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Tecnologia

Se i nudi delle celebrità non ti interessano, c'è una ragione scientifica

Il "celebgate" doverebbe essere un fatto per cui indignarsi. Com'è che ce ne freghiamo?
Immagine: Shutterstock

Per tutti coloro il cui interesse viene solleticato dalle foto di donne nude, Internet ha fornito pane per i vostri denti, con una gran quantità di foto di celebrità in abito adamitico. Sfortunatamente sono state pubblicate illegalmente in seguito a un attacco hacker, e senza il consenso dei soggetti in questione .

Internet ha reagito con sdegno al primo round di foto pubblicate, dopodiché si è diffuso un generale disinteresse man mano che venivano pubblicate altre foto. Perché c'è stato un tale cambiamento nella reazione allo stesso identico fenomeno?

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La risposta è probabilmente quella più ovvia: più sentiamo parlare di una cosa più ci facciamo l'abitudine, non importa quanto ci abbia sdegnato o offeso la prima volta.

"Ho osservato questo cambiamento nell'attitudine ogni volta che succede qualcosa di sconvolgente," mi ha detto Rosanna Guadagno, professoressa di Media Emergenti e Comunicazione alla University of Texas di Dallas.

La prima volta che succede qualcosa di scioccante le persone sono, be', scioccate. "Ma improvvisamente il fatto diventa una parte del nostro repertorio," ha affermato. "Ogni volta che il fatto si ripresenta, queste cattive azioni diventano un comportamento tra quelli possibili, che ha perso il suo effetto shock."

Guadagno ha subito chiarito che queste azioni non diventano improvvisamente accettabili di per sé, ma entrano nella nostra coscienza come qualcosa che può succedere, e che effettivamente succede, senza suscitare più stupore.

Quelli che erano attaccati ai propri schermi il weekend del Labour Day sono stati i primi a vedere le foto hackerate: un utente di 4Chan ha postato un certo numero di foto di nudo di alcune celebrità. Le foto hanno poi iniziato a diffondersi nell'universo digitale a un pubblico sempre più vasto, in concomitanza di quello che è stato chiamato "celebgate" o "the Fappening".

La questione ha iniziato ad essere dibattuta sui social media, sui quali c'era chi diceva che fosse una cosa "fantastica" e chi affermava che "non avrebbero dovuto farsi quelle foto." Altri sono arrivati a dare la colpa ad Apple per lo scarso sistema di sicurezza di iCloud. Al dibattito si sono poi aggiunte le voci degli altri media. Tutti avevano un'opinione, ed era molto diffuso un sentimento d'indignazione giustificata:

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The way in which you share your body must be a CHOICE. Support these women and do not look at these pictures.

— Lena Dunham (@lenadunham) September 1, 2014

Stealing someone's naked photos is the same as tearing someone's clothes off in public. It's sexual assault.

— Lucas Neff (@RealLucasNeff) September 1, 2014

Due settimane dopo, è stato pubblicato un secondo round di foto hackerate. Gli obiettivi erano di nuovo celebrità; il modo in cui sono state diffuse le foto è stato lo stesso. E, fatta eccezione per chi faceva salti di gioia, Internet ha reagito sostanzialmente con il silenzio.

Che cosa era cambiato? Perché alcuni eventi ci spingono ad appassionarci a una causa, mentre altri non attirano minimamente la nostra attenzione?

IMPROVVISAMENTE è DIVENTATA UNA PARTE DEL NOSTRO REPERTORIO

Un motivo potrebbe essere il fatto che la gente non ne può più.

"Esiste un punto di saturazione, ed è più probabile che si verifichi quando l'evento in questione perde il suo valore di shock," ha affermato Guadagno.

Una cosa interessante è che poco dopo il secondo round di foto hackerate, si è diffuso uno sdegno generalizzato nei confronti delle minacce di diffondere foto di Emma Watson dopo che l'attrice aveva tenuto un discorso sull'uguaglianza di genere presso le Nazioni Unite. È probabile si sia verificata una reazione di questo genere perché il discorso di Watson è stato così globalmente elogiato da sembrare quasi intoccabile. Alcuni hanno affermato che queste minacce "sono un attacco a tutte le donne." (Solo dopo è diventato chiaro che queste minacce non erano altro che una mossa pubblicitaria.)

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Quando si arrivi al punto di saturazione non è chiaro, ha affermato Guadagno, ed è qualcosa di cui potrebbe interessarsi nelle sue future ricerche. Una cosa però è certa: "più le persone sentono parlare di qualcosa di negativo, più cala l'interesse a riguardo," ha affermato. "E questo fatto ha delle implicazioni nel modo in cui ci relazioniamo alle notizie in generale."

Ma continuare a prestare attenzione a una questione è una nostra responsabilità? Sentiamo parlare di cose orribili ogni giorno, e ogni evento sembra peggiore di quello che lo ha preceduto. Come passivi utenti di Internet, è raro trovarci a pensare che qualcosa sia sotto il nostro controllo. La nostra tendenza è quella di scaricare sugli altri la responsabilità di punire azioni moralmente inaccettabili—un fatto che viene chiamato effetto bystander. E su Internet c'è sempre qualcun altro a cui rimandare queste responsabilità.

"Credo che Internet, per sua natura, produca una situazione in cui le persone hanno esperienza di una dispersione di responsabilità," ha suggerito Guadagno. E nonostante ci piaccia pensare che esistano forze maggiori che governano questo regno, ci sono davvero poche regole. Il vigilantismo, secondo Guadagno, è una di queste; gli utenti vengono caricati con il compito di segnalare o moderare i contenuti che ritengono siano inammissibili.

Gli hacker sono ancora in libertà e non si sa ancora quali siano le ripercussioni nei confronti delle loro azioni. Potrebbero diffondere altre foto di nudo. Potreste non poterne più delle notizie di foto hackerate, ma è sicuro che ve ne importerà qualcosa se saranno diffuse le vostre di foto. E non è così improbabile che succeda.

"L'ondata iniziale è stata così esplosiva che ci ha portato a pensare che sarebbe potuto succedere a qualsiasi altra donna," ha affermato Guadagno. "Queste cose succedono anche nella nostra vita quotidiana, seppur in misura minore. È davvero un'azione aggressiva nei confronti delle donne."