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Tecnologia

Il famoso Contratto di Governo vuole installare delle videocamere nelle scuole

Oltre a confondere i concetti di cybersecurity e cyberbullismo, bene così!
Immagine: Shitterstock. Composizione: Federico Nejrotti.

A Palazzo Montecitorio, nella Camera dei deputati, si sta tenendo un nuovo incontro tra Luigi Di Maio del Movimento 5 stelle e il leader della Lega, Matteo Salvini. Tutti si chiedono se da questo incontro uscirà il nome del nuovo Presidente del Consiglio.

Ma c'è un'altra questione in sospeso la discussione degli ultimi punti del Contratto per il Governo del Cambiamento — potete trovare un'ottima recensione dei punti più assurdi del programma su VICE. Il testo contiene dei riferimenti che toccano da vicino due tematiche che seguiamo: la cybersecurity e il cyberbullismo.

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Il testo ha fatto discutere in rete anche chi si occupa di questi temi. Due sono i punti principali:

  • Il riferimento al concetto di cybersecurity non definito chiaramente che sembra quasi confondersi con quello di cyberbulllismo, dando un po' il sospetto che il primo sia utilizzato a sproposito.
  • La proposta di installare videocamere nelle scuole come metodo per disincentivare gli atti di bullismo IRL — in effetti, non si capisce come possano aiutare ad arginare il cyberbullismo.

Il fatto è che l'Italia ha già una legge contro il cyberbullismo, la proposta era partita sotto i peggiori auspici arrivando ad essere definita ”la legge censoria più stupida della storia europe” dall'attivista per i diritti digitali Cory Doctorow. In seguito, fortunatamente, gli aspetti più problematici della legge sono stati limati giungendo a una nuova definizione di cyberbullismo tale da evitare interpretazioni e applicazioni che possano mettere a rischio la libertà di stampa.

Per il resto, dovremmo davvero aspettarci l'installazione di videocamere nelle scuole con tutti i problemi — quelli sì — di cybersecurity che possono comportare?

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Il dibattito sull'installazione di videocamere nelle scuole in Italia è tornato in voga di recente dopo le frequenti segnalazioni di atti di violenza nelle scuole. L'idea è stata sostenuta dal Codacons ma anche da associazioni di insegnanti riunite su Facebook come professioneinsegnante.it, secondo quanto riportato da un articolo del Sole 24 Ore. I Sindacati, invece, intervenuti nel dibattito di allora si sono detti dubbiosi, citando le norme del Codice della Privacy come:

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“Principio di necessità: va escluso ogni uso superfluo e vanno evitati eccessi e ridondanze.
I soggetti pubblici e privati non possono assumere quale scopo della videosorveglianza finalità di sicurezza pubblica, prevenzione o accertamento dei reati che invece competono solo ad organi giudiziari o di polizia giudiziaria oppure a Forze Armate o di Polizia“.

In ogni caso, spero che chi avrà il potere di decidere sulla questione ci ripensi: non vorrà forse fare impazzire i curatori del progetto che mappa le telecamere di sorveglianza in Italia aumentando a dismisura la loro mole di lavoro?

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