Questi ricercatori hanno studiato le vite sessuali degli italiani

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Questi ricercatori hanno studiato le vite sessuali degli italiani

Per la Settimana del benessere sessuale, sono state realizzate due ricerche: una sulle fantasie sessuali degli italiani, l'altra sul rapporto tra sesso e tecnologia. Ci siamo fatti spiegare cosa ne emerge: a quanto pare l'italiano è piuttosto noioso.

Di solito, quando si parla di sesso in Italia, le possibilità sono più o meno tre: si mitizza la propria vita sessuale in compagnia—spesso destinati a non essere creduti. Ci si lamenta della propria vita sessuale in compagnia—ritrovandosi nella posizione di essere anche creduti ma quasi mai aiutati. Si parla del problema enorme del nostro Paese con il sesso—facendo riferimento all'assenza di educazione sessuale nelle scuole, all'ingombranza del bagaglio cattolico, al fatto che ai ragazzi non piacciono i preservativi e le ragazze non sanno nulla di sesso.

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Per questo, qualunque cosa cerchi di portare la discussione su un altro livello diventa potenzialmente importante. La Federazione italiana di sessuologia scientifica (FISS), per esempio, da tre anni si occupa del benessere sessuale degli italiani attraverso una settimana dedicata esclusivamente al tema—quella di quest'anno si chiuderà l'8 ottobre.

Come tutti gli anni, a convegni, iniziative e consulenze sono state accompagnate ricerche volte a conoscere meglio la vita sessuale degli italiani: una riguardava le loro fantasie sessuali, l'altra il rapporto tra sesso e tecnologia. Per capire quali sono i risultati a cui sono arrivate queste ricerche, ho parlato con chi se ne è occupato.

Per la ricerca "Indagine sull'immaginario erotico femminile e maschile degli italiani" è stato preso in considerazione un campione di 500 soggetti di età compresa tra i 18 e i 60 anni, metà uomini e metà donne. "Questa ricerca non si è svolta su un campione clinico, nel senso che al contrario di molte ricerche del genere che si svolgono su utenza con problematiche, lo scopo era proprio quello di ottenere un'immagine quanto più rappresentativa della norma," mi spiega il dottor Vieri Boncinelli, responsabile scientifico della FISS e tra gli autori dell'indagine. "Inoltre," prosegue, "l'altra caratterizzazione della ricerca è la forma cartacea—non così comune, e garante di una maggiore affidabilità."

La ricerca, infatti, non si propone semplicemente di creare un quadro aggiornato e reale delle fantasie degli italiani: "Le fantasie sono clinicamente importanti perché a un immaginario ricco e vivo si correla un desiderio sessuale alto, e viceversa," mi spiega Boncinelli. "Inoltre, nelle ultime tecniche di sex therapy usiamo le fantasie più importanti per la coppia per lavorarci sopra e 'addestrarla' ad aumentare il desiderio."

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A questo fine, i partecipanti sono stati sottoposti a un questionario nel quale potevano indicare per 31 fantasie prescelte la frequenza con cui si realizzavano e quanto era forte il desiderio di realizzarle—oltre ad avere la possibilità di aggiungerne di nuove. "Abbiamo scoperto che gli uomini tendono ad avere più fantasie delle donne, ma le donne tendono ad avere più fantasie che non vogliono realizzare—mi riferisco soprattutto a quelle di sottomissione: per quanto le donne indichino il desiderio di essere sopraffatte da uno sconosciuto, non vogliono che questo accada veramente," commenta Boncinelli.

"Per le donne la fantasia erotica più frequente è quella di fare sesso con il partner, seguita da quella di essere baciata appassionatamente, e al terzo posto quella di essere masturbata fino all'orgasmo. Per gli uomini la prima è ricevere del sesso orale dal partner, al secondo posto il rapporto sessuale con il partner, al terzo essere stimolati manualmente dal partner," spiega Boncinelli. Tra le fantasie meno frequenti, invece, per le donne ci sono quella di fare sesso con un compagno più giovane o di un'altra razza; tra gli uomini ha poco successo il sesso in luogo pubblico o il cimentarsi in uno strip erotico.

Al di là delle differenze di sesso, spiega Boncinelli, quelle importanti sono relative all'orientamento sessuale: le persone bisessuali e omosessuali sono più fantasiose rispetto agli eterosessuali. Un'altra scoperta riguarda poi la correlazione tra fantasia e durata della relazione. "Le maggiori fantasie si hanno in una relazione stabile che va dai sei ai 12 mesi, quindi essere in una relazione stabile di breve-media durata è più stimolante rispetto a non essere in una relazione stabile."

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Inoltre, continua Boncinelli, se l'età ha una forte influenza sulle fantasie—e quindi è vero che la fascia tra i 18 e i 39 anni è quella che ha dimostrato di averne di più—intervengono anche fattori meno scontati. "La differenza sostanziale sotto questo punto di vista riguarda la cultura. Persone con una cultura medio-alta hanno più fantasia, fatto che deriva dall'aver letto e osservato più rappresentazioni."

Ma cosa ci dicono, nel loro insieme, questi dati? "Questa ricerca conferma quello che avevamo scoperto qualche tempo fa, ovvero che gli italiani vanno bene a frequenza rispetto a molti altri paesi europei, ma il sesso rimane un tabù," mi dice. La ricerca a cui Boncinelli fa riferimento, mi spiega, riguardava le abitudini sessuali degli italiani, e rivelava che i rapporti orali venivano attuati da meno del 60 percento della popolazione, mentre i rapporti anali solo dal dieci percento. "C'è ancora una forte influenza clericale o anche di cultura tradizionale in Italia. […] Ci aspettavamo sicuramente fantasie più estreme," conclude.

Del resto, la stessa cautela emerge dalla seconda indagine, "Sessualità e Nuove Tecnologie: come cambia la relazione di coppia." Per questo studio, 1100 persone hanno risposto a un questionario online sul ruolo che svolgono le app, ma più generalmente la rete, nella loro vita sessuale.

"Innanzitutto è importante premettere che, essendosi svolta online, si tratta di un'indagine e non di una ricerca scientifica," mi dice Roberta Rossi, presidente della FISS e tra gli autori dello studio. "Con questo intendo dire che i dati sono 'inquinati' dal fatto che i volontari che vi hanno partecipato sono probabilmente più attive a livello tecnologico, fattore che potrebbe averne influenzato gli esiti."

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Il risultato, in ogni caso, è stato tutt'altro che scontato. "Abbiamo ottenuto risultati piuttosto contenuti: solo il 34 percento delle persone intervistate dichiara di aver conosciuto il partner tramite un'app. Se si considera che il numero sale al 45 percento quando parliamo di social network, non sono percentuali altissime." Fra le app più usate emergono Meetic, Tinder e Badoo, che più della metà delle persone interpellate dichiara di usare con il preciso intento di conoscere qualcuno al di fuori della propria cerchia di amici.

Inoltre, a differenza di quanto si tende a pensare, gli incontri virtuali sono seguiti per la maggior parte delle volte da un incontro reale. "Questa rappresenta forse la scoperta più sorprendente dell'indagine, non è vero che le conoscenze virtuali rimangono tali: circa la metà di queste si concretizza fisicamente," mi dice Rossi.

Pienamente prevedibile è invece il fattore generazionale. "C'è una netta differenza tra la popolazione più giovane, abituata a usare app, e quella più adulta, che arranca dietro le nuove tecnologie e mantiene una visione più tradizionalista delle relazioni. Lo stesso vale per il sexting, per cui il fattore dell'età diventa una forte discriminante tra chi lo pratica e chi non lo pratica," spiega Rossi. Tutti d'accordo invece sulle video chat, snobbate dal 77 percento della popolazione.

Per tirare le somme di questa ricerca, conclude Rossi, gli italiani non sono grandi fan delle nuove tecnologie. "La maggior parte delle persone preferisce ancora approcciarsi alle relazioni in termini più tradizionali, che va abbastanza in controsenso con ciò che sentiamo su diffusione e influenza della rete."

In conclusione, a quanto pare l'italiano è mediamente banale nelle fantasie, e ha scoperto che c'è vita oltre Tinder. In compenso, i racconti distopici di generazioni i cui rapporti sono distrutti dalla tecnologia, non importa cosa dicano le ricerche, possiamo star certi che non finiranno mai.

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