Il ​BEST-iario di Motherboard sugli animali soffici dei mari

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Il ​BEST-iario di Motherboard sugli animali soffici dei mari

Stufi dei cuccioli di canini, gattini e ippopotamini? Ecco una guida alle migliori bestie provenienti dalle profondità dell'oceano.

BEST-iario ha ambizioni da rubrica aperiodica e parla delle bestie che il Signore ha apparecchiato per noi e, precisamente, tratta delle migliori tra queste. Suggerimenti, cuccioli e bombe carta batteriologiche a itmotherboard@vice.com.

BEST-iario si interessa esclusivamente di bestie di difficile fruizione, in controtendenza a una concorrenza pigra ed eteronormata NatGeo, che ritiene ancora accettabile recensire bestie facili e innocue; premiare i cani o gli elefanti invece che le creature aguzze, glutinose o fosforescenti. Proponiamo, dunque, la realizzazione di una directory per la natura queer, rovesciamento non monetizzabile delle collezioni Pokémon in realtà aumentata.

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In questo sforzo pilota, BEST-iario tenterà una selezione di bestie soffici dell'acqua, tutte ascrivibili a un generoso lascito alieno vecchio di strani eoni. Per il casting mi sono lungamente consultato con un caro amico, cultore della materia e integralmente responsabile del mio gusto. Per informarmi a sufficienza, invece, mi sono invece lungamente esercitato sul Kunstformen der Natur di Ernst Haeckel—Lo consiglio.

Le bestie soffici

Il Glaucus atlanticus

Il Glaucus atlanticus—o angelo azzurro—abita indiscriminatamente liste cocktail e dominio epipelagico, vale a dire lo strato più superficiale dell'idrosfera. Vive al limite da milioni di anni e tutto quello che ha ottenuto è questa stupenda maglietta: che dal di sotto sembra il cielo (comprensivo di scia chimica caudale, al massimo sforzo mimetico) e, dal di sopra (ma si veda bene sotto), il mare. Se, nonostante il camuffamento, avete individuato l'angelo azzurro, evitate di toccarne le velenosissime ali—o per meglio dire i cerati, in numero di 24 e tutti zecchini, protuberanze caratteristiche dei nudibranchi, il nefasto e morbidissimo sottordine di cui fa parte.

Immagine per gentile concessione di lostandcold/Flickr

Attraverso un ennesimo détournment, il Glaucus ha deciso di non produrre autonomamente le zootossine con cui va difendendosi: alieno tra gli alieni, si ciba di altre creature pelagiche e immagazzina le loro nematocisti tossiche nelle proprie appendici. Se fremete dalla voglia di interagire con questo frattale a dispetto della sua pericolosità, si consiglia di preservare psiche e fisico simulandolo confortevolmente su Spore.

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Grimpoteuthis Robson

Wikipedia definisce la neotenia come "il fenomeno evolutivo per cui negli individui adulti di una specie permangono le caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili" e fornisce un classico esempio di jailbait Axolotl con gli occhioni (una bestia facile). Beh, purtroppo, mettendo inverni nelle ossa, si da il caso che l'Opisthoteuthis californiana—o polpo Dumbo—diventi una bestia bruttissima e affatto diversa.

Di tutte le bestie qui raccolte, questa dovrebbe essere certamente la più nota. Un po' perché ha conosciuto il successo presso il grande pubblico grazie alla Pixar, un altro po' perché Motherboard ha già offerto ampia copertura, peraltro includendo tutti i dettagli informativi che ne giustificano il nome.

Immagine per gentile concessione di NOAA Ocean Explorer/GrindTV.

Insomma, al netto di una sorte infame e del midstream, questo plush degli Antichi ha pienamente quartiere nell'antologia e infatti eccolo ancora qui (sopra); nella sua variante perlacea.

Aplysia californica

Unico pet accettabile nel luglio 2016. Certamente il favorito.

Vanta un pratico guinzaglio (verde) integrato; a differenza dei canidi ingrati che, dopo milioni di anni di domesticazione, ancora necessitano di un addestramento e/o ti mordono i polpacci. Un altro fatto notevole è che, se infastidite nel suddetto processo di domesticazione, emettono artwork di prestigio, perfettamente congruente al gusto di chi scrive [2].

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Immagine per gentile concessione di Genevieve Anderson/Scientific American.

Già dagli anni sessanta, questo condiscendente mollusco si rende disponibile come animale di laboratorio per le neuroscienze, grazie alle sue alte capacità di apprendimento, a fronte di un risicato numero di neuroni. La collaborazione decennale della specie con il neuropsichiatra statunitense Eric Kandel gli è valsa, nel 2000, il Nobel per la medicina, per i contributi alla ricerca sulle basi fisiologiche della memoria a breve e lungo termine.

Rhizophysid Siphonophore

Esiste un analogo monetizzabile di questa bestia: Tangela. Prima generazione di Pokémon—sottorappresentato e negletto, certo, ma recentemente insignito di megaevoluzione. Nostalgica e altrettanto gordiana, la Rhizophysid Siphonophore vanta un effettivo rizoma a procedere dall'incubo tentacle rape, laddove il Pokémon obbedisce alla sua condizione di proprietà intellettuale Nintendo, si assesta verticale, calzando delle sneaker incipienti (o comunque un progetto di scarpe).

Il fatto è che la Siphonophore non è neanche esattamente una bestia, ma piuttosto una legione. Ogni esemplare è una colonia perfettamente organizzata di numerosi zoidi altamente specializzati; un'epifania collettivista. Alcune varianti di Siphonophore (ma non questa, quelle meno belle) sono così popolose da raggiungere i 40 metri di lunghezza.

Immagine per gentile concessione di ©NOAA Ocean Explore/Flickr.

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Si segnala, in ultima istanza, che la bestia in questione è tra le più forti del sopraccitato testo di Heackel, con diverse illustrazioni incredibili e, ancora una volta, almeno un artwork di prestigio.

Flabellina iodinea

Fedeli come siamo al topos per cui, in ogni lista ben formata, uno e un solo elemento resta orfano di descrizione didascalica, perché sufficientemente self-explanatory e immediatamente evidente su ogni ordine e grado di ironia.

Immagine per gentile concessione di Diver Timmy/ScubaTube.