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Tecnologia

Tutto quello che pensi di sapere sulla dipendenza è sbagliato

Questa semplice ma efficace animazione cambierà per sempre la tua opinione sulle droghe.
Giulia Trincardi
Milan, IT

Da cosa è causata la dipendenza? La risposta che diamo tutti immediatamente è qualcosa tipo: dall'esposizione più o meno prolungata a sostanze contenenti elementi chimici di cui il nostro corpo sente la necessità in maniera esponenziale dopo il primo utilizzo. In altre parole, "è ovvio, lo sappiamo tutti: è l'eroina a causare la dipendenza da eroina," come inizia con finta retorica il video di In a Nutshell intitolato "Everything We Think We Know About Addiction Is Wrong."

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La composizione chimica dell'eroina genera nel nostro corpo una reazione di piacere automatica, perché l'eroina è un oppiaceo e gli oppiacei sono la cosa più simile alle endorfine—i magici neurotrasmettitori che ci fanno sentire bene—che la natura possa offrirci. Ma qui sta il punto: se ciò di cui andiamo in cerca quando facciamo uso di certe sostanze è una sensazione di benessere fisico e psicologico che il nostro corpo già conosce, forse la dipendenza che sviluppiamo non è solo questione di chimica.

Il video fa riferimento a due esperimenti molto famosi condotti tra gli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta: Rat Park, e Operation Golden Rush. Nel primo caso, lo psicologo canadese Bruce K. Alexander decise di condurre un esperimento sulla dipendenza variando le condizioni delle sue cavie; invece di basare i propri studi sull'osservazione del comportamento di un ratto chiuso da solo in una gabbia con accesso a eroina o cocaina, decise di esaminare il comportamento di tanti ratti, ospitati in una sorta di paradiso sociale, dove avevano a disposizione tutto, compresa la droga. I ratti di Rat Park attingevano di rado all'acqua contenente eroina, e non morivano mai di overdose come faceva invece puntualmente il ratto solo.

Nel secondo caso, la dipendenza da eroina riscontrata nel 20% dei soldati durante un sopralluogo fatto da Robert Steele e Morgan Murphy in Vietnam nel 1971, aveva generato una profonda paura sociale negli Stati Uniti, dove si temeva che i soldati tornassero tutti a casa come dei tossici. Quello che è successo, però, è che il cambiamento ambientale—dalla guerra a casa—ha avuto un impatto talmente significativo a livello psicologico, che l'operazione di recupero da tossicodipendenza passato alla storia come Golden Rush ha avuto un tasso di successo impressionante.

"Gli esseri umani hanno un bisogno innato di legarsi e connettersi" prosegue il video di In a Nutshell: per questo, quando siamo privati della possibilità di creare legami positivi, "ci leghiamo a qualsiasi cosa ci dia un qualche senso di sollievo."

Ovviamente, anche se dimostriamo che la dipendenza da droga non è solo questione di chimica, questo non significa che il contesto sociale sia l'unico fattore di cui possiamo tenere conto (e a cui possiamo dare la colpa), e che un ambiente sereno possa risolvere automaticamente qualsiasi problema; gli esseri umani sono più complessi di un ratto, sia a livello genetico che sociale, banalmente.

Eppure, resta interessante riflettere su quei cambiamenti sociali che ci portano a isolarci sempre di più e su come la War on Drugs condotta finora non abbia fatto altro che peggiorare la situazione, spingendo chi sviluppa una dipendenza ai margini estremi della comunità, dove non può ricevere l'aiuto sociale che potrebbe rivelarsi fondamentale per il suo recupero.

Il video conclude dicendo che "l'opposto della dipendenza non è la sobrietà. L'opposto della dipendenza sono i rapporti". Un'affermazione forse un po' ingenua, ma che, perlomeno, ci spinge a mettere in questione la prospettiva da cui abbiamo sempre guardato la dipendenza.