Quanto costa per un paese spegnere internet

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Tecnologia

Quanto costa per un paese spegnere internet

Secondo un recente studio, solo l'anno scorso gli internet shutdown hanno prodotto 2.4 miliardi di dollari di perdite economiche.
Riccardo Coluccini
Macerata, IT

Lo scorso 17 gennaio, il governo del Camerun ha ordinato ai maggiori fornitori di servizi di telecomunicazioni locali di bloccare l'accesso ad internet nelle zone del nord-ovest e del sud-ovest del paese, due regioni a predominanza anglofona. Questa decisione è stata presa per contrastare le rivolte contro l'attuale governo che è accusato di essere a favore delle regioni francofone.

Questo blocco di internet ha causato gravi danni alle banche ed alle aziende locali, rallentando le attività economiche, e, soprattutto, ha bloccato la diffusione di informazioni con il rischio che abusi e violazioni da parte delle forze dell'ordine ai danni dei manifestanti potessero passare inosservate ed impunite.

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Nel 2016 sono stati documentati 56 episodi di blocco dell'accesso a internet, distribuiti in 18 nazioni differenti.

Il Camerun non è certamente il primo stato a ricorrere ad una tale manovra per cercare di mantenere il controllo sulla popolazione: stando ai dati raccolti da Access Now, nel 2016 sono stati documentati 56 episodi di blocco dell'accesso a internet (ad una singola piattaforma o all'intera rete), distribuiti in 18 nazioni differenti. Fra questi ricordiamo certamente il blocco di WhatsApp in Brasile ed il blackout di internet in Kashmir che è durato due mesi.

Sempre secondo i dati raccolti da Access Now, che gestisce la campagna #KeepItOn contro la sospensione degli accessi ad internet, nel 2015 erano stati solamente 15 i casi documentati. I dati indicano quindi che i governi stanno adottando maggiormente questo tipo di repressione della libertà d'informazione.

Access Now sta tenendo il conto dei fenomeni di blocco dell'accesso a internet in giro per il mondo, e le cifre non fanno ben sperare.

Allo stesso tempo, però, bloccare l'accesso a internet produce anche dei danni economici elevatissimi che, a quanto pare, non sono ancora stati ben compresi dalle autorità che sfruttano questo tipo di contromisura. Un report pubblicato sul Center for Technology Innovation at Brookings sottolinea l'importanza di internet per il funzionamento delle economie moderne.

Come mi conferma in una chiamata telefonica Darrell M. West, fondatore e direttore del Center for Technology Innovation del Brookings Institute, nonché autore del report, questo tipo di studio "È il primo nel suo genere," e l'intenzione era quella di "fornire dei dati concreti sui costi relativi ai blocchi di accesso ad internet, per far comprendere ai leader politici in quale modo stessero colpendo le loro economie locali."

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Purtroppo, chiarisce West, non è sempre facile raccogliere informazioni relative alle varie interruzioni dei servizi poiché "manca un organismo centralizzato di monitoraggio da cui attingere i dati." Ha dovuto quindi affidarsi a diverse fonti giornalistiche, raccogliendo informazioni sulla natura e la durata di tali eventi direttamente dagli articoli pubblicati.

Lo studio calcola il costo delle interruzioni di internet considerando il prodotto interno lordo delle nazioni, la penetrazione digitale, la durata del disservizio, ed utilizza altri fattori moltiplicativi che tengono in considerazione, ad esempio, l'economia digitale del paese.

I risultati del report sono molto chiari: nel periodo che va dal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2016 il costo globale delle interruzioni di internet è stato di 2.4 miliardi di dollari (circa 930 milioni di euro).

"Non è una grande sorpresa quando governi autoritari bloccano internet, ma è sconvolgente vedere il numero di governi democratici che è ricorso a questi mezzi", sottolinea West. Inoltre, sono emersi costi elevati legati alle interruzioni di applicazioni e servizi: infatti questo tipo di interruzioni ha prodotto i costi in assoluto più alti, pari a $1.04 miliardi. A seguire sono presenti le interruzioni di internet mobile a livello locale e dell'accesso ad internet a livello nazionale, rispettivamente con dei costi di $934.6 milioni e $294.9 milioni.

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"Non è una grande sorpresa quando governi autoritari bloccano internet, ma è sconvolgente vedere il numero di governi democratici che è ricorso a questi mezzi."

Come fa notare West, "Ai governi non piacciono le fonti di informazione che non possono essere controllate facilmente," il numero di app di messaggistica utilizzate dai cittadini è enorme, "Ma quando si bloccano le comunicazioni ci sono ripercussioni anche sull'economia dell'intera nazione."

"Con il graduale aumento dell'economia digitale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, queste perdite economiche sono destinate ad aumentare," ammonisce West, e molti capi di stato non sembrano aver compreso che così facendo "si stanno sparando da soli sul piede," poiché "sottostimano la portata dell'economia digitale e non comprendono le perdite a cui le economie locali vanno incontro."

I governi utilizzano motivazioni legate a minacce alla stabilità politica, siano esse reali o solamente percepite, per giustificare i blocchi di internet, ma anche la lotta al terrorismo e la difesa della sicurezza nazionale sono dei temi su cui possono fare leva. Sembra quindi che il blocco di accesso ad internet sia diventato uno dei metodi preferiti per combattere i problemi di sicurezza che affliggono una nazione e che si possa affiancare alle leggi promulgate in Europa per far fronte allo stato di emergenza.

Dobbiamo ricordare, infatti, che il sistema di censura messo in piedi anche dall'Italia contro il terrorismo online — che prevede il blocco dell'accesso ai siti web che contengono materiale collegato alla propaganda terroristica — potrebbe semplicemente essere reindirizzato verso servizi ed applicazioni come WhatsApp, ottenendo gli stessi dannosi risultati per l'economia italiana.

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Fabio Pietrosanti, co-fondatore e presidente dell'Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, indica però che un altro importante fattore legato ai blocchi di accesso ad internet è la topologia della rete stessa. I paesi in via di sviluppo — o comunque con un'infrastruttura internet recente che spesso dimentichiamo essere composta da apparati fisici — "hanno un solo cavo su cui passa tutto il traffico internet in uscita ed in ingresso dal paese, ed è gestito da un unico fornitore", spiega Pietrosanti contattato da Motherboard, "per cui quest'unico operatore nazionale è facilmente controllabile dal governo."

"Il 6% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti d'America è legato alla internet economy."

Nei paesi occidentali questo tipo di controllo sarebbe più difficile poiché i fornitori di servizi internet sono multipli e quindi ci sarebbe bisogno di un intervento massiccio del governo per ottenere un blocco completo di internet.

Per i paesi occidentali, inoltre, attuare un blocco completo di internet avrebbe degli effetti economici drammatici, "Il 6% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti d'America è legato alla internet economy," sottolinea West, e "non servirebbero molti giorni di disservizi per produrre delle perdite economiche devastanti."

La campagna di Access Now è appoggiata anche dalla risoluzione dello UN Human Rights Council adottata a giugno 2016 in cui "si condannano, inequivocabilmente, tutte le misure atte ad impedire intenzionalmente l'accesso o la diffusione di informazioni online in violazione della legge internazionale sui diritti dell'uomo e si richiede che tutti gli Stati si astengano e cessino l'utilizzo di tali misure."

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Questa risoluzione riafferma il principio fondamentale per cui i diritti umani devono essere protetti sia nella vita digitale che in quella reale e che il diritto all'informazione ricopre un ruolo cruciale, specialmente durante eventi importanti come elezioni o subito dopo attacchi terroristici.

In aggiunta alle ripercussioni sui diritti umani, quindi, bisogna iniziare a considerare anche gli effetti sulla crescita economica dovuti ai blocchi di accesso ad internet, come riportato dallo studio di Darrell West. Nei paesi in via di sviluppo sono diffusi molti metodi di pagamento tramite cellulare, come ad esempio in Africa, dove, poiché molte zone rurali sono sprovviste di strutture finanziarie adeguate, gli operatori mobili offrono servizi di pagamento e micro-finanziamento.

"Se la popolazione non può utilizzare i propri telefoni per pagare beni e servizi, lo sviluppo economico si indebolisce inevitabilmente."

"Se la popolazione non può utilizzare i propri telefoni per pagare beni e servizi, lo sviluppo economico si indebolisce inevitabilmente," sottolinea West, ed allo stesso tempo, alla luce di un progressivo spostamento verso una società che abbandona l'utilizzo di banconote di carta per passare a monete digitali, come avvenuto recentemente in India, "più sono le attività che avvengono online e maggiori saranno le perdite economiche."

Bloccare l'accesso ad internet, anche per brevi periodi di tempo, mette in pericolo vite umane, mina la crescita economica e distrugge la fiducia nei governi che adottano queste misure drastiche e poco lungimiranti.

Nel frattempo, al momento della stesura di questo articolo, il blocco di accesso ad internet in Camerun sta proseguendo da 3 settimane ed i costi, seppur ancora non calcolati con esattezza, "sembrano essere certamente ingenti vista l'estensione e la durata dei disservizi", aggiunge West.