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Tecnologia

A Napoli c'è un metodo pirata per vedere le partite di DAZN, Sky e Mediaset

Viene chiamato ‘pezzotto’ e pagando tra i 10 e i 15 euro, è possibile accedere all’offerta di Sky, Mediaset e Dazn. Peccato che sia illegale.
Immagine: Dazn

Oggi, l’offerta televisiva per gli appassionati di calcio è difficile da seguire. Un tifoso che vuole seguire tutto il campionato di serie A, ad esempio, è costretto a dividersi tra Sky, Mediaset Premium e la neonata Dazn.

Da quando si è affacciata sul mercato, Dazn ha promosso un servizio che trasmette l’ultimo anticipo del sabato, la partita delle 12.30 di domenica e una delle partite che si giocano la domenica pomeriggio alle 15 delle serie A — escluse le prime tre giornate, le cui partite vengono giocate alle 18 o alle 20.30. Peccato che l’esordio del servizio, questo weekend, è stato caratterizzato da una serie di problemi di visualizzazione per molti tifosi della Lazio e del Napoli.

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Le cause del ritardo in questi casi sono state spiegate in modo magistrale da Giorgio Bonfiglio su Twitter

L’estrema complicazione e anche il costo che ha seguire tutto il campionato mi porta a non invidiare per nulla chi desiderasse farlo — per fortuna, come ho avuto modo di spiegare in un video di Motherboard che tratta di tutt’altro argomento, io sono digiuno di calcio. Tuttavia, c’è qualcuno che ha pensato di rimediare al problema — illegalmente.

A Napoli, infatti è stato messo in vendita un sistema — che sta venendo definito 'pezzotto' come si è soliti fare per versione taroccate di prodotti — che permette di usare codici e schede duplicati o contraffatti per accedere ai programmi delle tre pay-tv, Sky, Mediaset e Dazn con un costo che va dai 10 ai 15 euro al mese. Il funzionamento del sistema è stato descritto da Il Mattino e la notizia è stata anche approfondita da Agi. Secondo le dichiarazioni rilasciate dalla Guardia di Finanza al Mattino, non si può escludere che dietro al giro d’affari del pezzotto si possa nascondere direttamente la Camorra.

Come segnalano su Agi, la Procura di Roma ha condotto un’inchiesta che mette in luce la 'catena di comando' attraverso la quale verrebbe promosso il ‘pezzotto’ composta da 'promotori' che attirano i clienti comunicando l’esistenza del sistema ai potenziali 'abbonati' e da chi va nelle case per inserire nella memoria delle smart tv i codici seriali contraffatti. Inoltre, è emerso che, tra chi ha aderito alle offerte fuorilegge, molti hanno cercato di non rendersi identificabili intestando la linea Internet ad anziani vicini di casa o condomini inconsapevoli della truffa, oppure ha sfruttato scatole cinesi di aziende fasulle o prestanomi. Questo comunque non impedisce al Nucleo speciale frodi tecnologiche di risalire agli IP di chi sta truffando.

Secondo le fonti investigative riportate da Il Mattino, si stima che a Napoli almeno tre-quattro telespettatori su dieci sono entrati in contatto con chi offre il pezzotto. Sia chi installa il servizio che gli utenti rischiano il carcere: nell’ottobre 2017, infatti, una sentenza della Cassazione ha respinto il ricorso di un utente condannato per aver guardato la Pay Tv senza regolare abbonamento grazie al sistema del card sharing condannandolo a quattro mesi di reclusione e 2.000 euro di multa.

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