ogni aspetto della vita privata degli interessati.”

Il Garante sottolinea come il Ministero non abbia chiesto alcun parere riguardo questi nuovi database — facoltà di cui all’art.36, par 4 del Regolamento generale sulla protezione dei dati, che disciplina la consultazione preventiva dell’Autorità — e per questo “non è stato possibile evidenziare nel dettaglio i rischi derivanti dalle diverse attività di trattamento e individuare preventivamente misure idonee a mitigarli.

Il reddito di cittadinanza proposto dal governo presenta quindi rilevanti criticità che, come ribadisce il Garante, potranno essere superate solo con ulteriori provvedimenti attuativi — che purtroppo non sono attualmente previsti — e in sede di conversione.

Ad inizio settimana Motherboard aveva già contattato il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per chiedere chiarimenti riguardo i due nuovi database, il dettaglio dei dati gestiti, le misure di sicurezza adottate, il tipo di dati richiesti a Poste Italiane, e l’eventuale richiesta di parere al Garante per la privacy. Al momento della pubblicazione di questo articolo ancora non abbiamo ricevuto risposte.

Segui Riccardo su Twitter: @ORARiccardo