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Scientificamente, qual è il modo peggiore di morire?

Consumiamo molte delle nostre energie per cercare di allontanarne il più possibile il pensiero, ma mi dispiace dirvelo: la morte è inevitabile. Tanto vale arrivarci preparati.

Foto via Flickr/Dennis Jarvis.

Consumiamo molte delle nostre energie per cercare di allontanarne il più possibile il pensiero, ma mi dispiace dirvelo: la morte è inevitabile. E nonostante essa si verifichi, intenzionalmente o accidentalmente, fin dai tempi in cui gli umani non erano ancora umani, non c'è un'opinione condivisa nel mondo scientifico su quale sia il modo peggiore di finire la vita, quello che più di tutti dovremmo cercare di evitare.

Chi di voi ha il gusto del macabro probabilmente ha già riflettuto su questa questione. È possibile che il pensiero dell'annegamento vi dia i brividi più di tutti, o forse quello di bruciare vivi. Pensiamo a queste evenienze in modo impersonale, come cose che nella realtà possono accadere solo in particolari e strane circostanze, oppure molto tempo fa, quando i dottori non avevano ancora considerato l'esistenza dei germi.

Ma i modi di morire che infestano i nostri incubi hanno alcune caratteristiche in comune: anche se non c'è un consenso scientifico condiviso, possiamo considerare alcune prospettive differenti, leggere tra le righe e trovare una risposta alla domanda su quale sia “il peggior modo per morire”. La risposta che ho trovato non è esattamente leggera e rassicurante, e credo che non piacerà a nessuno di voi.

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