FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Uber riconoscerà i passeggeri ubriachi grazie all'intelligenza artificiale

L’azienda di car-pooling di San Francisco sta sviluppando una tecnologia per capire se un passeggero sta chiamando un driver da ubriaco.

Uscire la sera, alzare il gomito, superare il tasso alcolemico nel sangue consentito dalla legge per mettersi alla guida di un veicolo, scegliere di non mettere in pericolo la propria incolumità e quella degli altri — e quindi coccolarsi contattando un servizio di trasporto automobilistico privato come Uber per tornare a casa sani e salvi. A quanto pare, presto, a questa lista di azioni potrebbe aggiungersi un'altra voce: cedere a Uber i dati riguardo le nostre abitudini di consumo di alcool.

Pubblicità

Secondo quanto riportato da CNN, Uber ha depositato il brevetto di un sistema che sfrutta l'intelligenza artificiale per capire se chi prenota una corsa è ubriaco. Lo scopo dell'invenzione è trovare un modo per gestire al meglio la situazione, facendo rispondere alla chiamata gli autisti più esperti e risparmiando ad altri passeggeri sobri la corsa in condivisione con quelli ubriachi.

Come fa il sistema a stabilire se un utente è ubriaco? Uber analizzerà una serie di fattori come il modo in cui una persona usa di solito l'app — per individuare comportamenti anomali, la velocità di scrittura, l'eventuale presenza di refusi, il livello di precisione con cui l'utente clicca sui link, la difficoltà nel completare la prenotazione e eventuali spostamenti alterati sulla mappa.

Inoltre, verranno valutati altri fattori come l'orario della prenotazione o la zona da cui proviene. Ci sono maggiori probabilità che chi prenota di notte una corsa da un quartiere con una grande presenza di locali notturni sia ubriaco rispetto a chi chiama di giorno da una zona piena di uffici.

Vuoi restare sempre aggiornato sulle cose più belle pubblicate da MOTHERBOARD e gli altri canali? Iscriviti alla nostra newsletter settimanale.

Tra i primi dubbi che vengono in mente: il sistema sarà in grado di riconoscere se gli errori nella digitazione sono dovuti a uno stato alterato dall'alcol oppure dall'agitazione di poter essere aggrediti da qualcuno? Oppure, se Uber dovesse rifiutarsi di dare un passaggio a una persona ubriaca, questo non la invoglierebbe a mettersi al volante?

Sempre secondo quanto riporta CNN, negli ultimi 4 anni, negli Stati Uniti sono stati segnalati più di 100 casi di aggressioni e abusi da parte dei conducenti Uber: in buona parte di questi casi, i passeggeri hanno testimoniato di essere ubriachi quando hanno richiesto la corsa. Forse questo sistema potrebbe confermare le loro versioni dei fatti con dei dati?

In ogni caso, trattandosi solo di un brevetto, per capire le conseguenze del sistema dovremo attendere la sua eventuale implementazione. Nel frattempo, potete rileggere questi storie di corse su Uber da ubriachi pubblicate su Motherboard qualche tempo fa.

Segui Federico su Twitter: @spaghettikraut

Segui Motherboard su Facebook e Twitter.