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Perché continuiamo a fare incubi sull'esame di maturità

Abbiamo chiesto a una psicologa perché il vero problema sono le notti DOPO gli esami.
Illustrazione di Juta.

Con la "prima prova" di italiano, oggi cominciano gli esami di maturità. Quelli di quest'anno saranno i penultimi a svolgersi con la modalità classica delle tre prove scritte e un colloquio orale. Dal 2019, infatti, l’esame cambierà seguendo le innovazioni previste dalla riforma della scuola del governo Renzi Buona scuola bis, che prevede solo due prove scritte, un peso maggiore riservato alla carriera scolastica nel determinare il voto finale e, in generale, un esame più breve per dare agli studenti più tempo per prepararsi agli esami di ammissione universitari.

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Anche se sono preoccupato per i 509.307 studentesse e studenti che oggi iniziano la prova, a preoccuparmi ancora di più è sapere che per loro — come per tutti noi altri che siamo passati attraverso l'esame — il peggio deve ancora venire. Non sto parlando di percorsi universitari più o meno complicati o dell'ancora più complesso inserimento nel mondo del lavoro. Gli esami di maturità si portano dietro un altro inconveniente fastidioso: si trasformano un incubo che viene rivissuto di notte anche dopo molti anni dalla fine della scuola. Basta una velocissima ricerca su Google per rendersi conto dell'entità del fenomeno.

Una volta constatato che il problema porta molte persone a cercare disperatamente una soluzione su internet e pur consapevole del fatto che non può esistere una interpretazione univoca dei sogni, ho cercato di parlarne con un esperto per capirci qualcosa di più. La Dottoressa Anna Emanuela Tangolo psicologa, psicoterapeuta e Direttore di PerFormat della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo Analitico — che era già stata intervistata da VICE per capire se in Italia i problemi mentali sono ancora tabù — e adotta un approccio che pone particolare attenzione al lavoro sui sogni nelle terapie di gruppo. Ecco cosa ci siamo detti durante la nostra chiacchierata al telefono.

”L'esame di maturità è un rito di passaggio che segna l'entrata nell'età adulta, insomma, ha un valore iniziatico. Per molte persone rappresenta il primo grande stress. La mente porta a riviverlo nuovamente in momenti significativi della vita quando ci si trova di fronte ad altri grossi cambiamenti. Poi ci sono le varianti, c'è chi sogna di non avere superato l'esame e quindi di doverlo rifare, chi ha la sensazione di non sentirsi adeguato o di avere barato,” ha spiegato la dottoressa, ”ha tutto a che fare con le manie di perfezionismo, spesso molte persone scoprono che, affrontando l'esame in sogno, l'esperienza può rivelarsi meno drammatica, convincendosi così ad affrontare il rischio di sbagliare nella vita.”

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”Rivivere l'esame di maturità in sogno è un modo per affrontare delle ansie legate al presente attraverso l'associazione a ricordi significativi dal punto di vista emotivo. In generale, i sogni sono un processo universale, una sorta di problem solving adottato di notte dal nostro cervello per affrontare i problemi non risolti. È un po' come se la mente umana elaborasse i ricordi dolorosi attraverso un'operazione di deframmentazione della memoria — se vogliamo usare un'analogia con il mondo dei computer,” ha aggiunto la dottoressa.

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”Lavoro seguendo il modello dell'analisi transazionale che si rifà alla scuola psicodanimica. Nel mio lavoro, suddivido i sogni in tre categorie: sogni di copione — quelli ricorrenti che riguardano i conflitti centrali irrisolti che una persona può portarsi dietro per tutta la vita, i sogni di cambiamento o trasformazione — categoria in cui rientra il sogno degli esami e i sogni di guarigione — che contengono la soluzione risolvendo a una situazione problematica,” ha precisato la dottoressa.

”Per capirci, un sogno di copione è quello di stringere i denti talmente forte da non riuscire più ad aprire più la bocca tanto che i denti si infilano uno dentro l'altro fino a sbriciolarsi, come mi aveva riportato una mia paziente,” ha spiegato la dottoressa, ”per quanto riguarda i sogni di guarigione, invece, un mio paziente sognava spesso la figura di un mostro, un serial killer che lasciava in giro tracce fisiche dei suoi delitti — il paziente temeva di essere lui il killer. Durante una sessione di gruppo, ha raccontato di avere sognato di trovarsi con tutti gli altri membri del gruppo alla caccia del mostro, nascosto dentro una casa. Nel sogno, ha raggiunto la mansarda in cui doveva trovarsi il killer ma quando ha aperto la porta ha trovato solamente una stanza bianca completamente vuota e inondata di luce. Dopo questo sogno di guarigione, la vita del paziente è migliorata sotto tutti i punti di vista.”

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”Il sogno è un messaggio interiore che va ascoltato. Tutte le scuole di psicologia, compresa quella dei cognitivisti, hanno rivalutato il valore del sogno, dopo un periodo in cui il loro studio era stato lasciato da parte perché veniva associato alle esperienze della scuola di Freud. Le stesse neuroscienze si stanno muovendo per individuare le aree cerebrali in cui si generano i sogni,” ha concluso la dottoressa Tangolo. Tanto per fare degli esempi da lei citati, una ricerca pubblicata l’anno scorso su Nature Neuroscience condotta da un team di ricercatori italiani e americani e coordinata dalla neurologa Francesca Siclari dell’ospedale universitario di Losanna mirava a identificare l’area del cervello in cui si sviluppano i sogni individuandola in un punto sopra la nuca in una zona centrata attorno alla cosiddetta area del fumetto — oppure, una ricerca giapponese, sperimenta addirittura metodi per monitorare l'attività cerebrale di chi sogna nel tentativo di interpretarla e costituire così una banca dati dei sogni.

In ogni caso, spero che questa sera, quando mi metterò a letto non tornerò a rivivere l'incubo di trovarmi ancora tra i banchi di scuola.

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