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Vulcani e terremoti: com'è la situazione in Italia

Il sisma di Ischia avrebbe una componente vulcanica, ma quanto è stretta la relazione tra eventi sismici ed eruzioni di magma?

Il terremoto che alle 20:57 di domenica ha colpito l'isola di Ischia, procurando danni relativamente ingenti in rapporto al magnitudo, ha sollevato una serie di polemiche sull'abusivismo e sul rischio di costruire case e alberghi in una zona a così alto rischio geologico. Quest'area della Campania, infatti, è costituita da un sistema di faglie attive che si estende tra il Supervulcano dei Campi Flegrei, il Vesuvio e lo stesso Monte Epomeo, la montagna più alta dell'isola — un cosiddetto horst vulcano-tettonico, ovvero un pilastro tra faglie con annesso cratere potenzialmente esplosivo.

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Ischia rappresenta la punta di un apparato vulcanico che si erge per circa 900 m dal fondo, a nord-ovest del Golfo di Napoli, ed è fatta principalmente da rocce vulcaniche, depositi di frane e rocce sedimentarie. Pensandola in una prospettiva geologica ad ampio raggio, senza le attività magmatiche avvenute in quella zona del Tirreno tra il Pliocene e il Quaternario, e senza le grandi eruzioni esplosive di Tufo Verde del Monte Epomeo, l'isola non esisterebbe.

Ma questa zona della Campania, in Italia, non è l'unica ad avere dei vulcani attivi: ci sono anche le Isole Eolie e l'immancabile Etna. Per capire quanto l'attività vulcanica della zona abbia davvero influito sull'evento sismico, e quanto i vulcani attivi nel nostro paese possano essere pericolosi, abbiamo contattato il vulcanologo Stefano Carlino — ricercatore dell'Osservatorio Vesuviano e coautore di una ricerca pubblicata recentemente su Nature Communications proprio a proposito della crescente attività del complesso vulcanico dei Campi Flegrei.

Il Monte Epomeo, immagine via Wikimedia Commons

Motherboard: Quello di Ischia è stato un terremoto di origine vulcanica?
Stefano Carlino: Il meccanismo che ha generato il terremoto non è ancora ben chiaro, c'è bisogno di effettuare degli studi approfonditi. Molto probabilmente si tratta di un terremoto di origine vulcano-tettonica, nel senso che c'è certamente una componente di natura tettonica, ma è probabile che ci sia anche una componente vulcanica. I terremoti a Ischia, per quanto ne sappiamo, sono associati alla risalita del monte Epomeo, che non è un vero e proprio vulcano ma una struttura sollevata dalla spinta del magma. Una spinta terminata almeno 2.000 anni fa.

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Si tratta di una zona storicamente sismica?
I terremoti forti, a Ischia, si registrano almeno dal 1228, e sempre nello stesso settore, quello di Casamicciola. Questo vuol dire che in quella zona specifica c'è una faglia in grado di causare terremoti, che in gergo tecnico si chiama struttura sismogenetica. Anche se siamo quasi sicuri che il magma non sia direttamente coinvolto in questo processo, l'area di Ischia è comunque considerata un'area vulcanica attiva. La componente di natura vulcanica può essere associabile ai fluidi geotermali in pressione, dovuti alla presenza di magma parzialmente raffreddato ad alcuni km di profondità. Una dinamica simile a quella dei Campi Flegrei.

Anche se il monte Epomeo non è un vero e proprio vulcano, in passato ci sono state delle eruzioni, no?
Sì, l'ultima eruzione a Ischia è stata registrata nel 1302. Si sono distinte tre fasi eruttive in quella zona, a partire da 55.000 anni fa. In passato è stata un'isola vulcanica molto attiva, ma la cosa che sappiamo per certo, a partire dalla sismicità dei dati storici che abbiamo dal 1228, è che i terremoti non sono associabili direttamente all'attività vulcanica. Il terremoto del 1228 è stato seguito da una serie di fenomeni sismici che si sono susseguiti fino al 1883, quando l'attività eruttiva era terminata già da molto tempo.

Qual è la situazione dei vulcani in Italia? Quali sono i più pericolosi?
La pericolosità di un vulcano è legata al tipo di attività e alla probabilità che questo possa eruttare e provocare danni o vittime. Per esempio la pericolosità dell'Etna è relativamente bassa, perché è un vulcano di natura effusiva, che produce fondamentalmente colate di lava. La pericolosità del Vesuvio, invece, è più elevata. Sebbene sia quiescente potrebbe essere in grado di generare eruzioni esplosive molto forti come quella famossissima di Pompei. Tra i vulcani attivi ci sono anche quelli delle Eolie: l'isola di Vulcano può produrre eruzioni potenzialmente esplosive, invece lo Stromboli ha un'attività controllata, definita propriamente stromboliana, fatta di esplosioni intermittenti che avvengono sui crateri sommitali che non rischiano di coinvolgere la popolazione direttamente.

Come si calcola il margine di rischio di un vulcano, nei diversi casi?
Il parametro di rischio è diverso rispetto a quello di pericolosità: si calcola tenendo conto del pericolo ma anche del valore esposto, ovvero di beni e persone potenzialmente coinvolti. Per questo motivo, riguardo alla Campania, parliamo di zone ad alto rischio: anche se la pericolosità dei vulcani è piuttosto bassa, il valore esposto è molto alto per via di beni, attività e persone che si trovano nell'area. Nel caso dell'Etna, invece, le zone abitate si trovano molto più distanti.

In che misura si possono prevedere le eruzioni? Sono imprevedibili come i terremoti?
Un'eruzione non si può prevedere il maniera deterministica, cioè non possiamo sapere il momento esatto in cui accadrà. Però possiamo monitorare lo stato di criticità del vulcano, e quindi valutare la sua attività eruttiva in termini probabilistici. Ovviamente più ci si avvicina all'eruzione più la previsione è attendibile. Per questo non si possono emettere giudizi sul lungo termine. Soltanto nel momento in cui un vulcano quiescente dà segnali di attività, si può dare eventualmente un pre-allarme.

Entro quanto tempo conosceremo con certezza le cause del recente terremoto di Ischia?
È necessario fare una serie di studi sui dati da satellite per vedere se ci sono state delle variazioni nel suolo, e analizzare bene i segnali sismici. A livello di pubblicazioni scientifiche ci vorrà molto tempo, ma nelle prossime settimane avremo certamente qualche informazione in più.
Questo terremoto ci darà la possibilità di capire meglio la dinamica che lo ha generato, di comprendere meglio la correlazione tra la dinamica del Monte Epomeo e i fenomeni sismici. Fino ad ora non avevamo registrazioni efficaci terremoti a Ischia, perché l'ultimo c'è stato nel 1883, quando la strumentazione era ancora obsoleta.