Il caso della studentessa inglese diventata reclutatrice dell'ISIS

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Il caso della studentessa inglese diventata reclutatrice dell'ISIS

La storia della trasformazione di Tooba Gondal in Umm Muthanna al-Britannia, raccontata da lei.

A marzo dell'anno scorso, meno di due mesi dopo il suo arrivo in Siria, Umm Muthanna al-Britannia ha twittato una foto che la ritraeva con un velo integrale e un AK-47 nella mano destra. La didascalia diceva, "Living the life of real freedom". Ma non molto tempo prima ne stava vivendo una completamente diversa, di vita: usciva con i ragazzi, si truccava e tra le sue attività preferite nella bio di Twitter riportava: "Jamin wid my gyalsz, Sleepin, Munchin, & SmoOkiin."

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Il vero nome di Umm Muthanna è Tooba Gondal, una 22enne di natali francesi e di origini inglesi e pakistane cresciuta a East London. Fino alla fine del 2014 era una studentessa di letteratura alla Goldsmiths University. Oggi vive a Raqqa ed è la vedova di un combattente dell'ISIS morto lo scorso anno. Suo padre, Mohamed Bashir Gondal, ha dichiarato ai giornalisti che sua figlia è viva e si trova in Siria, ma non ha aggiunto altro e non ha risposto alle mie numerose richieste di commento per questo articolo.

Pur essendo una assidua frequentatrice di Twitter, Umm Muthanna non posta da metà marzo; uno degli ultimi tweet era un omaggio al marito deceduto, Abu Abbas al-Lubnani, militante libanese dell'ISIS e capo di un'operazione di reclutamento online rivolta alle donne e alle ragazze inglesi, che venivano incoraggiate ad andare in Siria e diventare "Jihadi brides" e madri di una nuova generazione di militanti dell'ISIS. Come la connazionale Sally Jones—o Umm Hussain, ex punk del Kent partita nel 2013 per la Siria—Umm Muthanna fa propaganda e reclutamento per l'ISIS.

"Sorelle," recita uno dei suoi tweet, "se volete fare l'Hijrah [in questo caso, la migrazione verso lo Stato Islamico] ma siete ancora bloccate nella Dar al-Kufr [terra dei miscredenti] per qualunque motivo, sappiate che c'è una via. Contattatemi in privato." La sera dell'attacco terroristico a Parigi, a novembre 2015, scriveva: "Avrei voluto vedere coi miei occhi gli ostaggi mentre venivano uccisi. Sarebbe stato bellissimo."

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Umm Muthanna al-Britannia, in altre parole, è un mattoncino del sistema. Ma chi è Tooba Gondal?

Questo resta un mistero—e ancora più misterioso è come Tooba si sia trasformata in Umm Muthanna al-Britannia. Secondo un ex compagno di classe anonimo, come riportato sul Mail on Sunday, Tooba era una fumatrice, aveva fidanzati segreti e amava le boyband. Poi, circa due anni fa, "ha cominciato a postare versetti del Corano su Twitter e parlare di religione."

Tooba Gondal. Foto via Bebo (il suo account è ora inattivo).

Quello che è certo è che Tooba, come molte altre reclute dell'ISIS, si è riavvicinata solo da adulta alla religione, e prima di farlo aveva una vita completamente diversa. "Devo dire davvero grazie all'Islam," ha twittato nel novembre 2014, "quanto ero persa e fuori rotta prima di essere benedetta, ora tutto ha senso…" Sulla sua pagina Facebook—che al momento in cui scrivo è ancora attiva—è segnata la data della sua rinascita religiosa, o risveglio: "16 novembre 2012: Il giorno in cui Allah mi ha condotto all'Islam, Alhamdullilah."

Questo risveglio è stato il momento in cui la sua vita è cambiata per sempre, tanto che Tooba ha sentito il bisogno di registrare una nota audio in cui raccontava cosa significava, esattamente, per lei. Nel 2013, due anni prima che partisse per la Siria, i suoi follower su Twitter potevano ascoltarla previa richiesta. Io ne ho ottenuta una copia da una persona che al tempo l'aveva ricevuta. Dura circa 40 minuti e offre una vivida e profonda testimonianza dei primi tempi della sua metamorfosi, un tuffo nella testardaggine e l'emotività forte che poi faranno parte del personaggio di Umm Muthanna.

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"Anzitutto, voglio raccontare in che modo pensavo e mi comportavo, senza mettere troppo a nudo i miei peccati," comincia, ricordando che è stato "Al nono anno [tra i 13 e 14 anni d'età] che ho cominciato ad andare fuori dal tracciato. Ho cominciato a fumare, e sono arrivata all'abitudine e alla dipendenza. E poi ho cominciato a uscire con cattive compagnie e con i ragazzi e a fare tutte le cose haram [proibite]. Ma la situazione è davvero precipitata solo quando sono andata all'università. Allora avevo più libertà. Portavo i vestiti che volevo. Col tempo peggiorava—ho fatto dei piercing—e nemmeno pensavo a quello che facevo. Non avevo limiti, non avevo haya [modestia]."

Nell'audio sottolinea che nella sua famiglia sono musulmani praticanti. "Ma non ero mai a casa e non me ne rendevo conto, non ho mai costruito un legame con loro," dice. "Credevo in Allah e questo era quanto. Non sembravo musulmana. Ora mi rendo conto che ero allo sbando. Ogni volta che pensavo all'Islam ricacciavo il pensiero da dove era venuto, e ogni volta che pensavo a mettere il velo poi mi dicevo, 'Nah, io non sono così, non fa per me'."

È stato solo nel 2012, a 18 anni, che Tooba è tornata all'Islam. Era a una lezione universitaria sul benessere animale e sull'uccisione del bestiame per l'industria del fast food, e ha cominciato a litigare con il suo "professore ateo" che diceva che l'elettrocuzione è il metodo più disumano di uccidere un animale.

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"La macellazione halal è meglio," riferisce nella registrazione. "Poi, la discussione si è accesa, ed entrambi ci siamo scaldati. Il professore ha cambiato tono, Subhanallah. Mi ha detto queste esatte parole, che non dimenticherò mai. Mai. Anche oggi le ricordo, e ogni volta che ci penso le scolpisco più in profondità nel mio cuore. Mi ha detto. 'Chi sei tu per parlare dell'Islam quando hai deciso di prendere solo quello che ti piace dell'Islam e ignorare il resto?' e poi ha aggiunto davanti a tutta la classe, 'Preghi cinque volte al giorno?'. Io ero scioccata, sono rimasta immobile. Poi ho detto, 'Come si permette di farmi questa domanda? Non le rispondo. Risponderò solo ad Allah il giorno del giudizio!'"

A questo punto della registrazione, Tooba scoppia in lacrime. "Non avevo mai detto una cosa simile prima," dice. "Non appena queste parole sono uscite dalla mia bocca ho sentito il cuore gonfiarsi, e poi, in quello stesso momento, la campanella è suonata e io ho lasciato l'aula da sola. Mi sono guardata, ho guardato cosa avevo addosso, e ho cominciato a pensare, 'Come potrò presentarmi davanti ad Allah così? Non ho fatto niente di buono in tutta la mia vita'."

Quel giorno stesso si è avvicinata a una ragazza musulmana che andava all'università con lei e le ha chiesto della sua fede e del jilbab, la lunga e larga veste che indossava. A Tooba piaceva l'idea che fosse "fatto su misura". Il giorno dopo la ragazza gliene ha portato uno perché lo provasse, insieme a un velo. "Mi sono innamorata," commenta ricordando il momento in cui aveva visto il proprio riflesso nello specchio. "Mi sento una persona nuova… Mi sono sentita così pura e pulita e felice."

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Prima di uscire dal bagno Tooba aveva tirato fuori le sigarette dalla borsa e le aveva buttate nella spazzatura. Poi aveva fatto lo stesso coi piercing. La sua prima volta nei corridoi dell'università avvolta nel jilbab non era stata semplice. "Mi guardavano tutti," ricorda nella registrazione. "Ma poi all'ingresso ho visto la mia migliore amica. Ne avevamo passate di tutti i colori insieme. Ho pensato—'Fino a poche ore fa ero come lei, in mezzo ai ragazzi, a fumare, vestita così… come reagirà adesso?' Ma poi mi sono detta, 'Devo farlo, devo affrontarla.' Quando mi ha vista è sbottata, 'Che cazzo hai addosso?'. Io ero calmissima, non avevo niente da dirle, anche se nella mia testa non potevo far a meno di pensare, 'Come si permette, dovrebbe starmi vicina!'."

Uno dei ragazzi del gruppo non le aveva dato più di due giorni di velo. "Gli ho detto, 'OK, vedremo,' e poi me ne sono andata. Allah mi ha fatto capire chi erano i miei veri amici. Da quel giorno," aggiunge, "ho smesso di fare tutto quello che era haram."

Ma quand'è che Tooba è passata da questo al credere nella visione distorta e allucinata dell'Islam promossa dall'ISIS, e qual è stato il momento decisivo che, due anni dopo, l'ha portata fino in Siria? La registrazione non offre risposte, ma la cosa certa è che non è successo tutto da un giorno all'altro. A maggio del 2013, su Twitter, Tooba scriveva di provare pena per le "povere anime atee"; alla fine del 2014, giustificava l'uccisione violenta di civili non musulmani. Nei sei mesi precedenti alla partenza per il califfato si può notare un brusco cambio di rotta nelle tematiche e il tono dei suoi tweet. La maggior parte si concentra sulla Siria e mostra un istinto belligerante; alcuni messaggi condannano però le atrocità dell'ISIS, tra cui la decapitazione di Alan Henning dell'ottobre 2014.

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Sempre nel 2014 Tooba ha iniziato a manifestare la sua ossessione per l'imam americano Anwar Awlaki, riempiendo Twitter delle sue citazioni teologiche e politiche. Awlaki, parte della branca yemenita affiliata ad al-Qaeda, era stato ucciso da un drone nel 2011. L'ammirazione della ragazza nei suoi confronti aveva finito per suscitare l'attenzione dello US State Department's Center for Strategic Counter-terrorism Communications (CSCC), ora smantellato ma nato con lo scopo di contrastare la propaganda dell'ISIS e della sua vasta schiera di sostenitori online. In un tweet su Awlaki del 29 ottobre 2014, Tooba scriveva: "Non ti dimenticheremo mai! L'America ti ha ucciso, ma tu sei nelle alte sfere." Il CSCC le aveva risposto: "Awlaki, l'ennesimo ipocrita millantato come modello di pietà, era andato a prostitute almeno in sette occasioni."

A fine del 2014 Tooba aveva fatto sua l'ideologia dell'ISIS. Al contempo, si era completamente estraniata da quello che succedeva intorno a lei. Anche se non è dato sapere cosa sia arrivato prima: l'allontanamento o l'ideologia. In una serie di tweet del 21 novembre 2014 riferisce di un fatto accaduto durante una lezione in università. Il tema era il femminismo, e la mano abbassata di Tooba alla richiesta del docente di alzarla a chi si ritenesse femminista aveva attirato un bel po' di sguardi su di lei.

"Tanto già pensano che sia un alieno, dato che sono l'unica musulmana coperta dalla testa ai piedi, quindi che importa," scriveva, mostrando—come in altri tweet—che sentiva di non appartenere già più alla società britannica e che la sua identità di musulmana devota era continuamente oggetto di giudizio e sospetti.

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Uno dei temi ricorrenti nei tweet di Umm Muthanna è la corruzione. A febbraio del 2013 aveva addirittura caricato su un sito di condivisione di file audio una sua registrazione di nove minuti in cui si scagliava contro i pericoli e la seduzione del mondo materiale—o "dunya", come lo definiva. "In quanto musulmana," spiega, "devo vivere entro certi limiti; non posso fare quello che mi passa per la testa o che mi dicono le mie pulsioni… Non permetterò al mondo materiale di diventare la mia unica fonte di felicità e realizzazione […] Perché ci sono musulmani che si macchiano di questi peccati e malefatte, infrangono le leggi di Allah, usano sostanze inebrianti, scommettono, vanno nei locali? È perché siamo tutti troppo fissati con questa dunya? […] Dobbiamo essere forti e decisi—dobbiamo obbedire al signore, anche se va contro noi stessi."

Un altro aspetto su cui insiste spesso è la separazione dei generi. Il 19 settembre del 2014 ha scritto su Facebook: "Non ho nemmeno un amico maschio su Facebook, e non ho intenzione di cambiare le cose. Perché accettare richieste di amicizia da uomini, solo per dargli la possibilità di commentarmi e scrivermi in privato? Se si può evitare meglio, piuttosto che lamentarsi se gli uomini continuano a provare a interagire. A me non succede. E il #NoFreeMixing vale tanto online quanto nella vita reale."

Una frase del genere appare riflettere in tutto e per tutto il disprezzo che Tooba sembrava provare nei confronti della sua vita precedente, quella in cui il contatto con persone dell'altro sesso non era un problema. Ne Il vero credente, pubblicato nel 1951, Eric Hoffer scrive che "i movimenti di massa, specie nella loro fase attiva e revivalistica, non fanno presa su chi è intento a rafforzare e a far progredire un io considerato prezioso, ma su chi aspira a liberarsi di un io indesiderato" e ritene di "condurre una vita irrimediabilmente deteriorata." Probabilmente, è questo che significava l'ISIS per Tooba: una via d'uscita da un io vituperato. La redenzione. Un'ulteriore rinascita.

Si sospetta che pochi giorni prima della partenza Shamima Begum—una delle tre adolescenti londinesi fuggite in Siria a febbraio del 2015—avesse avuto contatti con la reclutatrice scozzese Aqsa Mahmood (conosciuta come Umm Layth), tra le prime 60 donne britanniche unitesi allo Stato Islamico dal 2013. Il feed Twitter di Tooba fa pensare che anche nel suo caso ci fossero stati contatti con Mahmood, che potrebbe averla aiutata a pianificare il suo viaggio. Resta inoltre da chiarire il ruolo del reclutatore ed ex marito Abu Abbas al-Lubnani nel processo di radicalizzazione e fuga della ragazza.

A settembre del 2014 Tooba aveva aperto un blog dal nome "From Darkness to Light". Nella pagina di presentazione, davanti a una foto della torre Eiffel, Tooba si descrive come "studentessa, sorella e soprattutto muslimah." Nel suo primo post promette invece di raccontare "la storia del mio avvicinamento all'Islam." La promessa non è stata però mantenuta: Tooba ha abbandonato il blog per fare ritorno sui social network soltanto attraverso la sua nuova identità—quella di Umm Muthanna al-Britannia.

_Segui Simon su Twitter: _@simonrcottee__