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Tecnologia

Come i Repubblicani e la FCC hanno fregato tutti sulla Net Neutrality

I Repubblicani hanno venduto una storia non vera e l'hanno usata per rimuovere le norme che proteggevano internet.
Immagine: Alex Wong/Getty

Un punto chiave di qualsiasi discorso fatto dai Repubblicani negli USA durante la battaglia per la net neutrality era che, nel 2015, l’allora presidente Obama avesse permesso al governo di prendere il controllo di internet, bullizzando illegalmente l’indipendente Federal Communications Commission (FCC) affinché adottasse le sue regole. In questa versione della storia, la destituzione di queste regole avvenuta giovedì scorso per opera di Ajit Pai è un ritorno ai bei giorni andati, prima che la FCC fosse costretta a sottomettersi a regole che non aveva mai voluto.

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“Su ordine diretto della precedente amministrazione della Casa Bianca, la FCC ha cancellato il collaudato regolamento a tocco leggero [“light touch” in americano, è il termine che Ajit Pai ha usato a ripetizione per definire si la normativa precedente all’era Obama sia quella che è stata approvata la settimana scorsa, ndt.] di internet e l’ha sostituito con uno pesante a microgestione,” ha detto Pai giovedì, prima di votare per eliminare le normative.

Ma i documenti interni della FCC ottenuti da Motherboard tramite una richiesta di Freedom of Information Act dimostrano che l’indipendente, apartitico Ufficio dell’Ispettore Generale (OIG) della FCC — agendo su ordine dei Repubblicani del Congresso — ha condotto un’indagine per verificare l’ipotesi secondo cui Obama avrebbe interferito con i procedimenti per la net neutrality della FCC e ha scoperto che l’idea era in realtà priva di basi e senso. La retorica promossa dai Repubblicani secondo cui Obama avrebbe pilotato un’usurpazione di internet, quindi, è stata del tutto smentita da un’indagine indipendente, i cui risultati non sono però stati resi pubblici prima del voto di giovedì.

Prima, qualche retroscena: la FCC è un’agenzia regolatrice indipendente che dovrebbe restare “estranea a influenze indebite” da parte del ramo esecutivo — non è, in altre parole, legata alla Casa Bianca, ma solo alle leggi fatte dal Congresso. Questo significa che il presidente non può imporre direttamente l’implementazione di alcuna norma. A novembre 2014, Obama ha rilasciato una dichiarazione in cui sosteneva che, a suo avviso, la FCC avrebbe dovuto creare regole per proteggere la net neutrality, ma che “in ultima istanza, la decisione spetta solo a loro.”

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"Non abbiamo trovato prova alcuna di accordi segrete, promesse, minacce provenienti da qualcuno di esterno alla Commissione, né prove di abuso di potere di qualsiasi altro genere atto a influenzare il processo decisionale della FCC."

Questa dichiarazione è diventata il pretesto scatenante della storia Obama-sta-usurpando-internet (gruppi estremamente conservatori avevano già definito la net neutrality come “Marxista” nelle email inviate alle mailing-list repubblicane).

A inizio dicembre 2014, la FCC, allora guidata da Tom Wheeler, ha annunciato che non avrebbe affrontato la questione net neutrality fino al 2015. I conservatori hanno attribuito questo ritardo all’ingerenza di Obama, e rimandato a un articolo del Wall Street Journal sottolineando come ci fossero “sforzi insoliti e segreti all’interno della Casa Bianca, guidati da due assistenti, che hanno portato all’adozione di quelle normative da parte della FCC.”

La House Oversight e la Government Reform Committee hanno chiamato Wheeler per discutere della relazione tra la FCC e la Casa Bianca. Il repubblicano Jason Chaffetz sosteneva che la dichiarazione di Obama avrebbe portato Wheeler ad “alterare radicalmente la sua condotta” e ha chiesto a Wheeler se la FCC avesse avuto incontri segreti con la Casa Bianca, pretendendo poi che l’Ispettore Generale della FCC indagasse: “Penso che ci sia abbastanza fumo qui e che sia proprio il caso di guardare meglio,” ha detto.

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Tramite una richiesta di FOIA, Motherboard ha ottenuto un riassunto del report dell’Ispettore Generale, che non è mai stato rilasciato pubblicamente ed è etichettato come “Solo Uso Ufficiale, Informazioni Sensibili sulle Forze dell’Ordine.” Dopo aver revisionato oltre 600.000 email, l’ufficio indipendente ha scoperto che non c’era stata alcuna collusione tra la Casa Bianca e la FCC: “Non abbiamo trovato prova alcuna di accordi segrete, promesse, minacce provenienti da qualcuno di esterno alla Commissione, né prove di abuso di potere di qualsiasi altro genere atto a influenzare il processo decisionale della FCC.” il documento è in embed in fondo a questo articolo.

Il sunto è stato inviato da Jay Keithley, assistente ispettore generale, a David Hunt, che era stato l’ispettore generale della FCC dal 2009 (Hunt resta IG ancora oggi): La nota è datata 22 agosto 2016. L’OIG della FCC non ha risposto immediatamente alle domande di Motherboard sul perché la nota non sia stata resa pubblica prima, ma Wendy Hadfield, paralegale all’OIG della FCC che ha processato la richiesta di FOIA in un solo giorno (tempistiche incredibilmente rapide per questo genere di cose), mi ha detto per email che l’agenzia “riconosce la notiziabilità di questa informazione” e ha cercato di processare il documento “in tempi utili.”

Gli uffici della FCC e del suo presidente Ajit Pai non hanno risposto alla richiesta di commento inviata lunedì mattina. Questo articolo sarà aggiornato in caso di responso.

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Il report ha anche scoperto che le normative erano state rimandate nel 2014 non per interferenze da parte dell’amministrazione Obama, ma semplicemente perché non erano pronte: “Per quanto il nostro team abbia lavorato giorno e notte per riuscire a finire, restano ostacoli significativi alla preparazione di un ordine legalmente sostenibile nel tempo che avanza,” ha detto Julie Veach, allora capo della Wireline Bureau della FCC (che stava lavorando alle normative), il 6 novembre 2014 in una email rivolta a Wheeler e altri dipendenti di alto profilo della FCC.

I Repubblicani hanno venduto al pubblico una storia che non è vera, per poi usarla per rimuovere le normative che proteggevano internet.

Il report dell’Ispettore Generale evidenzia anche come le informazioni che ha revisionato non supportino l’analisi presentata in un altro documento del Senato intitolato: “Regulating the Internet: How the White House Bowled Over FCC Independence.”

“Niente di ciò che abbiamo trovato confuta i riscontri fattuali nel Senate Staff Report,” ha scritto l’IG (grassetto dell’agenzia). “Cosa più importante, niente di ciò che abbiamo trovato nelle trascrizioni complete e non redatte conferma qualsivoglia influenza indebita che potesse far propendere per una indagine più comprensiva.”

Ciò che l’Ispettore Generale ha riscontrato, dunque, sono solo dipendenti pubblici che facevano il proprio lavoro: “Niente in queste o in qualsiasi altra email pare indicare che ci fosse pressione per ritardare l’Ordine dell’incontro di dicembre da alcuna fonte che non fossero i dipendenti preoccupati della stessa FCC,” si legge sul report, che aggiunge come non ci fosse “alcun indizio” che una bozza delle normative sulla net neutrality fosse circolata in modo improprio.

Wheeler ha sostenuto durante l’intero processo che la dichiarazione pubblica di Obama fosse stata integrata nel commento generale insieme a quelli specifici delle aziende di telecomunicazioni, no-profit e milioni di cittadini preoccupati: “Incorporeremo l’appello del Presidente nei documenti del procedimento Open Internet,” ha detto Wheeler. Il report dell’IG sottolineava che “per quanto si possa mettere in dubbio quanto dichiarato dal Presidente della FCC… la nostra indagine non ha trovato prove valide per poterlo confutare.”

Dal 2014, i Repubblicani hanno parlato della net neutrality come di un’idea promossa soprattutto dal Presidente Obama, e l’hanno aggiunta alla lista già lunga di normative e leggi che sono determinati a rimuovere ora che Donald Trump è Presidente. Prima di questa falsa retorica, però, la net neutrality era un argomento bipartisan; le prime regole sulla net neutrality sono state instaurate sotto la presidenza di George W. Bush, e molti repubblicani hanno lavorato nel 2015 perché quelle regole fossero disciolte.

Ciò che è successo, quindi, è che i Repubblicani hanno venduto al pubblico una storia che non è vera, per poi usarla per rimuovere le normative che proteggevano internet.