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Tecnologia

È arrivato il momento di chiedersi se Mark Zuckerberg è davvero un essere umano

"Sembra uno pterodattilo, non sapevo che gli umani facessero quei suoni," ha detto parlando di sua figlia Max.
Immagine: YouTube

Il 2017, tra le altre cose, è stato l’anno in cui ci siamo chiesti se Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e quarto cavallo dell’apocalisse di internet, avesse mire presidenziali. A inizio anno il 33enne ha cominciato un tour che lo ha portato a visitare tutti gli stati degli USA che non aveva ancora visitato: una manovra pubblicitaria, dice l’ingenuo; un tour pre-elettorale, dice lo scettico; un modo per osservare da vicino i misteriosissimi esseri umani, sostengo invece io in modalità expanding brain.

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Mark Zuckerberg è un essere umano? Facile rispondere di “sì” se si sceglie di evitare accuratamente i molti indizi contrari davanti ai nostri occhi. Cominciamo dall’inizio, il 2004, quando il giovane studente di Harvard aveva appena fondato TheFacebook e si ritrovava con i dati di più di quattromila utenti (oggi sono due miliardi). Una sera, chattando con un amico con cui si stava vantando di quel dato, scrisse: “Si fidano di me. Stupidi coglioni”, o qualunque sia la vostra traduzione di “ dumb fucks”.

Chi erano i dumb fucks secondo l’allora ventenne Fondatore? Quelle quattromila persone? Gli “altri”? I normies? O… GLI ESSERI UMANI?

Mark Zuckerberg è un essere umano? Facile rispondere di “sì” se si sceglie di evitare accuratamente i molti indizi contrari davanti ai nostri occhi.

Il rapporto tra umani e Zuckerberg è del resto destinato a essere problematico: i primi tendono a interagire con Zuckerberg di persona, rendendo di fatto vana la sua raccolta di dati personali a scopo di lucro, ovvero il motivo per cui è nato. Di conseguenza c’è un evidente fastidio nelle interazioni del giovane con gli abitanti di questo pianeta, forse per questo si è fatto costruire un’intelligenza artificiale (Jarvis) con cui gestisce la sua magione. L’IA apre le porte, alza il termostato, mette musica – insomma, sostituisce le persone. La primissima versione del programma riconosceva peraltro una sola voce, la sua, nonostante in casa sua viva anche sua moglie Priscilla Chan e la loro bambina Max.

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“È uno dei vantaggi dell’essere un ingegnere, lo puoi fare,” ha detto soddisfatto il Fondatore spiegando perché la sua casa robotica non riconosce la voce della donna che ama.

C’è tutta una letteratura sull’argomento. Un nuovo sito, The California Review of Images and Mark Zuckerberg , si occupa proprio di analizzare ogni foto pubblicata dal miliardario sui suoi social, anche se noi riteniamo che un semplice sguardo ai suoi occhi vitrei possa essere sufficiente per capire.

La sospetta natura aliena o artificiale di Zuck è diventata un meme, come dimostra la pagina Mᴀʀᴋ Zᴜᴄᴋᴇʀʙᴇʀɢ, Hᴜᴍᴀɴ che al momento in cui ho cominciato l’articolo aveva 18mila fan e ora risulta… scomparsa; o le parodie dei post firmate @pixelatedboat, uno degli account Twitter del mio cuore.

Come già suggerito da molti, i veri dubbi sorgono sulla fetta di pane tostato vergine a colazione.

Oppure, ancora, al meme delle “gambe umane di Zuckerberg” in cui un essere umano normalissimo si comporta come tutti noi. Alle volte, poi, sorride in camera.

Ma non ci baseremo sui meme per portare avanti il nostro discorso: non ne abbiamo bisogno, vista l’abbondanza di documenti a nostra disposizione. Prendiamo questo video in cui Zuck apre il proprio cuore alle Emozioni Umane™, ricordando i suoi difficili inizi interstellari: “Devi rimanere concentrato”, dice l’umano Zuckerberg; e continua: “Non devi farti distrarre da queste cose”, e ha ragione, bravo; poi: “Anche se ti distrarranno perché sei un essere umano umano. E anch’io ero umano. Ehm. Sono umano”.

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Proprio così. Mark Zuckerberg è il tipo di… *persona* i cui lapsus si basano sulla sua presuntà umanità.

Osserviamolo invece al suo meglio, quando il soggetto è libero di parlare liberamente con Jarvis, da macchina a macchina. Il miliardario ha pagato Morgan Freeman per dare voce al sistema e, come dimostra questo video realizzato da CNNMoney, ogni interazione tra i due è splendidamente meccanica. Ecco Jarvis “intrattenere” la bambina nella culla, Jarvis che gli sputa addosso una delle sue magliette grigie che costano tantissimo; eccolo, insomma, aiutare Zuckerberg a uscire di casa evitando il contatto con gli indigeni di questo pianeta.

Uno dei meme prodotti dal gruppo di persone che crede che Mark Zuckeberg non sia umano. Immagine: Facebook

Nel corso del suo tour per capire la 'gente', Mark ha pubblicato svariati post sul suo profilo, raccontando di incontri, calore e problemi quotidiani. A noi è sembrato più interessante osservarlo quando è costretto a incontrare qualcuno di persona – senza la parola scritta e i ghost writer a fare da filtro umano. In una diretta video dell’anno scorso dalla sede di Facebook, a un certo punto, Mark si alza e accoglie l’ospite a sorpresa, il comico Jerry Seinfeld.

(Prima di guardare il video un appunto: Seinfeld è una persona fredda, cinica e distaccata, il genere di umano che rifiuta pubblicamente l’abbraccio di Kesha; eppure, di fronte a Zuckerberg, risulta caldo e amichevole come Gino Bramieri).

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Seinfeld esordisce con “Non sapevo ti avrei trovato qui!”, facendo finta di passare di lì per caso. Mark è confuso. Le informazioni a sua disposizione dipingono una situazione poco chiara, il sarcasmo inquina i dati. Ciò nonostante, la sua prima reazione è ascrivibile al mondo “umano normale” (una risatona); subito dopo, però, non può fare a meno di attivare i macchinari e rispondere: “Dovrei essere io a dirtelo!”. A Seinfeld non resta che l’attività più degradante, spiegare la battuta: “Per questo fa ridere se lo dico io”.

Qualche umano assunto da Facebook doveva aver chiamato Seinfeld per ricercare l’effetto-simpatia, lo stesso miracoloso sentimento che ha spinto Zuckerberg a girare l’America alla ricerca del segreto delle persone, con pessimi risultati (la sua immagine pare ne abbia addirittura rimesso). Rendere simpatico Zuckerberg non è possibile a nessuno, nello stesso senso per cui rendere simpatico un macinapepe è un’impresa difficile.

Quando il comico cerca di umanizzarlo chiedendogli a che ora si sveglia la mattina, il Fondatore si attiva e ricorda di essere stato svegliato dal pianto di sua figlia. Anche in questo caso il soggetto comincia bene, con una BATTUTA sul chiasso prodotto dalla piccola (“Max sembra uno pterodattilo”), per poi bruciarsi le ali e crollare a terra con una frase talmente inquietante da essere la nostra chiusa: “Non sapevo che gli umani facessero quei suoni.”

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Non lo sapeva. Lo ha detto davvero.

I rest my case.

Uno dei meme prodotti dal gruppo di persone che crede che Mark Zuckeberg non sia umano. Immagine: Facebook

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