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Stati Uniti

In Texas dei manifestanti armati hanno protestato contro 'l'islamizzazione' degli Stati Uniti

A culmine di una crescente ondata xenofoba, pochi giorni fa un gruppo di persone ha manifestato fuori da una moschea texana per chiedere la fine di quella che definiscono "l'islamizzazione degli Stati Uniti."
Foto via Twitter/Zahid Arab

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Una decina di manifestanti - alcuni con indosso delle armi - si sono schierati sabato fuori da una moschea di Irving, in Texas, per chiedere la fine di quella che hanno definito "l'islamizzazione degli Stati Uniti."

Stando a quanto riportato dal Dallas Morning News, David Wright - un membro del gruppo "Bureau of American Islamic Relations" - ha detto di aver organizzato la manifestazione fuori dal Centro Islamico di Irving come reazione ai recenti attacchi terroristici a Parigi.

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"Abbiamo cercato di parlare con i membri della moschea prima di compiere quest'azione, ma non hanno risposto ai nostri messaggi," ha detto Wright. "Quindi eccoci qua."

Leggi anche: Perché lo Stato Islamico ha attaccato Parigi - e cosa potrebbe succedere adesso

Alcuni video mostrano la marcia dei manifestanti fuori dalla moschea, tra cui era presente almeno un uomo vestito completamente di nero e con in mano un fucile d'assalto. Altri indossavano delle maschere e tenevano cartelli e bandiere americane.

Armed Demonstration in front of the Islamic Center of Irving focused on stopping 'Islamization of America' — Zahid Arab (@ZahidArabFox4)November 21, 2015

Today there were armed protesters outside our masjid in — isa (@Isx_m22)November 22, 2015

Wright avrebbe affermato che le armi erano per "protezione personale": "Vogliamo dimostrare la nostra forza. Non siamo dei bersagli facili."

Il Dipartimento di polizia di Irving ha monitorato la manifestazione dal parcheggio della moschea. Anche il consigliere comunale David Palmer era presente alla protesta e ha condannato l'atto di intimidazione.

"Vi sembra ci sia qualche minaccia qui? Non gli si è avvicinato nessuno," ha detto Palmer al Morning News. "Dubito che sarebbero contenti se domattina alcuni dei fedeli musulmani si presentassero fuori dalle loro chiese cristiane, battiste o metodiste muniti di fucili."

La città di Irving era già finita sulle prime pagine dei giornali a settembre, quando Ahmed Mohamed, uno studente musulmano di 14 anni, è stato arrestato con l'accusa di "aver costruito una bomba" per aver portato a scuola un orologio artigianale.

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La sezione di San Antonio del Council for American Islamic Relations (CAIR) ha riportato venerdì che una moschea ha richiesto maggiori controlli di sicurezza dopo che un uomo si è intrufolato nel luogo di culto e ha "imprecato contro i fedeli per la loro religione."

Questi fatti sono avvenuti mentre negli Stati Uniti imperversa una crescente ondata xenofoba indirizzata, soprattutto dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre scorso, verso i rifugiati siriani. Nonostante tutti gli attentatori di Parigi identificati finora fossero cittadini francesi o belgi, molti politici repubblicani - tra i quali svariati candidati alla presidenza - hanno chiesto di ridurre o vietare l'ingresso di cittadini siriani nel paese.

Leggi anche: Gli attacchi di Parigi renderanno ancora più difficile la vita ai rifugiati siriani


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