L’Unione Europea ha approvato il piano per la banda ultralarga in Italia

Nella giornata di ieri, 30 giugno, la Commissione europea ha finalmente approvato il piano italiano per la banda ultralarga. "Il piano per la banda larga ad alta velocità porterà internet più veloce a consumatori e imprese. Aiuterà il paese a dotarsi delle infrastrutture necessarie, contribuendo così alla creazione di un mercato unico digitale connesso nell'UE," spiega la commissaria UE alla concorrenza Margrethe Vestager. "Grazie ad una buona cooperazione con l'Italia, abbiamo potuto completare l'esame del nuovo piano con grande rapidità"

Il piano, promosso dal governo Renzi, prevede di estendere entro il 2022 la copertura della banda larga ad alta velocità—ovvero connessioni con banda superiore ai 30mbps—all'85 per cento della popolazione e alla totalità degli edifici pubblici, laddove attualmente raggiunge solo il 44 per cento e, stando alle proiezioni, ancora nel 2018 avrebbe continuato a escludere il 26 per cento delle famiglie.

La Commissione Europea approva il piano dell'Italia per la banda ultralarga per il periodo 2016-2022.

Antonello Giacomelli30 giugno 2016

In un comunicato stampa da Bruxelles, Antonello Giacomelli—sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni—ha commentato sul tema delle aree bianche—quelle attualmente non raggiunte dalla fibra—dichiarando che "dopo vent'anni il paese tornerà ad avere una rete pubblica nelle aree bianche. Sbaglia chi pensa che le aree bianche siano poco interessanti dal punto di vista economico. Non stiamo parlando di un'Italia residuale, ma di 7300 comuni italiani su 8mila e 13 milioni di cittadini."

La notizia, peraltro, segue di pochi mesi l'incoraggiante annuncio del progetto Open Fiber da parte di Enel che prevede un investimento di 2.5 miliardi di euro per portare la fibra ottica in 224 comuni italiani attualmente non serviti. Non resta che attendere, e sperare che questo piano possa aiutare a risollevare la tragica situazione della connetività in Italia. Nel frattempo, in Italia, c'è chi acquista antenne di tasca propria pur di ovviare al problema.