Alla fine del mondo con Nikki Sixx

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Musica

Alla fine del mondo con Nikki Sixx

Una giornata con uno dei fondatori dei leggendari Mötley Crüe.

È una bellissima giornata di primavera a Los Angeles e io mi trovo in un'auto che ne divora le strade insieme a Nikki Sixx e, davvero, c'è solo un argomento di cui voglio parlare con questa leggendaria rockstar: la morte. Membro fondatore della band hair metal anni Ottanta per eccellenza, i Mötley Crüe, Sixx è famoso per tre cose: il sesso, la droga e la morte. La sua vita è stata raccontata fin troppo; il periodo Mötley Crüe in The Dirt, la biografia della band scritta da Sixx, Mick Mars, Tommy Lee, Vince Neil e altri che stavano loro vicini, e poi nella sua autobiografia The Heroin Diaries, incentrata su, indovina, il suo rapporto con l'eroina. Non importa che siate fan o meno, perché alla fine ti ritrovi davanti al tizio che, insieme ad altri tre adolescenti da riformatorio apparentemente senza alcun futuro, ha lanciato l'heavy metal verso un'orbita completamente nuova.

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Poche ore prima, mi trovavo ad attendere davanti alla porta del primo piano di uno studio di registrazione a downtown Los Angeles. Erano circa le dieci del mattino, il che significa che ero in piedi dalle cinque in preda all'ansia. Aspettando sul patio, fumo una sigaretta e chiacchiero con il fotografo. Fumo un'altra sigaretta. Finalmente, dopo quello che sembrerebbe un tempo appositamente concepito per farmi stressare il più possibile, veniamo fatti entrare.

I quartieri di Sixx Sense, la trasmissione di Nikki Sixx su iHeartRadio, sono da azienda, sterili; danno la stessa sensazione di una biblioteca universitaria appena aperta, disegnata per essere piacevole esteticamente e nulla più. Mentre camminiamo verso il retro dell'edificio passiamo davanti a vari studi in cui si stanno registrando programmi, con i cartelli "On Air" illuminati. Incontro lo sguardo degli speaker attraverso le vetrate, il che mi riporta alla mente la mia ansia.

Nello stesso modo in cui Alice Cooper e KISS hanno aperto la strada per i costumi, gli oggetti di scena e i power chord, i Mötley Crüe hanno spazzato via ogni dubbio sul fatto che le band hair metal potessero avere un'influenza importante sulla musica moderna: non serve guardare più in là degli artisti inclusi nella compilation Nashville Outlaws: A Tribute to Mötley Crüe per avere una prova di quanto una band hair metal possa ispirare una generazione di musicisti di generi che possono tranquillamente essere considerati l'opposto del loro.

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"Cerchi me?" chiede, aprendo la porta dello studio vuoto in cui lo sto attendendo. Ha ancora i suoi classici capelli cotonati, tinti di nero; la stessa capigliatura che portava quando si è trasferito a LA, diciassettenne. Ha più tatuaggi di quanti credessi e porta gli occhiali da sole anche al chiuso.

Di questi tempi, Nikki Sixx fa ascoltare al mondo i suoi gruppi preferiti nel suo programma, in omaggio a Sharon e Ozzy Osbourne, che scommisero sui Mötley nei primi anni Ottanta portandoli in tour. La sera (e probabilmente anche di giorno, considerato che il musicista cinquantottenne si è dato una bella calmata rispetto alla sua gioventù) va in tour e compone dischi con i Sixx A.M., un trio composto da lui, DJ Ashba (conosciuto per aver suonato la chitarra nei Guns N' Roses dal 2009 al 2015) e James Michael, un produttore che ha lavorato con praticamente tutti, da Hillary Duff a Trapt. Ashba ha aiutato Sixx a costruire il suo studio, Funny Farms (in attività dal 2006 al 2013) e Michael ha collaborato con Sixx su alcune canzoni dei Mötley Crüe, il che spiega perché i Sixx A.M. suonano compatti, energici e spesso spaccano. La band mescola arrangiamenti di archi da musica classica con riff hard rock per creare una specie di rock orchestrale che ha uno stile naturale, seppur un po' datato.

Il loro scopo iniziale era di scrivere una "colonna sonora" per l'autobiografia di Sixx The Heroin Diaries, incentrata sui suoi anni passati nell'inferno della dipendenza da eroina e altre droghe. Una volta che il pubblico si è fatto le orecchie sulla title track dell'album, "Life is Beautiful", i DJ radiofonici hanno cominciato a chiedere un nome per questa band per dirlo ai propri ascoltatori, così hanno deciso per Sixx AM.

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Sixx mi racconta che questo progetto è il primo in cui si è trovato a confrontare i propri testi con altre persone, e a collaborare veramente con altri musicisti. "Ho imparato moltissimo sulla scrittura dei testi da James", dice Sixx, "perché sono rimasto da solo a lungo, a scrivere tutti quei testi da solo per i Mötley Crüe. Vince [Neil] diceva sempre 'Cazzo, amico, è impossibile cantare tutte quelle parole nella metrica del pezzo', ma è quello il motivo per cui la voce di Vince era così figa, perché li scrivevo come poesie e non per la melodia. E quindi con James sono felice di avere un partner nella scrittura, è pazzesco". Sixx ci tiene molto a precisare che la band non esisterebbe senza Michael e Ashba, e che lui è semplicemente il tipo che li ha aiutati a salire su un palco.

Il quarto album della band, Prayers for the Damned, affronta materiale oscuro—morte, tossicodipendenza, fallimento e nichilismo. È un album gospel per gente che non crede in Dio e registrarlo, per Sixx, è stata un'esperienza edificante. Prayers for the Damned, come tutte le uscite dei Sixx A.M., è incentrato sulle difficoltà e le lotte della vita nella classe lavoratrice. Prayers for the Blessed, il loro quinto album, uscito solo pochi mesi dopo Damned, contiene invece canzoni su gente che non hanno molto ma si considerano immensamente ricche o, per usare le parole di Sixx, "la gente che ha bisogno di più preghiere".

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È facile buttare la band nello stesso calderone dei Nickelback, o l'attuale formazione dei Guns N' Roses, o Slipknot o System of a Down—insomma, i gruppi rock da radio generalista. È anche facile dare per scontato che la semplicità dei testi significhi che le emozioni provocate e incoraggiate dalla musica siano meno importante, come se essere bravi ed essere comprensibili fossero due cose che si escludono a vicenda.

Tutti conoscono la storia dell'overdose di Nikki Sixx e della sua morte. In un'occasione, durante un tour in Giappone, quello che credevano essere il suo cadavere è stato abbandonato in un cassonetto dietro casa del suo spacciatore, dopo un'overdose di eroina. La volta dopo è stato dichiarato morto e resuscitato da un infermiere che casualmente era anche un suo grande fan. La sua battaglia contro la depressione e le droghe non è certo una novità nel mondo della musica, ma lui è uno dei pochissimi artisti a essere morto, ritornato in vita e in piedi la mattina dopo.

"Qual è il tuo rapporto con la morte ora che sei padre, pensando ai tuoi figli?" gli chiedo.

"Voglio una bella tomba nel cimitero di Hollywood. Volevo prendermi una lapide coi controcazzi che dicesse 'Nikki Sixx, 1958 - ???' e visitarla ogni anno con la mia famiglia e farci una bella foto, così al momento della mia morte, quando sarebbero venuti a visitare la mia tomba avrebbero detto 'Vi ricordate quando venivamo qua ogni anno con Nikki a far festa?' Un paio di persone mi hanno detto 'Guarda che ti facciamo internare se fai una cosa del genere'. Ma in generale, la mia convinzione è che ho passato una vita veramente dura, cazzo. È stata anche una bella vita, e voglio solo vivere nel presente. Sai come si dice, tutto passa. Quando sei in vetta, lascia che te lo dica, tutto passa. E quando sei sottoterra, pieno di vermi, anche quello passerà, capito?"

A un certo punto chiedo a Nikki Sixx cosa farebbe se potesse rivivere la sua vita da capo. "Il mio obiettivo finale è fare l'artista di strada senza casa", risponde con sarcasmo uscendo dall'auto. Prima che faccia in tempo a chiedergli che cosa intende, viene portato via, e scompare.

Adam Menzies ha disegnato l'illustrazione.

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