FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Chi era Pier Luigi Ighina, l'uomo che voleva spostare le nuvole

Le invenzioni del ricercatore di Imola vanno dalla 'macchina delle pioggia' fino alla 'valvola antisismica'.
Immagine: Wikipedia.

Anche l'Italia ha avuto il suo Wilhelm Reich, l'allievo di Freud inventore del concetto di “energia orgonica” sulla base del quale aveva sviluppato strumenti come l’Accumulatore Orgonico — che permette di accumulare la fantomatica energia orgonica — ma sopratutto il Cloudbuster — un dispositivo per "ricalibrare le energie tra cielo e terra, influendo sul clima". L'equivalente creato dall'inventore Pier Luigi Ighina era uno strumento noto come 'macchina della pioggia' e il ricercatore lo avrebbe utilizzato anche per ”sabotare” i Gran Premi di Formula Uno che si tenevano nell'autodromo di Imola dato che la sua abitazione/laboratorio si trovava all'interno dell'area della pista.

Pubblicità

Come in altre storie di pseudoscienza simili, anche nel caso di Ighina si presentano i pattern tipici di questo genere di fenomeni: le prove che confermano le tesi discusse vengono esagerate, mentre i dati che le negano vengono sminuiti — Vengono accuratamente evitate le ulteriori verifiche successivi agli esperimenti, e quando gli stessi non vanno a buon fine le aspettative su di essi vengono drasticamente ridotte. D'altronde, di fronte alla complessità del mondo e alla difficoltà di coglierne le sfumature, la tentazione di spiegare tutto in termini estremamente semplici grazie a leggi dal funzionamento elementare così miracolose da potere essere applicabili in più campi del sapere umano è sempre fortissima.

Tutto questo comunque nulla toglie alla simpatia che ispira il personaggio immortalato nelle interviste. Oggi che il dibattito tra scienza ufficiale e pseudoscienza è così fortemente polarizzato in Italia, chiunque, indipendentemente dalla parte della barricata che si trova ad occupare in questa ”guerra,” avrebbe qualcosa da imparare da lui.

Nato a Milano nel 1908 e morto a Imola nel 2004, Pier Luigi Ighina si dedica già da giovane allo studio dell’elettromagnetismo. Si specializza in elettronica e lavora per la Magneti Marelli, nel 1926, si arruola come volontario nella Marina Militare e svolge l'incarico di telegrafista. In quegli anni Ighina inizia la sua opera di ricercatore alternativo e sviluppa il concetto di ”atomo magnetico”, che sostiene di avere osservato grazie a un microscopio di sua invenzione, il ”microscopio atomico lenticolare.”

Pubblicità

Ighina sostiene anche di aver lavorato con Guglielmo Marconi come suo assistente rimanendo nell'ombra. Sebbene da un lato esistano diverse testimonianze del suo interesse per lo scienziato e per la sua Fondazione, dall'altro non esistono documenti che attestino i rapporti tra i due. Ighina dichiara anche che la morte improvvisa di Marconi fosse dovuta ad un esperimento sull'atomo magnetico condotto senza la sua supervisione. Nel 1937, lo stesso anno della morte di Marconi, Ighina fonda a Imola il "Centro internazionale di studi magnetici" sotto forma di associazione senza fini accademici — piccola curiosità, anni dopo le note di copertina dell'album ”Pollution” di Franco Battiato fanno riferimento al centro.

Le ricerche di Ighina sono basate sul concetto di monopolo magnetico e sulla teoria Sole-Terra illustrate in un opuscoletto pubblicato da lui. Ecco come viene spiegata dallo stesso Ighina in un'intervista "l'energia solare è il monopolo positivo dell'atomo magnetico che arriva dalla Terra a spirale, dalla Terra riparte un'altra spirale verso il Sole con segno negativo e così il ciclo si chiude. Il riflesso di questa energia abbinato alla pulsazione che lo caratterizza crea la vita ed ogni cosa, animata o inanimata, è segnata da un proprio ritmo."

Seguici Motherboard Italia su Facebook e Twitter.

Il tutto ha più l'aspetto di una teoria esoterica che di una teoria validabile scientificamente, infatti, le invenzioni di Ighina non sono mai state brevettate o verificate in condizioni sperimentali — secondo i suoi collaboratori, ogni volta che dichiara riuscito un esperimento, non lo ripete di fronte a testimoni e sostiene di smontare i macchinari e utilizzare i pezzi per costruirne altri. Anche lui, come Reich e molti altri ricercatori alternativi, teme per la sua incolumità data la portata rivoluzionaria delle sue invenzioni.

Pubblicità

Tra le altra cose, infatti, sostiene di poter rigenerare cellule morte, allontanare terremoti con un'invenzione battezzata ”valvola antisismica,” sviluppa metodi alternativi per trasmettere immagini televisive, ridurre l'inquinamento e allontanare o avvicinare le nuvole. Nonostante, l'impossibilità di verificare le sue teorie, negli anni, il suo personaggio attira l'interesse della stampa locale e nazionale, fino a giungere alla televisione.

In una puntata di Report girata quando il ricercatore aveva novanta anni, una troupe della RAI è andato a trovarlo nella sua casa/laboratorio proprio per riprendere il funzionamento della famosa macchina della pioggia altrimenti detta ”stroboscopio ritmico magnetico solare.” Come evidenziato dalla regia del servizio, dopo che la macchina è stata azionata, si apre uno spazio nel cielo coperto sopra la macchina disposta nel giardino della sua abitazione.

Al filmato seguivano le dichiarazioni di Giuliano Preparata, che allora era docente di fisica alla Statale di Milano, intervistato da Milena Gabanelli che chiede se si trattano di ciarlatani: “Non hanno nessun aspetto della ciarlataneria. Sono persone che probabilmente hanno scoperto delle cose nuove, incomprensibili all’interno della visione generalmente accettata della fisica, e che dovrebbero essere guardate con grande interesse e grande simpatia perché potrebbero aprire degli scenari nuovi,” lo stesso Preparata era sensibile all'argomento 'ricercatori che vengono snobbati dalle accademie' date le sue ricerche indipendenti sulla fusione a freddo.

Pubblicità

La "macchina della pioggia" dovrebbe essere composta da un'elica di elicottero rivolta verso l'alto e da gruppi di tubi posizionati in superficie e sottoterra forniti di polvere di alluminio che si "caricherebbero con l'energia solare". Se caricati con energia positiva produrrebbero l'allontanamento delle nuvole. Rilasciando, invece, energia di polarità "negativa" si attrarebbero le nuvole. Il tutto seguendo il principio per il quale le nuvole avrebbero "polarità positiva" essendo caricate dal Sole.

Vuoi restare sempre aggiornato sulle cose più belle pubblicate da Motherboard Italia e gli altri canali? Iscriviti alla nostra newsletter settimanale.

Online si trova qualche riferimento da fonti più o meno affidabili sul suo funzionamento e su come costruirla. Su questo blog, ad esempio, viene riportato che:

”Il sole fa evaporare piccole particelle di materia (ossigeno, idrogeno, azoto, calcio, fosforo, ecc.). Queste particelle salendo verso il cielo vengono caricate di energia magnetica positiva solare luminosa che in esse diventa energia statica quando tali particelle si ossidano. L'energia contenuta in queste particelle di materia ha un peso che serve ad arrestare ad una data altezza le particelle a seconda del contenuto più o meno grande di energia statica. L'unione di queste particelle forma le nubi.”

Chiaro no? (No.)

Su un altro sito, invece, vengono spiegati i motivi per cui la replica dell'esperimento è problematica:

”L’elica è composta da 7 tubi di alluminio riempiti di polvere di alluminio (e non di vari metalli); sotto l’elica ci sono diversi tubi di alluminio (riempiti di polvere di alluminio) disposti a spirale in senso orario; nel terreno dove è posta l’elica sono stati interrati tanti tubi di alluminio quanti sono quelli in senso orario, questa volta però disposti in senso antiorario. Fatte queste precisazioni bisogna aggiungere che l’elica non funziona senza il monopolo magnetico positivo o negativo. Per capire meglio a circa 50 metri dall’elica, dentro la stanza di un laboratorio, era situata la macchina che produceva i monopoli magnetici. Tale macchina era costituita da una elettrocalamita pesante 30 Kg ed alimentata da 10 batterie da 12V da 50Ah. Il funzionamento della macchina prevedeva che l’elettrocalamita ruotasse e che si dovessero utilizzare impulsi intermittenti di corrente mentre ruotava: ripetiamo.. senza il monopolo magnetico l’elica non funziona!”

Ancora più chiaro no?

In ogni caso, se siete interessati a replicare l'esperienza, online si trovano anche le istruzioni per costruire la macchina.

Segui Federico su Twitter: @spaghettikraut