FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

La musica triste fa bene al cervello

Non lo diciamo noi, lo dice la scienza.

A tutti piace ascoltarsi un po' di tristonate una volta ogni tanto. Che si tratti di annegare nella melancolia sonora di artisti ambient come Grouper, che si tratti di spargere galloni di muco sul cuscino mentre si ascoltano i Bright Eyes sentendosi soli al mondo e con nessuno che ci capisce, che sia ascoltare ottocento volte QUELLA canzone che sai che ti farà scorrere giù le lacrime ancora più velocemente, non importa. La musica triste è il contraltare di tutte quelle cagate pop che parlano di culi e ha la funzione di farti sentire a casa anche quando non sei al massimo.

Pubblicità

C'è uno studio uscito da poco che spiega perché la gente è così in palla con la musica triste. Superficialmente, basandomi sulle mie esperienze personali, sembra che la gente si ascolti la musica triste perché, ma sì, siamo tutti esseri umani e qualche volta ci piace regredire in stato fetale o autocommiserarci. Dalla raccolta dati, condotta da due studenti dell'Università di Berlino Lilla Taruffi e Stefan Koelsch, si evince che è perlopiù la nostalgia a dettare la nostra attrazione nei confronti della musica triste. In pratica le canzoni più malinconiche ci ricordano tempi felici e ci fanno rivivere il passato. Lo studio ha anche trovato che ascoltare una canzone più tristona è più sano per il cervello, specialmente quando si tratta di emozioni complesse, cosa che non succede con le canzoni pop.

Ho chiamato Lilla e le ho chiesto un paio di cose sulla musica, sulla memoria, su come si può trovare conforto in una canzone quando si è giù e sulla musica triste contro la musica allegra.

Noisey: OK, come mai hai deciso di studiare la musica triste?
Lilla: L'idea che ascoltare musica triste sia in realtà una panacea mi è venuta durante le lezioni di filosofia, al liceo. Da lì, ho sviluppato un interesse basato sull'esperienza personale e ho iniziato a stare molto più attenta a come utilizzavo la musica a seconda delle emozioni che provavo, ogni giorno.

Perché hai scelto di focalizzarti sulla musica?
Be', la musica è un mezzo di comunicazione fortissimo, da tempo gli scienziati stanno studiando il meccanismo psicologico e neurologico con cui si allaccia al nostro cervello, ma il campo è ancora molto aperto. La ricchezza e la profondità del nostro rapporto con la musica sono praticamente impareggiabili.

Pubblicità

Come avete proceduto nel vostro studio? Avete riunito un gruppo di volontari in una stanza e li avete sottoposti all'ascolto forzato dei Neutral Milk Hotel?
Abbiamo condotto uno studio molto ampio su quest'argomento. Dato che la tristezza è un'emozione che di solito ognuno di noi tenta di evitare, il nostro scopo era capire come mai invece la musica triste funzionasse così tanto. Lo studio conteneva alcune domande riguardanti le abitudini d'ascolto, le emozioni evocate dalla musica triste, gli aspetti piacevoli di questa, oltre che domande sulla personalità. Abbiamo raccolto risposte da 772 persone di tutto il mondo, dai 16 ai 78 anni, il 64 percento era di sesso femminile e la maggior parte dei partecipanti non aveva a che fare con la musica per lavoro.

Le domande riguardavano anche i gusti musicali?
Certo. Chiedevamo agli intervistati di nominare la loro canzone triste preferita.

E cosa ne veniva fuori?
La più menzionata è stata "Hurt," nella versione di Johnny Cash, seguono i Radiohead con "Exit Music (For a Film)" o "Street Spirit (Fade Out)." Poi andiamo sulla musica classica: "Moonlight Sonata" di Beethoven è andata molto bene. Anche "Adagio for Strings Op.11" di Samuel Barber e "Adagio in G minor" di Tomaso Albinoni, e pure "Gymnopédie No. 1" di Erik Satie. Un sacco di partecipanti asiatici hanno nominato "Moon reflected in the second spring" di Ah Bing. Un'altra traccia molto gettonata era "Someone Like You" di Adele e "The Heart Asks Pleasure First" di Michael Nyman.

Pubblicità

Che tipo di emozioni affiorano quando si ascolta la musica triste?
Quasi tutti nominavano la nostalgia. Il risultato rivelava anche che la musica triste, oltre alla tristezza, riesce a toccare un'ampia gamma di emozioni positive, come la rilassatezza, la tenerezza, l'elevazione spirituale e lo stupore. Credo che questo spettro emotivo possa spiegare perché in molti trovino questa musica così piacevole.

Cosa ne pensi di questa preponderanza della nostalgia? Dice qualcosa del modo in cui trattiamo la musica?
La nostalgia è relativa alla memoria. In molti evocano ricordi di eventi passati quando ascoltano quella musica. Questo è confermato dal fattoc he molti partecipanti allo studio hanno rivelato che utilizzano la musica triste per ripensare al passato. C'è un forte legame tra nostalgia, memoria e musica triste.

E quella allegra? Cioè, se la musica triste riporta al passato, quella allegra fa pensare al futuro? about happy music?
Abbiamo raccolto i dati sull'utilizzo della musica allegra su un altro campione di intervistati, e il risultato era che ci si lega a quel tipo di musica quando si è in un contesto sociale, tra gli amici, per mantenere un mood positivo e conviviale. Tuttavia se si guarda ai risultati emerge che la musica triste, in rapporto a quella allegra, è spesso usata per funzioni introspettive (non c'entra qui il passato o il futuro). Non posso dire molto di più.

Ci sono differenze tra musica triste e allegra riguardo a come si rapportano ai nostri pensieri?
Potrei dire che la musica triste copre un range abbastanza ampio di funzioni "interiori" (dirette ai sentimenti e ai pensieri), connesse a condizioni di solitudine, mentre la musica allegra è rivolta all'esterno (al network socioculturale a cui ognuno appartiene), e connessa a condizioni di socialità. La tristezza e l'allegria sono aspetti complementari della nostra vita.

Ok. Qual è la tua canzone triste del cuore?
Ne ho parecchie, ma la prima che mi viene in mente è “Sail to the Moon” dei Radiohead.

Che emozioni ti evoca?
Sensazioni molto profonde, quasi mistiche.

Qual è la conclusione cui siete giunti col vostro progetto?
Il progetto ha messo in evidenza il potenziale della musica triste, soprattutto come regolatore di sensazioni negative, come consolatrice, in parole povere. Oltre a ciò abbiamo messo in chiaro le ragioni per cui si è portati a cercare musica triste e ora, forse, abbiamo nuovi indizi sul modo in cui la tristezza e il piacere possano essere due aspetti presenti contemporaneamente e non per forza in contrasto. Per esempio, grazie alla musica triste possiamo esperire la tristezza e assaporare i suoi aspetti agrodolci in un ambiente sicuro, senza che sia connessa a un evento reale.