Salute

Come funziona l'invidia per i successi altrui, e perché è così difficile sbarazzarsene

L'invidia è una brutta bestia, si sa. Abbiamo chiesto a uno psicologo di spiegarci perché ci sentiamo così e perché è inutile combatterla.
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Immagine via Getty, Amarens Eggeraat.

Che ci piaccia o no, chiunque di noi fa i conti con l’invidia—ovvero il desiderio di avere ciò che ha un’altra persona, il sentire che la sua buona sorte è specchio della nostra sfortuna. L’invidia porta con sé anche sensi di colpa—proviamo vergogna perché sappiamo che dovremmo essere felici per le altre persone e festeggiare i loro successi, eppure finiamo col dire cattiverie alle loro spalle.

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Prima di approfondire conseguenze e potenziali vantaggi dell’invidia, è importante mettere in chiaro la differenza con la gelosia. La gelosia è la paura di perdere qualcosa o qualcuno, ed è legata a sfiducia, rabbia e ansia. L’invidia è l’essere infelici rispetto a beni, qualità o fortuna che un’altra persona possiede, e comporta senso di inferiorità, desiderio e risentimento. “La gelosia si manifesta quando hai già qualcosa e ti viene portata via, come una persona o un lavoro,” spiega lo psicologo Bjarne Timonen. “L’invidia riguarda qualcosa che ancora non possiedi e la persona che invece ce l’ha.”

Stando a Timonen, l’invidia è un’emozione primitiva che esiste dall’alba della società umana. “Gli esseri umani vogliono cose belle, bramano le ricompense,” spiega. “Vedere un’altra persona ricevere un premio—ma non riceverne uno a propria volta—può essere doloroso.” Per quanto possa essere antico il sentimento, però, Timonen sostiene che l’invidia sia un sentimento sempre più prevalente per via dei social media. “Sui social, le persone fanno mostra di ciò che hanno—cose materiali, vacanze o il loro sedere,” dice Timonen. “Sono strumenti progettati per il confronto sociale continuo.”

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Nonostante il confronto sociale sia sempre esistito tra persone che vivono nella stessa comunità, il bacino è ora molto più ampio. Inoltre, come sappiamo, il paragone è spesso irrealistico. Eppure, ciò che proviamo quando vediamo qualcosa che vogliamo ma non possiamo ottenere resta uguale.

Ovviamente, alcune persone provano invidia più di altre. Dipende tutto dal nostro sistema di valori e da come è stata la nostra crescita, ma certe persone ne sono proprio consumate. “L’invidia conferma convinzioni negative che hanno su di sé, l’idea che non si meritino ciò che l’altra persona ha,” spiega Timonen. “Ma in alternativa potrebbero pensare, ‘che bello, voglio impegnarmi per ottenere la stessa cosa’.”

Ma è più facile a dirsi che a farsi. Anche chi non è il tipo di persona che si lascia ossessionare da fisici irrealistici e oggetti di lusso ha un punto debole. Timonen racconta di non aver mai provato personalmente invidia per l’aspetto di un’altra persona, ma succede per il lavoro. “Un paio di anni fa ero in lizza per un lavoro molto divertente, ma ha ottenuto il posto un altro, all’ultimo momento,” dice. “Ho provato invidia e iniziato a paragonarmi a lui e a cercare di individuare i suoi tratti negativi.”

Instagram viene spesso accusato di creare aspettative irrealistiche nelle menti più giovani e di farci commiserare le nostre vite. Ma quando si tratta di lavoro e carriera, LinkedIn sembra costruito apposta per alimentare una catena infinita di invidia. “Ovviamente sui social vedi il trailer, non tutti i retroscena,” dice Timonen. “E specialmente se sei all’inizio della tua carriera, può demoralizzare.”

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Timonen dice di aver notato che i neo laureati oggi si mettono più pressione addosso rispetto alle generazioni precedenti. “Deve succedere tutto ora, devo raggiungere i loro obiettivi entro i prossimi dieci anni,” spiega Timonen. “Lavorano come se fossero di corsa, quando in realtà è molto meglio costruire la propria carriera nel corso di decenni.”

Più sono alte le aspettative che hai verso di te, più sei suscettibile all’invidia. Ma, al contrario di quanto si crede, usare l’invidia per alimentare l’ambizione non è sempre produttivo. “Nel settore della cura della salute mentale, vediamo un sacco di persone dai 20 ai più di 30 anni che vanno in burnout,” racconta Timonen. “La fretta non fa bene alla carriera.”

Timonen dice che le persone lasciano spesso che il loro processo decisionale sia influenzato da cosa vedono sui social, che sia Instagram o LinkedIn. Ma è sbagliato. “Per imparare a fare le cose in modo corretto, devi fallire e sbagliare diverse volte, e lasciarti tempo e spazio per migliorare. Se non lo fai, sarà più difficile costruirti una carriera sostenibile.”

Eppure spesso non possiamo esimerci da provare certi sentimenti, anche con le migliori intenzioni. Stando a Timonen, se qualcosa ti provoca invidia, devi accettarla e lasciare che si sedimenti. “Sappi che è normale sentirsi così. Se lo accetti, diventa meno doloroso,” spiega. “Combattere contro sentimenti di gelosia e invidia li fa solo crescere. È meglio metterli in prospettiva, pensando ai traguardi che hai già raggiunto o quelli che stai per raggiungere.”

Nonostante sia pericoloso essere guidati solo dall’invidia, anche comprendere di desiderare qualcosa che non hai può essere fatto in modo salutare. “Solo perché non hai qualcosa ora, non significa che non l’avrai in futuro,” dice Timonen. “Questo modo di pensare è tipico degli imprenditori di successo—non li vedi soffrire perché qualcun altro ha avuto successo. Piuttosto, cercheranno di capire come applicare un approccio simile.”

A prescindere, l’invidia nasce da un senso di insicurezza e l’insicurezza in genere diventa meno attanagliante con il passare dell’età. “Più diventi competente nel tuo lavoro, più spazio mentale avrai per godertelo,” conclude Timonen. “Con l’età migliori anche nel conoscerti e accettarti, e l’accettazione è il miglior rimedio all’invidia.”