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Tecnologia

Anche Napoli vuole lanciare la sua criptovaluta

Chi non ha mai sognato di pagare in Bitcoin l’entrata al Maschio Angioino?

La città di Napoli è famosa per la bellezza del suo golfo, per il suo cibo, per una serie di elementi negativi che non stiamo qui a nominare, ma anche per i tipici slanci di creatività quasi folle dei suoi cittadini. Questa creatività, unita a un'inclinazione naturale all'anarchia, ha un ruolo politico nella vita partenopea di cui il sindaco Luigi De Magistris sembra consapevole: per poter governare una città come Napoli c'è sempre bisogno di inventarsi qualcosa di nuovo.

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Mercoledì, l'amministrazione comunale ha pubblicato un bando pubblico per istituire un gruppo di lavoro al fine di "elaborare ed eventualmente attuare obiettivi legati alla tecnologia Blockchain." Il compito del gruppo, costituito su base volontaria, sarà integrare la tecnologia a blocchi in alcuni processi dell'amministrazione comunale, sviluppare tecnologie per accettare criptovalute per le attività cittadine — per esempio il pagamento del biglietto d'ingresso al Maschio Angioino — e infine generare, distribuire e utilizzare una criptovaluta cittadina vera e propria.

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Il principio alla base di questa iniziativa è la promozione di una "democrazia di prossimità", a cui l'amministrazione comunale si ispira manifestamente, che consiste nel tentativo di coinvolgere i cittadini sulle questioni di interesse pubblico in maniera diretta. In questo senso, la Blockchain sarebbe un modo sicuro per condividere informazioni e decisioni attraverso la formazione di una rete in cui il computer di ogni cittadino partenopeo costituisce un blocco o nodo.

Per quanto riguarda la creazione di una criptovaluta tutta napoletana, in questo caso De Magistris si troverebbe nell'ottima compagnia del capo del Venezuela Maduro, che pochi mesi fa ha lanciato la moneta virtuale Pedro — ma anche di tante altre città e nazioni del mondo che stanno tentando la strada dell'emancipazione attraverso la sperimentazione di valute tra cui l'Estonia, Rojava e la regione caucasica di Abcasia. Sono aperte le scommesse per pensare il nome.

L'unica speranza, è che non si ripeta l'esperienza di Napo, la moneta-sconto messa in circolazione dal comune di Napoli nel 2012, che ha avuto una vita molto breve. Se volete partecipare, comunque, il bando per la creazione del think tank è aperto ad associazioni, divulgatori, studenti, esperti e non solo. Potete compilare il form sul sito.

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