sátira

'Le honeste avventure di Gigi' è il nuovo gioco del creatore di 'Call of Salveenee'

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marco Alfieri — creatore di svariati giochi di satira — su librigame, politica e populismo.
Matteo Lupetti
Asciano, IT
Le Honeste Avventure di Gigi copia
'Le Honeste Avventure di Gigi'. Immagine: Elia Smaniotto, per gentile concessione di Marco Alfieri

Le Honeste Avventure di Gigi è l’ultima opera di Marco Guzzo, aka Marco Alfieri, sviluppatore dei videogiochi satirici Call of Salveenee, Ruspa League e Rise of Trump. A differenza dei suoi precedenti lavori, Le Honeste Avventure di Gigi è però un librogame, un racconto a bivi che—pur essendo disponibile anche come download (qui)—Marco Alfieri vende personalmente in edizione cartacea nelle fiere di tutta Italia. Sul serio, è sempre in giro.

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Ne Le Honeste Avventure di Gigi interpretiamo Luigi Di Maio impegnato a combattere “kasta” e poteri forti per raggiungere Salvini a Roma e rispondere a una sua richiesta di aiuto. Come in tutti i librogame, partiamo dalla prima pagina e poi viaggiamo avanti e indietro tra i vari paragrafi numerati seguendo le indicazioni del testo e i suoi bivi, sino a uno tra più di 20 possibili finali (tra cui un sacco di morti improvvise e assurde). A un certo punto dobbiamo per esempio scegliere cosa consigliare a Salvini come soggetto della sua ultima foto social: arrosticini abruzzesi (e allora dobbiamo andare al paragrafo 216), lasagne bolognesi (paragrafo 133) o pecorino sardo (3)? Queste scelte possono avere conseguenze a lungo termine nella strampalata avventura dandoci nuovi poteri, alleati, oggetti o semplicemente un po’ di denaro da spendere.

Le Honeste Avventure di Gigi ci mostra un’Italia stereotipata abbestia, dove i politici e gli intellettuali più populisti sono rappresentati in modi esagerati e coi nomi storpiati (Salveenee, Di Majo…) e combattono per conquistare i cuori degli elettori e quindi il governo attraverso armi e poteri che richiamano i loro più famosi slogan. Il racconto si muove senza soluzione di continuità tra riferimenti al manga Le bizzarre avventure di JoJo di Hirohiko Araki, un Grillo Ken il Guerriero con le cinque stelle di M5S sul petto e folli piani a base di cospirazioni sull’immigrazione (purtroppo) molto molto reali e parte del quotidiano dibattito politico. Abbiamo quindi deciso di fare una chiacchierata via email con Marco Alfieri per farci raccontare la decisione di dedicarsi a un librogame e come lo ha usato per raccontare l’attuale situazione politica.

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MOTHERBOARD: Cosa vuol dire essere "honesto"?
Marco Alfieri: La parola honestà prende vita sulle pagine e gruppi italiani di satira politica e ha una doppia valenza. L’honestà è una presunta onestà usata per giustificare l'ignoranza e l'inadeguatezza nel ricoprire certi ruoli, ed è anche l’onestà di quei politici che hanno fatto proprio dell'onestà il loro cavallo di battaglia ma che poi si mettono a compiere azioni disoneste, o fanno finta di non vedere che i loro alleati le stanno compiendo.

Perché hai deciso di fare un librogame invece di un altro videogioco?
Dopo tre videogiochi di satira politica-populista volevo sperimentare altre forme d'arte e comunicare in maniera diversa un contenuto comunque molto simile. Poi, scrivere è la forma d'arte più immediata che conosca: scrivendo un librogame ho potuto esprimere senza i filtri dettati dalla necessità di grafica (modelli 3D, texture…) e codice tutto ciò che stava nella mia immaginazione. I tempi di realizzazione — confrontati con la progettazione di Call Of Salveenee — sono stati molto più brevi, e ho potuto descrivere una storia molto più ampia senza dover rinunciare ad alcuna idea.

Un libro sicuramente è meno accattivante di un videogioco, ma ho dato la mia personale risposta a questo problema inserendo delle immagini realizzate dal grande artista Elia Smaniotto (grafico che ho preso pure per Rise Of Trump), e tali immagini se inquadrate con un’apposita app [noi l’abbiamo provata in anteprima, ma è in uscita oggi e la troverete qui] sono in grado di evocare in realtà aumentata il modello 3D del personaggio di riferimento, con tanto di animazione.

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Quale è il tuo rapporto coi librogame? Quali sono stati i tuoi riferimenti?
Sono cresciuto — come molti altri nerd — circondato da videogiochi, giochi di ruolo, giochi da tavolo e appunto librogame. Rischiando di cadere nello scontato, devo dire che la serie di Lupo Solitario è stata un pezzo molto importante della mia infanzia, adolescenza e maturità. Ho sempre adorato i giochi di ruolo, perché ci danno la possibilità di vivere una storia interattiva senza bisogno di PC e console, e la bellezza dei librogame sta nel dare sensazioni tutto sommato simili a quelle dei giochi di ruolo senza neanche la necessità di qualcuno con cui giocare e di un povero disgraziato (il “dungeon master”) che deve passare giornate per preparare le partite.

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Gli sviluppatori indipendenti di solito puntano a lanciare il loro gioco su Steam (la principale piattaforma di distribuzione di videogiochi PC in formato digitale). Tu giri fiere e vendi direttamente le tue opere in formato fisico e con Le honeste avventure di Gigi sei tornato alla carta stampata. Da cosa nascono queste scelte?
La scelta di portare Call Of Salveenee in formato fisico nelle fiere nasce da tre fattori. Il primo è la libertà di contenuto: se fossi su Steam da un giorno all'altro potrei essere richiamato e dovrei rispondere del contenuto dissacrante e irriverente del gioco. Il secondo motivo è che mi piace un sacco vedere le persone giocare a ciò che abbiamo creato. Mi piace ogni singolo attimo, ogni loro reazione. Resto sempre affascinato di come ogni persona si approccia al videogame in maniera diversa, ascolto ogni singolo feedback sia verbale che non, ed è questo che ha reso il gioco "dal popolo, per il popolo." Il terzo motivo è che sono un fan del prodotto fisico: mi piace avere i cd nei loro cofanetti, che posso ammirare quando guardo la libreria (intesa come oggetto fisico… non la libreria digitale di Steam). La scelta di stampare Le Honeste Avventure Di Gigi e non lasciarlo soltanto come ebook viene di conseguenza: amo l'odore della carta intrisa di onestà.

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Come hai costruito il mondo de Le Honeste Avventure di Gigi?
Il mio più grande pentimento era non aver sinora preso il M5S come partito chiave di nessun racconto da me scritto. Teorie del complotto, rettiliani, vaccini che causano l'autismo, signoraggio bancario, dubbi sull’11 Settembre, scie chimiche… alcuni attivisti dei 5 stelle credono a queste e a molte altre bufale

. E sono tutte sottotrame grandiose per un racconto. Il mondo di gioco è costruito in maniera tale da rendere reali tutti questi complotti, e per dare al giocatore la possibilità di analizzarli uno per uno.

Invece di far riflettere le persone, la tua satira non rischia a volte di render simpatici i politici e di dar loro l'occasione di promuoversi ulteriormente? Penso per esempio a Giorgia Meloni che gioca a Call of Salveenee a Romics.
Il mio modo di fare satira non è diretto, come per esempio quello di Charlie Hebdo (che nella maggior parte dei casi apprezzo e seguo con una certa costanza). Nei miei giochi, i politici vengono canzonati in modo subdolo: creo un mondo in cui tutte le loro paure sono vere, successivamente li faccio combattere in maniera esageratamente epica e tamarra. In questa maniera, il giocatore può chiaramente vedere come tutto ciò sia falso e non corrispondente alla realtà, aiutato da alcuni elementi particolarmente grotteschi che amo inserire all'interno dei miei giochi.

Penso che le persone dovrebbero decidere chi votare non in base a quanto il loro politico preferito faccia o non faccia azioni simili a ciò che il votante compie più o meno abitualmente; penso che un elettore debba votare il partito che più lo convince secondo un'attenta analisi della realtà e dei programmi elettorali.

Ti senti un po' populista?
Quando entro nel personaggio di Marco Alfieri, un sacco. Mi piace impersonificare questi comportamenti beceri a livello culturale e verbale che portano i populisti ad essere ammirati pure da popoli che sono stati insultati fino a pochi anni fa. La verità è che dietro questo velo di ironia in cui faccio qualche battuta dal sapore gentista, mi reputo abbastanza lontano dal populismo.

Tratto davvero pochi argomenti, perché prima di parlare di qualcosa saperne quanto più possibile. Il risultato è che tendo a tacere su argomenti per cui potrei lecitamente esternare un'opinione, ma taccio per rispetto di chi ne sa molto di più. I discorsi che faccio penso siano arzigogolati ed esteticamente poco adatti a un pubblico che si fa abbindolare da comportamenti populisti: evito di usare termini assoluti come "sempre," "mai," "tutti," "nessuno," ma cerco sempre di fare casistiche precise e chiare per non descrivere approssimativamente situazioni spesso delicate. Ammetto che ogni tanto guardo con un po' di invidia chi possiede lo charme da poter abbindolare con il "superpotere" del populismo milioni di persone, ma nei momenti di lucidità capisco che preferisco invece tenermi stretti coloro che apprezzano un altro tipo di dialettica, un po' meno superficiale.

Ringrazio tutti coloro che mi seguono sui social e dal vivo mostrandomi un affetto e un interesse molto grande in ciò che faccio, vi do un mega-abbraccio (sì, questa volta un abbraccio populista!). Grazie per tutte le domande, non vedo l'ora di mostrarvi i prossimi progetti attualmente in cantiere.

L’intervista è stata tagliata ed editata per brevità e chiarezza.