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Tecnologia

Lo strano caso del macaco che ha mangiato il cadavere del suo cucciolo

Il comportamento insolito di una femmina di macaco ha stupito i ricercatori di un parco faunistico del Lazio.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Immagine: Arianna De Marco

Capita relativamente spesso che primati e scimmie stupiscano i ricercatori che li studiano, comportandosi in modi decisamente particolari.

Solo nell'ultimo anno, un branco di scimmie è stato osservato mentre compiva azioni rabbiose e ripetitive — al punto di poter essere definite ritualistiche — nei confronti di un albero nel mezzo della giungla; ancora, uno scimpanzé in Zambia si è preso cura del cadavere di un compagno, assicurandosi che i suoi denti fossero puliti, sotto lo sguardo stupito dei ricercatori che l'hanno filmato; infine, una complessa situazione di politica animale all'interno di un altro branco di scimpanzé in Senegal ha portato alla brutale uccisione di un tiranno esiliato, il cui cadavere è stato poi cannibalizzato da una delle femmine più anziane del gruppo.

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Ora, si aggiunge a questa bizzarra lista il caso di un esemplare di macaco — residente in un parco faunistico in Italia —, che ha mostrato un attaccamento materno insolitamente prolungato nei confronti del cucciolo morto, per poi divorarne i resti ormai disintegrati.

Al Parco Faunistico di Piano dell'Abatino — che ospita anche alcune specie esotiche considerate a rischio come appunto i macachi — , una femmina di quattro anni di nome Evelyne ha partorito il suo primo cucciolo, che, però, non è sopravvissuto a lungo. Alla morte del figlio, però, Evalyne si è prima agitata, poi ha ricominciato ad accudire il corpicino e a trasportarlo in giro e, infine, dopo svariate settimane, lo ha mangiucchiato.

Arianna de Marco, ricercatrice della fondazione Ethoikos che si occupa di studi ecologici sul comportamento dei primati presso il Parco Faunistico di Piano dell'Abatino e che ha guidato lo studio relativo all'episodio, ha spiegato per mail a Motherboard che "proprio questo lungo accudimento del cadavere e il fatto di averne mangiucchiato delle parti una volta che si era scomposto in pezzi" sono gli aspetti più anomali rispetto ad altre situazioni in cui un cucciolo muore prematuramente.

Il caso di Evalyne non è, insomma, un caso di eccezionalità assoluta, ha spiegato De Marco. "In Guinea sono stati descritti casi di scimpanzé che hanno portato con loro per settimane il cadavere del figlio," e il cannibalismo, di per sé, è una pratica più comune di quello che pensiamo nel regno animale. Ad aver colpito la ricercatrice, però, "è l'attaccamento mostrato da Evalyne verso il corpo inerte e via via sempre più informe" del cucciolo, ci ha detto.

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"È difficile capire se animali come i macachi abbiano il concetto di morte," ha proseguito nella email, "è però sicuro che essi comprendano che qualcosa di anomalo è capitato ad un proprio con-specifico."

Nello studio guidato da De Marco, pubblicato su Primates e intitolato "Prolonged transport and cannibalism of mummified infant remains by a Tonkean macaque mother," i ricercatori spiegano come nel comportamento della femmina di Macaca tonkeana possano distinguersi tre fasi principali. Una — successiva alla morte del piccolo — di agitazione, in cui i ricercatori hanno notato che Evalyne fissava la propria immagine riflessa in una porta, urlandole contro. Una seconda fase di prolungato accudimento del cadavere del cucciolo, che veniva trasportato e curato con attenzione; infine, un terzo momento in cui il corpo ormai mummificato del piccolo ha cominciato a disintegrarsi, e la madre ne ha consumato in parte i resti.

"Le nostre osservazioni," si legge nell'abstract del paper, "suggeriscono che la mummificazione del corpo abbia favorito la persistenza di un comportamento materno, in virtù della conservazione la forma del corpo."

L'abbandono dei resti del cucciolo, in altre parole, potrebbe essere dovuta all'impossibilità di riconoscere il cadavere una volta che le sue parti hanno cominciato a staccarsi.

Osservare come gli animali rispondono alla morte dei compagni di branco, si legge sul paper, "solleva domande sulla consapevolezza [che gli animali hanno] degli stati di bisogno o della morte di altri individui, in particolare con le specie che hanno capacità cognitive ben sviluppate."

"Studiare il comportamento di un animale in via d'estinzione," ha inoltre spiegato De Marco per email, "è molto importante perché conoscere e fare conoscere le sue peculiarità può incrementare la sensibilizzazione verso di esso e quindi la possibilità di protezione."

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