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Tecnologia

VeryBello è just perfetto

VeryBello è la guida turistica definitiva dell'Italia, non riusciamo a capire perché non vi piaccia.
​Immagine: verybello.it

​Sabato 24 Gennaio è stato un grande giorno per l'Italia. Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha presentato "VeryBello! Tutta la ricchezza dell'offerta culturale italiana da maggio a ottobre 2015," una guida turistica online pensata per i visitatori in arrivo in Italia in occasione di Expo 2015.

Le critiche al progetto sono state tante—e con tante intendo davvero tante: tra sabato e domenica, in meno di 24 ore, VeryBello ha collezionato oltre 10.000 tweet, e non sono tweet di complimenti.

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I paladini del digitale italiano sono accorsi da ogni dove per raccontare il problema dal loro punto di vista, prima incoraggiando il Ministro a non abbattersi e a fare meglio, poi bacchettandolo senza particolare indulgenza. Insomma, le critiche sono talmente tante che raccontare i problemi di VeryBello.it sarebbe semplicemente superfluo; tanto più considerando che queste critiche mancano completamente il punto della questione.

Per quanto bellezze ed eccellenze in numerosi settori siano all'ordine del giorno in Italia, VeryBello preferisce rispettare lo stereotipo e farsene portatore: d'altronde, "l'Italia è uno straordinario luogo comune."

Infatti è proprio in questo suo imbarazzante fare acqua da tutte le parti che riesce ad adempiere perfettamente al suo compito: VeryBello non è un disastro, VeryBello è la perfetta guida turistica per l'Italia del 2015 e ora proveremo a spiegarvi perché.

Partiamo dall'inizio: Expo 2015, turisti che si precipitano a Milano da ogni aeroporto, nodi cittadini stritolati dal traffico e piazze zeppe di visitatori; ristoranti e pizzerie in festa. Sin a partire dal nome, VeryBello è lo specchio dell'export italiano fatto di Fettuccine Alfredo, Little Italy, Spaghetti Bolognese e Pizza Pepperoni. Il Ministero questo lo sa, e ha pensato bene di far sentire il turista a casa sua sin dal nome della sua guida turistica prediletta.

Proseguendo nell'esplorazione della guida online possiamo notare un'altra caratteristica tipica del nostro Paese. VeryBello.it, che ricordo essere una guida turistica pensata per i turisti in arrivo in Italia per l'Expo 2015, è stato lanciato senza una versione inglese del sito. L'errore è talmente candido da risultare surreale; infatti non si tratta di uno strafalcione, ma di una dimostrazione di coerenza. Nell'era dell'austerity e della trasparenza perché far pensare al visitatore che in Italia troverà qualcuno capace di comunicare con lui in inglese?

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Personaggi di spicco a cui sfugge il valore del sito.

Sappiamo tutti quanto sia importante non deludere le aspettative quando si tratta di turismo, quindi perché dimenticarci dell'ospitalità meridionale e della spinta secessionista che pulsa nella stessa Milano, protagonista dell'Expo? Per questo VeryBello.it è stato lanciato presentando una panoramica di un'Italia illuminata dalle luci notturne dalla quale però vengono omesse Sicilia e Calabria, regioni notoriamente superflue quando si parla di turismo.

Il Ministero cammina diversi passi davanti a tutti, ma forse questo avanguardismo è effettivamente un po' troppo, tanto da fargli fare un maldestro dietro front: la homepage del sito è stata corretta nelle ultime ore, ma la mancanza è ancora visibile pressoché ovunque.

Quando si tratta di Beni Culturali e Attrazioni Turistiche è giusto mettere da parte la modestia e risaltare i meriti effettivi. Sanno tutti che gli italiani sono dei campioni a fare due cose: la pizza e le cose fatte con trascuratezza; speravamo forse che il Ministero omettesse questo secondo, fondamentale, punto dell'essere italiano?

VeryBello.it colleziona una serie di autogoal legali e burocratici calcolati al millimetro. La già citata foto di copertina viene inserita senza alcun tipo di riconoscimento all'autore (ma siamo italiani, amichevoli e pieni di voglia di condividere: i diritti d'autore sono roba vecchia); il marchio #VeryBello, lanciato dal Ministero con tanta fierezza, non è registrato da nessuna parte, ovviamente perché siamo nel paese del "stai tranquillo" e non c'è motivo di blindare il marchio di un'iniziativa governativa; la realizzazione del sito è stata affidata a una web agency--di cui parleremo meglio dopo--e tutt'ora un semplice "whois" del dominio riporta come intestatario del sito la web agency, e non il Ministero come il bon-ton richiederebbe.

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Infine, ciliegina sulla torta, il sito è letteralmente illegale, perché per i siti ministeriali l'accessibilità anche da parte di chi soffre, per esempio, di una disabilità visiva è obbligo di legge, e VeryBello questa accessibilità non ce l'ha.

La presentazione del sito, senza audio perché il silenzio è oro.

Siamo solo all'inizio e sono sicuro che il profumo di Italia si senta già: il Ministero ha fatto un lavoro talmente riuscito che non serve nemmeno visitare la guida per percepire l'importanza dei nostri Beni Culturali, basta leggere i problemi tecnici della guida per passeggiare per i padiglioni dell'Expo.

Ma facciamo un passo in più e veniamo ai contenuti proposti da VeryBello. L'Italia è il vecchio paese vetusto ancorato a tradizioni antichissime che fa del digital divide e della gioia del vecchio quasi un baluardo caratteristico, molte sezioni di VeryBello non fanno che ricordare al turista che si trova proprio nel posto che si immaginava--vedi tra tutti il pittoresco "Vino e olio: educazione all'alimentazione e al bere consapevole" nella sezione Bambini. Una breve rassegna delle proposte conferma definitivamente l'Italia come una meta da pensionati. Gioventù, alla larga!

Il Ministero ha fin qui giocato una partita facile con questi errori mirati e proposte da paese per vecchi. L'Italia, quella vera, quella della politica, quella dello stereotipo, quella del debito pubblico e della corruzione si trova ad un livello ben più profondo.

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È un aspetto fondamentale del nostro Paese e della nostra cultura, e non è comunicabile con qualche problema ad un sito internet o qualche evento trascurabile. Il Ministero, per parlare della Vera Italia, dichiara di aver aperto un bando da 35.000 euro interno ai collaboratori della pubblica amministrazione. Il progetto è stato assegnato a Lolaetlabora, un'agenzia che in quanto a digitalizzazione si presenta con una pagina Facebook da 55 mi piace e 3 foto, e che con un motto quale "telling is the new showing" ha pubblicato un unico post in dodici anni di vita professionale, la settimana scorsa.

Un prodotto di Lolaetlabora è The Mixxie, web agency che si è occupata di VeryBello e che pare non essere nemmeno registrata come tale. Per tener fede a Lolaetlabora, dopo tre giorni di piena tempesta mediatica, l'account Twitter di VeryBello staziona stabile a quota 0 tweet.

VeryBello è lo specchio di un'Italia che non sa cosa sia internet, che non sa come approcciarsi a internet, che a digital divide è messa in maniera tragica, che concetti come quello di mobile first nemmeno se li sogna di notte. Per questo il turista dovrà premurarsi di usare VeryBello in hotel, perché non esiste un'app mobile per la guida; ma anche questo è un errore programmato: il Ministero sa che per vivere davvero un'esperienza genuina il visitatore deve chiedere informazioni direttamente per strada ai passanti, e per forza in italiano.

In 6 ore 500.000 accessi a http://t.co/CjBDPOEGxp ! Come speravamo grande pubblicità da ironie, critiche e cattiverie sul web… Verygrazie!

— Dario Franceschini (@dariofrance) 24 Gennaio 2015

Insomma, VeryBello è davvero bello. È perfetto, è una guida turistica che racconta al turista che cos'è l'Italia del 2015: un luogo instabile, presumibilmente corrotto, che funziona male e che è sempre work in progress, a cantiere aperto e in versione beta. Il turista d'altronde vedrà questo: un Expo a cielo aperto con cantieri lasciati a metà e appalti dimenticati in ogni dove, e una classe politica de-responsabilizzata, che piuttosto che ammettere un errore, preferisce credere che "chi disprezza compra."

Ringraziamo ​Nicco​lò Carradori per il suo preziosissimo contributo.