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Tecnologia

400 persone hanno provato il microdosing dell'LSD per il bene della scienza

Droga! Per la scienza!

Alla fine del 2015, Rolling Stone ha pubblicato un articolo su un improbabile "nuovo trip del mondo del business" che ha travolto la Silicon Valley: il microdosing a base di LSD. Il loro post ha donato la celebrità a una miriade di blog a tema e, nell'anno e mezzo trascorso da allora, non esiste un media che non abbia dedicato almeno un articolo al microdosing.

Come suggerisce il nome, il microdosing consiste nell'assunzione regolare di dosi di acido così limitate (tra 1 e i 10 microgrammi, meno di un decimo di una dose regolare) che i consumatori non avvertano alcun effetto stupefacente. Tuttavia, la comunità del microdosing è pronta a giurare che questa pratica consenta di sperimentare un aumento della creatività, dell'energia, del senso di benessere così come una diminuzione della depressione. Ma nonostante l'interesse crescente intorno al microdosing dell'ultimo anno e mezzo, fino ad ora, esistevano poche prove scientifiche per convalidare quanto sostenuto dai microdoser. Forse si tratta solo di un effetto placebo e tutti questi tecnohipster si stanno mangiando dei frammenti di cartoni per nulla?

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Ed è qui che entra in gioco Jim Fadiman, pioniere sugli studi psichedelici che ha svolto ricerche sugli effetti del LSD finché prima che fosse vietato a livello federale nel 1966 (anche se la sua ricerca informale sembra non essersi mai conclusa). Negli ultimi cinque anni, Fadiman ha posto le basi per una disciplina scientifica del microdosing e, durante l'ultima conferenza della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS), ha rivelato una serie di risultati iniziali sorprendenti dal suo studio indipendente sul microdosing.

"Quanti di voi hanno provato il microdosing?" ha chiesto Fadiman al numeroso pubblico del MAPS stipato nella sala conferenza prima di iniziare la sua presentazione.

Hanno alzato tutti la mano.

Jim Fadiman durante la 2017 MAPS Psychedelic Conference. Foto: Daniel Oberhaus/Motherboard

Lo studio sul microdosing è durato circa cinque anni, ma solo questo febbraio è stato formalizzato attraverso un questionario sviluppato da Fadiman. Per partecipare a questo studio, i volontari (a cui Fadiman si riferisce come "cittadini scienziati") avevano accesso alla propria scorta di LSD ed erano incoraggiati ad assumerne un microdose ogni quattro giorni, per un mese. Secondo Fadiman, l'intervallo di quattro giorni deriva dall'osservazione che gli effetti di una microdose sembrano durare per due giorni, questo consentirebbe di ristabilire gli stati d'animo di base nel volontario durante il terzo giorno. L'altro impegno richiesto ai partecipanti era di prendere nota delle loro esperienze e sentimenti quotidianamente.

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I dati presentati da Fadiman al MAPS sono stati raccolti dalle relazioni di 418 volontari: 284 uomini, 126 donne e 5 identificati come trans, di genere non binario o genderqueer. La fascia d'età del gruppo variava dai 18 ai 78 anni, con un'età media di 34 anni, infine, tre quarti dei partecipanti ha citato la "depressione" come ragione principale della scelta di sperimentare il microdosing.

I soggetti che hanno assunto microdosi di LSD hanno rilevato un notevole aumento nei sentimenti di determinazione, vigilanza e energia, nonché una forte diminuzione della depressione. Tuttavia, è interessante che Fadiman abbia sottolineato come il microdosing a base di LSD non sembri funzionare per chi ha iniziato la sperimentazione perché soffriva di ansia, nel loro caso, la terapia sembrava aumentarla. Al contrario, i partecipanti che citavano l'ansia e la depressione come cause hanno notato un aumento complessivo del loro benessere mentale.

Anche se queste relazioni di per sé sono importanti perché offrono una metrica qualitativa e quantitativa di base per il futuro, i risultati più interessanti dello studio non hanno nulla a che fare con la salute mentale, riguardando piuttosto le reazioni inattese somatiche o corporee al microdosing. Prendiamo in considerazione i casi di cinque partecipanti daltonici, che hanno riferito di aver visto le sciee luminose che seguono gli oggetti in movimento, tipicamente sperimentate da chi è in acido, nonostante le dosi incredibilmente piccole assuente. Questa è la prima volta in cui è stato osservato questo effetto del microdosing a base di LSD. "Se sei appassionato di scienza, è proprio un trip," mi ha spiegato Fadiman.

Inoltre, una delle donne coinvolte nello studio che soffriva di dolori mestruali debilitanti da tutta la vita ha riportato che questi si erano ridotti del tutto grazie al microdosing, un'altra scoperta che non ha precedenti.

"Quando troviamo un caso singolo, abbiamo qualcosa su cui indagare," ha detto Fadiman.

Per quanto affascinanti, questi risultati vanno presi con le dovute precauzioni. Gli studi basati sui report redatti in prima persona dai volontari sono uno dei capisaldi della psicologia e della medicina, ma comportano anche tutta una serie di problemi sulla loro validità basati sui ricordi inaffidabili dei partecipanti o sulla distorsione volontaria delle loro esperienze soggettive. Eppure, in un campo fermo da più di 50 anni, ricerche come quella di Fadiman rappresentano dei necessari passi avanti per realizzare studi clinici più rigorosi dal punto di vista quantitativo.

Per questo motivo Fadiman preferisce chiamare il suo lavoro un "cercare", piuttosto che una "ricerca" — di fatto, sta determinando le linee guida per gli studi clinici futuri. Il microdosing di LSD influenza le mestruazioni? Come influenza la visione nei daltonici? Prima degli studi di Fadiman, era addirittura improbabile che i medici potessero pensare di porre domande simili. Ma ora che altre sostanze psichedelice come l'MDMA e la psilocibina stanno passando dalle strade alle cliniche per scopi medici di varia natura, dal PTSD alla cure palliative, non è inconcepibile che gli effetti somatici del microdosing a base LSD diventino oggetto di una tesi di un dottorando in un prossimo futuro. Fino ad allora, il sito web di Fadiman accetta ancora i report sottoposti da tutti i micropsiconauti desiderosi di collaborare al suo progetto.