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Tecnologia

In 48 ore tiri su una serra idroponica per la cannabis

Terra Tech dice che ci vogliono due giorni per passare dal basilico alla marijuana. Il mercato degli Stati Uniti è pronto per le soluzioni ad alta tecnologia, ma le leggi statali sono ancora molto rigide.

Se a casa avete già una coltivazione di erbette in serra, non sarà molto difficile fare un paio di ritocchi qua e là e iniziare a coltivare, piuttosto, un po' di cannabis. È la stessa, semplice logica dietro Terra Tech, un'azienda di coltura idroponica che si è specializzata nel settore, passando dalla coltivazione di verdura a quella di canapa in sole 48 ore—non appena qualche nuovo stato si deciderà a legalizzare la marijuana.

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Terra Tech, una delle prime aziende quotate in borsa che si è dedicata alla coltivazione della cannabis, ha buone probabilità di realizzare buoni profitti grazie alla nascente industria della marijuana negli Stati Uniti. Derek Peterson, CEO dell'azienda, mi ha detto che crede di avere trovato il giusto approccio per coltivare l'oro verde del futuro.

Oggi, Terra Tech cura piante come basilico e timo in serre idroponiche ad alta tecnologia: sono costruzioni di vetro che lasciano penetrare la luce del sole, dotate di luci a LED e sistemi di irrigazione con acqua ricca di sali minerali che scorrono in un flusso costante per idratare le radici delle piante. L'azienda fa soldi vendendo attrezzature ad alta tecnologia e sistemi idroponici. Ma potrebbe farne ancora di più se si mettesse a coltivare marijuana.

Peterson e i suoi colleghi stanno cercando di entrare alla base del mercato della cannabis, ovunque sia possibile, anticipando quale sarà il prossimo stato a dare il via libera alla coltivazione legale. Non sono interessati al Colorado, la cosiddetta Silicon Valley dell'erba, dove il mercato è già maturo. Sono in cerca dello stato dove esploderà la prossima corsa all'oro verde. Terra Tech ha avviato alcuni centri di coltivazione in Florida e New Jersey, in attesa di una eventuale legalizzazione, almeno per la cannabis a uso medico.

Peterson sostiene di essere in grado di modificare una serra e adattarla alla coltivazione di marijuana entro 48 ore dal via libera dello stato. Il basilico, uno dei suoi prodotti di punta, non è troppo diverso dalla pianta di canapa. Quindi, in realtà, non è affatto difficile convertire lo schema di crescita. Basta sostituire i semi.

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Da ex uomo di Wall Street, Peterson ha studiato il mercato in espansione della marijuana e ha visto che c'erano dei margini per fare di meglio. Pensa anche che coltivare cannabis in serra sia la cosa migliore per gli affari, il prodotto e l'ambiente.

"La coltivazione è ancora legata a uno scenario molto frammentato," ha detto Peterson. Molte persone coltivano cannabis in magazzini o garage, che, come ha spiegato il CEO, non sono soluzioni efficienti sotto il profilo energetico. Tuttavia, alcuni stati, tra cui il Nevada, permettono la coltivazione di marijuana medica solo su scala industriale (leggi, grandi magazzini con illuminazione artificiale). Il Nevada non ama molto il fatto che le serre siano trasparenti, un dettaglio che potrebbe causare alcuni problemi di sicurezza .

In questo momento, Peterson sta facendo attività di lobby in Nevada per cambiare la normativa, in modo che la sua azienda possa utilizzare le serre per coltivare la marijuana anche lì. Il CEO sta facendo pressioni anche per rovesciare restrizioni simili in altri stati, comprese alcune parti dell'Arizona, dove la marijuana medica può essere coltivata solo in aree dedicate alle grandi industrie. Tuttora, ha detto Peterson, il Nevada è l'unico stato in cui ha affrontato il divieto sulle serre per motivi di sicurezza.

Peterson prevede che, in ultima analisi, circa il 70 percento del business di Terra Tech potrebbe derivare dalla coltivazione di marijuana. Nel frattempo, l'azienda si sta concentrando sulla costruzione di strutture agricole ad alta tecnologia.

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"Il futuro dell'agricoltura è sia indoor che verticale, in ambienti altamente produttivi e controllati," spiega il sito di Terra Tech. "Questa nuova era della tecnologia agricola è necessaria per nutrire la popolazione mondiale, e, allo stesso tempo, ridurre la nostra impronta ambientale, generare rendimenti più elevati e coltivare prodotti con un tenore di nutrienti più alto."

L'azienda offre un sistema completamente automatizzato. Gli agricoltori possono accendere e spegnere le caldaie delle serre, rilasciare CO2, ricevere un avviso se le temperature variano troppo e fare molte altre operazioni direttamente da smartphone o tablet. L'impianto di Terra Tech in New Jersey, che ha aperto lo scorso gennaio, sposta automaticamente in giro per la serra i pianali su cui sono posizionate le piante, in modo che non siano toccate da mani umane e non corrano il rischio di contaminazione.

L'impianto è costato 5 milioni di dollari, una bella cifra per una serra, motivo per cui la tecnologia è più comunemente utilizzata su coltivazioni costose di larga scala, non per la marijuana. In genere la cannabis è coltivata con soluzioni abbastanza a buon mercato, ma Terra Tech e una manciata di altre aziende pensano che valga la pena investire in apparecchiature di monitoraggio per conoscere lo stato delle piante in ogni momento.

Il metodo idroponico consente anche di risparmiare denaro: le serre sfruttano la luce del sole invece di quella elettrica. Un magazzino a temperatura controllata può consumare circa 2,5 kWh di energia elettrica e l'equivalente di 970 kJ di gas metano per metro quadro all'anno. Sono soldi.

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"Queste strutture di coltivazione indoor di grandi dimensioni, che utilizzano l'illuminazione supplementare e l'illuminazione ad alta intensità energetica, hanno consumi enormi, e un'alta impronta ambientale," dice Peterson. "Se i prezzi cominciano a oscillare e il mercato arriva alla saturazione, non riusciresti mai a sostenere una bolletta elettrica da 50.000 dollari al mese."

Tuttavia, mi ha detto Peterson, i coltivatori spesso optano per soluzioni come questa, perché sono più facili da gestire e il prezzo corrente della marijuana giustifica i costi elevati dei consumi.

Le colture idroponiche hanno effetti positivi anche per la pianta, perché non deve assimilare sostanze nutritive dal terreno, permettendole di crescere più velocemente. È anche una coltivazione che fa economia di spazio, perché la pianta non ha bisogno di sviluppare radici diffuse per andare in cerca di sostanze nutritive. Senza contare che è più efficiente sotto l'aspetto dell'irrigazione, rispetto alle coltivazioni industriali in campo.

"La cosa bella della coltura idroponica, rispetto alle coltivazioni tradizionali, è che nel secondo caso riversi soluzioni di acqua e sostanze nutritive in pieno campo e la pianta ne assorbe solo dal 10 al 15 percento," ha detto Peterson.

Insomma, i coltivatori di marijuana sono sempre più focalizzati su impianti di alta qualità. Terra Tech non è affatto l'unica a gareggiare nella corsa all'oro verde, ma tutta questa tecnologia porterà anche a un effetto boomerang. Presto, i fumatori di cannabis si troveranno in giro per fattorie, alla ricerca di varietà di cannabis coltivate alla vecchia maniera. Per non parlare dell'erba biologica e delle varietà da intenditori. Ci attende un futuro radioso.