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Tecnologia

'Miitomo' è la nuova rivoluzione di Nintendo

Il nuovo 'social simulator' per smartphone di Nintendo è un successo, e potrebbe essere l'inizio di una nuova rivoluzione per il mondo dei videogiochi.
via The Verge

Lo stato di salute di Nintendo, il titano giapponese dei videogiochi, è e continua a essere uno dei più grandi misteri della storia moderna: è viva? È morta? Stacchiamo la spina? E in effetti, volendo seguire la teoria dei corsi e ricorsi storici, viene facile immaginare come —pur in misura minore— le preoccupazioni sul suo salute si susseguano più o meno dal 1966, quando Hiroshi Yamauchi decise che l'azienda del nonno avrebbe dovuto passare dalla produzione di carte da gioco a quella dei giocattoli tout court, anche grazie alle idee bizzarre di Gunpei Yokoi.

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Tra un Love Tester, un'Ultra Hand e l'esplosione in patria dei giochi da sala tutti mira e light gun, Nintendo riesce a sopravvivere serenamente fino al 1979, quando Yokoi, guardando un uomo d'affari che giocava in treno con una calcolatrice LCD (dio benedica i giapponesi), si inventò la serie di console portatili Game & Watch e, in sostanza, le console portatili. Nel frattempo, un giovane allievo di Yokoi, Shigeru Miyamoto, se ne stava nelle retrovie aziendali a inventarsi Donkey Kong e, conseguentemente, anche quel tale baffuto che *forse* vi capita di vedere di tanto in tanto associato al mondo dei videogiochi.

Il resto è storia: nel 1985 il Famicom, la prima console casalinga della "nuova" Nintendo, sbarca anche negli Stati Uniti con il nome di NES, facendo dimenticare al mondo che sia mai esistita una Nintendo pre-Super Mario Bros. Oggi, a distanza di 31 anni, Nintendo ha cominciato un nuovo capitolo della sua storia grazie a Miitomo, la sua prima app per smartphone che, nonostante abbracci uno spirito più "casual", rientra perfettamente nella storia e nella tradizione della casa di Kyoto, come dimostra anche il suo inaspettato successo.

La determinazione di Nintendo nel continuare a innovarsi, comprendendo le tendenze del mondo della tecnologia e dell'intrattenimento è diventata uno dei tratti distintivi della casa nipponica.

Dopo quella prima rivoluzione degli anni Sessanta, in effetti, la determinazione di Nintendo nel continuare a innovarsi, comprendendo le tendenze del mondo della tecnologia e dell'intrattenimento—che in quegli anni stava vivendo il suo primo grande boom—è diventata uno dei tratti distintivi della casa nipponica, forte della sua idea di usare l'hardware solo come fine per proporre idee uniche, sempre un passo avanti.

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Certo, come dimostra anche il Virtual Boy, ultimo lascito di Gunpei Yokoi a Nintendo nonché prima console a voler sfruttare il concetto di realtà virtuale (era il 1995, ventuno anni prima di una versione di Oculus Rift minimamente sopportabile dal vasto pubblico), pensare troppo avanti rispetto ai propri tempi è spesso un'arma a doppio taglio (e fa venire il vomito ai propri clienti). Allo stesso tempo è innegabile che, nonostante la svista nel voler insistere sulle cartucce dando la possibilità a Sony di commercializzare da sola il suo lettore CD per i videogiochi (avete presente la prima PlayStation?), Nintendo il fallimento non l'ha mai visto nemmeno con il cannocchiale, come invece spesso piace pensare agli analisti di mercato.

Uno screenshot di una chiacchierata su

Miitomo.

Non solo perché Nintendo 64 ha saputo comunque lasciare un'impronta storica nei videogiochi , ma anche perché quando è inciampata in un mezzo passo falso produttivo come il GameCube (che pure è impossibile ricordare senza spendere parole al miele), Nintendo saputo ripartire da quelle ceneri dando vita a Wii, uno degli eventi più innovativi del mondo dell'intrattenimento. Una rivoluzione così dirompente che nemmeno la concorrenza è stata in grado di copiare.

Il pedigree da giocattolai e la ricerca costante per la novità, a braccetto con l'impossibilità endemica di replicare un successo trasversale come quello di Wii, ci hanno infine portato Wii U, una console che pur raccogliendo molto dal passato non ha saputo farsi capire dal pubblico (e dagli sviluppatori) come chi l'ha preceduta, complice anche la scelta di proporre un ibrido controller/tablet piuttosto che continuare con i più pratici telecomandi Wii (comunque supportati dalla console). Per fortuna di Nintendo, dal 1989 ad oggi, un flop sul mercato casalingo poteva essere salvato ricorrendo alla sempreverde scialuppe inaffondabile degli eredi dei Game & Watch: dall'infinita stirpe dei Game Boy al 3DS, passando per quel Nintendo DS che portò al mondo la rivoluzione copernicana del "touch gaming"— che oggi portiamo tutti in tasca grazie agli smartphone e ai videogiochi da 79 centesimi, quasi quattro anni prima della venuta di iPhone.

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Proprio dagli smartphone parte l'ultima rivoluzione, in ordine di tempo, della casa giapponese. Certo, è una rivoluzione che coinvolge solo Nintendo, arrivata colpevolmente in ritardo di qualche anno nell'adeguarsi a un mondo sempre più connesso e social con infrastrutture di questo millennio, ma tant'è. Il successore di Hiroshi Yamauchi alla presidenza, Satoru Iwata, a marzo dello scorso anno ha siglato un accordo con DeNA, azienda di mobile gaming e piattaforme social leader in Giappone, al fine di proporre un nuovo sistema di account unico per tutto l'ecosistema Nintendo e, ancora più importante, di far sbarcare Mario e il Regno dei funghi anche sui cellulari di ultima generazione.

Più o meno un anno dopo quello storico accordo, abbiamo effettivamente un nuovo account unico di Nintendo e, per l'appunto, Miitomo, il "social simulator" (qualunque cosa voglia dire) in cui usare il proprio Mii personalizzato (i simpatici avatar nati nel 2006 su Wii) per rispondere alle domande dei propri amici, fare foto stupide ai Mii e, in generale, farsi gli affari della gente in un modo diverso rispetto a Facebook e Twitter. Miitomo, insomma, non è l'ennesimo trattato di level design di Miyamoto o Nintendo EAD; non è un corroborante gioco di kart all'ultimo sangue e non è nemmeno un'epica cavalcata fantasy per salvare la principessa in pericolo. Miitomo è, più che altro, un social network all'acqua di rose, con un'interfaccia grafica simpaticona e tante risposte stupide dei vostri amici, in cui per giunta poter vincere e/o comprare nuovi vestitini per il vostro Mii. E, parliamoci chiaro, non solo è un concetto geniale nella sua disarmante semplicità, ma funziona.

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Non parlo solo dell'interfaccia utente, che — a patto di avere un minimo di tolleranza per l'idea di base e per i tempi di risposta non proprio istantanei dell'app — diventa perfetta mentre si aspetta la metro, diventando un'alternativa simpatica ai link discutibili di Facebook o alla boria di Twitter; ma funziona soprattutto come primo segnale dell'ennesima, nuova Nintendo.

Miitomo è stato scaricato 2.6 milioni di volte solo la scorsa settimana.

Stando ai dati di Surveymonkey, Miitomo è stato scaricato 2.6 milioni di volte solo la scorsa settimana (370.000 download giornalieri, due terzi dei quali su piattaforme iOS e il restante su quelle Android), il che ha portato alla registrazione di quattro milioni di utenti unici, di cui un milione attivo regolarmente ogni giorno per due o tre sessioni da circa 7/8 minuti. Ma il dato che lascia più positivamente sorpresi, per lo meno dalle parti dell'ufficio contabilità di Kyoto, è che Miitomo al momento garantisce circa quarantamila dollari di incasso al giorno, tra utenti Android e iOS, grazie alle sole microtransazioni. Un incasso medio per utente giornaliero intorno ai 3-4 centesimi che, seppure risibile rispetto ai numeri di un colosso come Clash Royale, è certamente significativo se si pensa che parliamo pur sempre di un esperimento "social" appena agli inizi del suo ciclo vitale.

In effetti, la vera sfida di Miitomo è sopravvivere, in tutti i sensi. Considerando che Miitomo non offre un grande senso di progressione o tantomeno di sfida, ma piuttosto si affida alla morbosa curiosità dei suoi utenti e alla loro soglia di attenzione, bisogna vedere quanto di quel milione di unici giornalieri continuerà ad essere attivo dopo le prime due settimane passate a rispondere alla miriade di domande degli amici Mii, cercando disperatamente di vincere un copricapo imbarazzante al pachinko o aspettando i nuovi aggiornamenti del negozio di vestiti.

Solo il tempo saprà dirci in quanti avranno voglia di spendere pochi centesimi per mostrare agli amici il nuovo completino del loro Mii. Per il momento, Miitomo è il primo, per certi versi rassicurante segnale che Nintendo, nonostante i malpensanti, sappia ancora come cambiare pelle e guadagnare con idee semplici ma coinvolgenti, come ha sempre fatto dal 1889 ad oggi.

Segui Stefano su Twitter: @Nabucodorozor