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Sport

Dentro l'ossessione per Football Manager

Football Manager è un gioco diverso dagli altri, un gioco in cui sei allo stesso tempo immensamente potente e del tutto impotente. Cosa che, in effetti, lo rende molto più che un semplice gioco.

Sedere in un cinema privato di Mayfair per guardare un documentario di 90 minuti sulla storia di Football Manager è stato surreale. Le bevande gratuite, le tartine e la folla che riempiva la hall erano tutti elementi molto diversi da quelli che di solito accompagnano l'esperienza di gioco, fatta di patatine fritte, caffeina e digiuno causato dall'eccessivo coinvolgimento. Perché Football Manager—che una volta si chiamava Championship Manager, ed è il celebre simulatore sportivo creato dalla Sports Interactive—di solito viene giocato da tizi con occhi da lemure nascosti al sicuro dallo sguardo dell'umanità per interminabili ore.

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Dopo la proiezione, durante il momento dedicato alle domande del pubblico, Miles Jacobson, direttore di Sports Interactive, ha liquidato in pochi minuti una domanda sulla dipendenza provocata dal gioco. Come si può facilmente immaginare, l'idea che la gente associ il suo gioco ai comportamenti compulsivi che portano a fissarsi su una specifica sostanza o attività non gli andava molto a genio. Invece che paragonare il prodotto di punta della sua azienda alle droghe o ai centri scommesse che svuotano i portafogli ai giocatori d'azzardo, Jacobson l'ha descritto come un secondo lavoro molto appassionate; come una doppia vita che prende  lentamente il posto della routine e della quotidianità dei giocatori. Una volta che ci sei caduto dentro, i confini tra il virtuale e il reale cominciano a farsi più sfumati.

"Ne ero dipendente, come se fosse stato cocaina!" ha dichiarato Plan B in un'intervista nel 2011. "Non uscivo di casa. I miei amici mi chiamavano e io ignoravo le loro telefonate. Bussavano alla porta e io dicevo che ero malato, così potevo giocare senza interruzioni." Solo chi ha passato molto tempo giocando a Football Manager può capire. Che bisogno c'è di uscire e avere una vita sociale, quando puoi fare serata comodamente davanti al computer? C'è chi ha dovuto subire delle operazioni. Chi ha divorziato. Eppure, quasi tutti quelli che ci hanno giocato in modo compulsivo faranno fatica ad ammettere che non ne è valsa la pena.

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Football Manager è la cosa più vicina a una droga che sia mai esistita nel mondo dei videogiochi. Ci giochi senza riuscire a fermarti, si divora tutto il tuo tempo. Giorni, settimane, turni di lavoro, ferie, lauree: nulla è al sicuro dal fascino di una carriera virtuale da allenatore di calcio. Durante le riunioni, inizi a disegnare sul retro dei fogli potenziali formazioni. Scarabocchi di fretta liste di giocatori sui margini di documenti e pratiche di lavoro.

Il trailer di An Alternate Reality, un documentario su Football Manager

Una maratona di tre giorni in cui il giocatore riesce ad arrivare dalle profondità delle serie minori inglesi ai vertici della Premier League spesso ha anche dei postumi. Dopo un paio di stagioni in cui riescono a portare la Vauxhall Motors ai vertici, anche i giocatori più incalliti iniziano a chiamare il proprio manager "Tyler Durden."

La differenza col Progetto Mayhem, tuttavia, è che di Football Manager puoi parlare senza timore. Anzi, uno degli effetti collaterali del giocarci è che si sviluppa la capacità di individuare subito un altro giocatore in un gruppo di sconosciuti presenti a una festa o tra i propri colleghi di lavoro.

Esistono altri giochi in grado di ossessionare  chi ci gioca. Ma tutti questi giochi non sono niente più che videogiochi, e in quanto tali hanno tutti i limiti derivanti dal far parte dello stesso insieme diWorld Of Warcraft, Call Of Duty e simili. Certo, il mondo dei videogiochi non è mai stato così in crescita (i suoi bilanci e i dati sue vendite lo fanno sembrare una minuscola Hollywood) ma i giochi di calcio sono molto tradizionali, e in questo campo Football Manager occupa una posizione unica rispetto a FIFA e a Pro Evolution. È così diffuso che molte delle sue stranezze sono diventate dei meme anche fuori dal gioco, e l'abitudine di alcuni giocatori di indossare l'uniforme completa della squadra per le finali di coppa è entrata a far parte della mitologia popolare.

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L'elemento escapistico è il nucleo centrale di quasi tutti i giochi. Ma Football Manager è più di un semplice gioco. Ogni salvataggio e ogni partita sono un momento di un'ucronia unica creata dal giocatore. Questi mondi alternativi prendono sempre più vita man mano che si effettuano trasferimenti e si segnano gol. A differenza della maggior parte dei giochi, non ci sono obiettivi prefissati nel mondo di Football Manager. E non è nemmeno detto che i giocatori ne siano i protagonisti. La simulazione non ha bisogno di un intervento umano per progredire, e quelli che entrano nel suo mondo sono lasciati al loro destino: possono decidere loro gli obiettivi e fissare loro le condizioni di vittoria. Può anche essere usato per generare un universo calcistico parallelo.

O una realtà alternativa, come dice il titolo del nuovo documentario di Sports Interactive sul gioco diventato una serie che ha venduto oltre 15 milioni di copie, prodotto cinque dei 20 videogiochi più venduti di tutti i tempi e occupato la prima posizione della classifica dei videogiochi più venduti del Regno Unito per 200 settimane di fila. Ma il documentario racconta anche alcune delle imprese più impressionanti compiute dai suoi giocatori nella storia del gioco.

Freddy Adu, eroe di Championship Manager 2003/04, sfida a una gara di palleggi un certo Pelè

Secondo Ov Collyer (che nel 1988, insieme al fratello Paul, ha creato il primo prototipo del gioco nella sua cameretta a Shropshire) l'idea era quella di creare "un gioco che poteva andare avanti senza di te."

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Grazie alle loro prestazioni nel gioco, alcuni giocatori sono quasi venerati. Altri sono diventati dei miti a causa della differenza tra la le loro prestazioni reali e quelle virtuali: è il caso di ex "promesse" come Cherno Samba e Tonton Zola Moukoko. Altri ancora hanno raggiunto o addirittura superato i successi che ottenevano nel gioco. Lionel Messi e Gareth Bale sono solo due dei fenomeni del calcio mondiale che i giocatori di Football Manager conoscevano già, per le loro prestazioni virtuali, prima che diventassero noti ai tifosi del mondo reale.

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Quando Tim Pyke ha dovuto organizzare la sua luna di miele, ha deciso di cogliere l'occasione per veder giocare dal vivo il Nesebar, la squadra militante nella seconda divisione del campionato bulgaro di cui si era innamorato nel gioco. Dopo aver controllato i prezzi e i voli, ha prenotato una fuga romantica nel resort sul Mar Nero dove il club è stato fondato, e una volta arrivato lì è anche riuscito a vedere una partita.

"Le persone a cui lo dico si mettono a ridere, lo trovano incredibile. Poi mi chiedono se mia moglie ne fosse a conoscenza. Quando spiego che non ne sapeva niente, rimangono increduli al pensiero che io sia riuscito a nasconderglielo per così tanti anni. Ma in fin dei conti, mia moglie trova che la nostra luna di miele sia stata meravigliosa, a prescindere dai motivi per cui ho scelto la Bulgaria come destinazione."

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"Giocare a Football Manager è un'esperienza molto più intensa che giocare a un qualsiasi altro videogioco. Su Twitter parlo spesso con calciatori di serie minori delle loro prestazioni nel gioco. Molto spesso sono anche loro fan del gioco, quindi gli interessa sapere quali sono le loro prestazioni virtuali.

Jonny Sharples ha voluto trasferire nella vita reale il successo virtuale che aveva ottenuto con il Gateshead. Ha chiamato la squadra, che milita in campionati dilettantistici e che lui aveva portato in Champions League, per ordinare una maglietta con il nome del suo attaccante preferito, Wesley Ngo Beheng. Tuttavia, c'è stato un piccolo problema:

"Alla fine, mi sono ritrovato a parlare di una persona di cui la società non aveva mai sentito parlare. Stavo chiedendo una maglia di un tizio che non giocava per loro.  La parte divertente di questa storia è che, dopo, questo tizio ha effettivamente fatto un provino al Gateshead. Mi piace pensare che [dopo che ho chiesto la maglia] quelli della squadra abbiano cercato su Google 'Ngo-Beheng' per capire chi fosse. Ma forse mi sto dando troppo credito per qualcosa che in realtà è successo solo su Football Manager."

Il Gateshead non è la prima squadra a basare la sua politica di tesseramento sul gioco. Quando lo allenava David Moyes, l'Everton ne aveva acquistato il database a uso dei suoi osservatori. Più di recente, la Sports Interactive ha firmato un accordo per lavorare con Prozone, uno dei principali servizi di analisi dati per le società calcistiche del mondo reale. Da quest'estate in poi, i veri allenatori di calcio utilizzeranno Football Manager per valutare potenziali acquisti e gli obbiettivi di mercato.

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Tuttavia, ci sono persone che rimangono immuni al suo fascino. Stan Collymor, un ex calciatore diventato poi un paria dei tabloid inglesi e in seguito un conduttore radiofonico, ha usato spesso i giocatori di Football Manager come capro espiatorio nel denunciare il tifo moderno. Per quanto riguarda invece quanti lo snobbano considerandolo un gioco da nerd, la risposta viene dalle parole di Keith Stuart, gaming editor del Guardian, intervistato all'interno del documentario. "Mi incazzo, quando la gente dice che è solo un database. È come leggere Anna Karenina e dire che è solo un insieme di parole stampate su una pagina."

Ibrahima Bakayoko, ex giocatore dell'Everton e leggenda di Championship Manager

Iain MacIntosh è un giornalista che scrive di calcio. È l'autore di Football Manager Stole My Life e un giocatore accanito di Football Manager. Ed è fermamente convinto che il gioco abbia cambiato in meglio il modo in cui molte persone vedono il calcio.

"È così che molte persone si sono appassionate alla tattica. Tante piccole cose, come l'idea che non si può passare dalla difesa a quattro a quella a tre e aspettarsi che funzioni immediatamente, sono entrate nelle menti degli appassionati di calcio in questo modo. Certo, nessuna simulazione sarà mai in grado di farvi entrare in uno spogliatoio pieno di uomini grossi, muscolosi e pelosi e diventarne subito il capo. Ma può aiutare a capire il tipo di pressione che si ha addosso in quella situazione."

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"È strano ammetterlo, ma spesso, osservando la carriera di un allenatore professionista, mi ritrovò a pensare: 'So com'è. Ci sono passato anch'io. Sì, certo, è successo quando in Football Managerstavo allenando il Tottenham nel 2017, ma in un certo senso ci sono passato anch'io.' Molti allenatori scarsi diranno che Football Manager genera in chi ci gioca delle aspettative irrealistiche. Ma penso che ci siano anche molte persone in grado di capire quanto è difficile oggi questo gioco."

"Negli altri giochi non può essere allo stesso tempo immensamente potente e del tutto impotente come in Football Manager. In questo gioco puoi fare praticamente tutto, ma quando la tua squadra scende in campo l'impatto diretto che puoi avere sul suo gioco è molto limitato. È proprio lì il suo fascino. Non esiste un modo per poterlo dominare. È sempre diverso. Se giochi a FIFA, e sei bravo, la tua squadra batterà automaticamente le altre. In Football Manager una cosa del genere non può succedere."

Oggi, i videogiochi si dividono in due tipi: quelli semplici e quelli difficili. La prima categoria comprende la Wii e le app come Candy Crush Saga; la seconda comprende praticamente tutto il resto. Ci sono anche i giochi creati da studi indipendenti, che possono ricadere in una o nessuna delle due categorie. Football Manager sta a cavallo tra tutti e tre questi generi di videogioco, come il cuore di un diagramma di Eulero-Venn. È una serie di grandissimo successo realizzata senza grossi budget e senza la perfezione grafica dei giochi prodotti dalle aziende più grandi del settore. La stessa Sport Interactive ammette che Football Manager è un gioco "graficamente povero" rispetto alla maggior parte degli altri titoli con cui viene spesso paragonato. In termini di gameplay, però, combina la profondità e il coinvolgimento di un gioco di strategia storico con l'accessibilità e la capacità di provocare quella forma di dipendenza da "solo un altro click" che hanno i giochi semplici. Attrae quei giocatori che altrimenti non giocherebbero tanto ai videogiochi (è facile che Football Manager sia l'unico a cui giocano) e li trasforma nei nerd più fanatici.

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Il risultato è che coloro che hanno esplorato ogni angolo, ogni nicchia e ogni livello di questo gioco ne escono con una maggiore conoscenza del calcio, sia di quello estero che di quello amatoriale. Coloro che passano attraverso il suo sistema di campionati e coppe ne emergono spesso con gli stessi ricordi vividi e duraturi che altre persone possono ricavare da un fine settimana fuori porta.

"Le partite di Football Manager sono come i sogni: noiose, a meno che non siano le tue," sostiene ​Gareth Campesinos!, cantante dei Los Campesinos! nonché giocatore di Football Manager senza speranza. "Per cui, in linea di massima, tendo a evitare di immischiarmi in quelle degli altri. Ma spesso tendo a dimenticarlo, e mi ritrovo a parlare tutto esaltato della stagione che ho fatto con l'​​Huddersfield a Football Manager 2012. Che, sinceramente, è stata incredibile."

Mentre scrivevo questo articolo, un giocatore mi ha raccontato che una volta era arrivato sull'Isola di Wight da solo Era arrivato lì senza i soldi per pagare un taxi che dal porto lo portasse al campeggio dove si trovavano i suoi amici. Per fortuna, grazie alla sua conoscenza del calcio nordirlandese ottenuta giocando per anni a Football Manager con partite che arrivavano a durare fino al 2040, era riuscito a fare amicizia con un gruppo di ragazzi di Portadown (una città la cui esistenza gli era nota solo grazie al videogioco) i quali gli avevano dato un passaggio e regalato un po' di MDMA in cambio di alcune storie su Football Manager.

"Mentirei se non ammettessi che quel momento mi ha aperto gli occhi, in un certo senso. Quando sono tornato a casa mi sono fatto un esame di coscienza e ho deciso che avevo passato il limite. Da allora, gestisco meglio il mio tempo. Adesso gioco e mi diverto in modo più sano, per la gioia dei miei vicini di casa."

Oltre all'accordo con Prozone, c'è un'altra storia su Football Manager che mostra quanto si siano assottigliate le differenze tra il gioco vero e proprio e quello che dovrebbe esserne la simulazione. Nel 2002 i tifosi del Wimbledon FC, dopo che la squadra è stata spostata a Milton Keynes dai nuovi proprietari ed è diventata MK Dons, hanno formato l'AFC Wimbledon. La Sports Interactive è stata una delle prime aziende a sponsorizzare e finanziare la nuova squadra creata. Questo legame esiste ancora oggi, con il logo di Football Manager che campeggia sulla maglia dell'AFC Wimbledon oltre che su quella del Watford FC.

Durante il momento dedicato alle domande del pubblico, subito dopo la proiezione del documentario, il direttore commerciale dell'AFC Wimbledon Ivor Heller ha annunciato ai presenti che la squadra aveva appena sconfitto gli avversari di Milton Keynes sul loro campo. In una parte del documentario dedicata al legame tra la squadra e Sports Interactive, lo stesso Heller spiegava che "abbiamo sempre desiderato fare parte del mondo del calcio, e non penso ci sia modo migliore di farlo che non insieme a Football Manager."

Nel documentario compaiono anche molti giocatori e allenatori famosi, tra cui Ole Gunnar Solksjaer, Alex McLeish, Demetrio Albertini, Will Hughes, Adam Le Fondre e Andros Townsend, che parlano del loro amore per il gioco. In passato, Andre Vilas-Boas ha dichiarato che è stato Football Manager a fargli decidere di lavorare nel mondo del calcio. Paul Pogba è stato beccato a giocarci durante il viaggio in aereo che ha portato la nazionale francese in Brasile per i Mondiali e Bafetimbi Gomis ha ammesso che quest'estate, prima di firmare per lo Swansea, ne ha osservato i giocatori nel gioco.

Come dice Paul Collyer nel documentario: "Non abbiamo mai pensato al fatto che chiunque vuole fare l'allenatore di calcio. Abbiamo creato il gioco per noi e per i nostri amici, e poi abbiamo scoperto di essere proprio come tutti gli altri."

Considerando il numero di ore che chi ci gioca passa di fronte allo schermo, probabilmente il fascino di Football Manager non è normale. In realtà, però, è abbastanza banale. È un gioco da un solo giocatore, che si gioca offline e che potrebbe trasformarsi in un incubo distopico basato su un software. Se si arrivasse a ciò, l'umanità non avrebbe più possibilità. Come ha detto MacIntosh: "L'IA di Football Manager impara dall'esperienza. Reagisce a quello che fai, quindi se azzecchi, gli allenatori gestiti dall'IA si adatteranno, cominciando da quelli con la maggiore intelligenza tattica. Questo maledetto coso impara. È Skynet. Skynet con una maglia da calcio."

Segui Greg Johnson su Twitter: ​@gregianjohnson