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Tecnologia

Perché è assurdo che la Regione Marche offra farmaci omeopatici ai terremotati

Il tweet pubblicato questo sabato dalla Regione Marche ha inaugurato una polemica decisamente accesa e giusta.

Sono ormai passati diversi giorni dall'inizio dei fenomeni sismici che hanno distrutto e terrorizzato alcuni centri urbani lungo la Valle del Tronto, tra Lazio e Marche, e il tam tam burocratico e mediatico che ne è seguito è riuscito a insabbiare una brillante idea della Regione Marche: distribuire farmaci omeopatici ai terremotati. Come è successo?

I numerosi terremoti, il principale dei quali si è verificato la notte del 24 agosto registrando una magnitudo momento 6,0 ± 0,3, hanno praticamente raso al suolo i centri di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, e di Pescara del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.

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L'attuale bilancio di 290 vittime, 388 feriti e 238 persone estratte vive dalle macerie è stato mitigato (se si pensa alla proporzione della calamità naturale) dalla reazione della Protezione Civile e, più in generale, dell'intera rete istituzionale italiana.

A pochi giorni dal disastro, infatti, la Protezione Civile ha avviato un programma di soccorso e recupero piuttosto imponente, tanto da meritarsi un vero e proprio fenomeno mediatico a sé stante con i principali media del paese che hanno definito gli aiuti come la "macchina dei soccorsi perfetta", nonostante molti affermino che la reazione dei "primi soccorritori" sia arrivata decisamente tardi.

Sabato 27 agosto, però, l'account Twitter della Regione Marche—che si sta occupando di coordinare parte dei soccorsi—ha riportato un annuncio piuttosto strano, dichiarando che a partire dal giorno successivo il presidio sanitario di Acquasanta Terme (poco distante dai centri colpiti) avrebbe garantito, tra le altre cose, la distribuzione di farmaci omeopatici.

Regione Marche27 agosto 2016

Il tweet in questione ci ha messo poco a diventare la colonna portante di una polemica decisamente accesa, con interventi, tra gli altri, da parte del Cicap, che si è schierato fortemente contro la distribuzione dei farmaci omeopatici. Per il medico e divulgatore Salvo Di Grazia, del progetto MedBunker, la scelta della Regione Marche è un brutta uscita, "Se è una battuta è patetica, se siete seri state truffando la popolazione. In ogni caso vergognatevi, almeno un po'." Riportare tutti gli interventi sarebbe superfluo: in breve, i maggiori esponenti della comunità scientifica italiana hanno fatto blocco contro il tweet della Regione Marche.

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.Salvo Di Grazia27 agosto 2016

Il problema alla base del dibattito è che i dispositivi omeopatici non appartengono alla sfera dei farmaci e, almeno per curare dei mali reali, non servono a granché. Da tempo la comunità scientifica cerca di porre fine alla diatriba sul tema, tentando di fare chiarezza dimostrando l'assenza di dati scientifici sufficienti per provare l'effettivo funzionamento dell'omeopatia. Purtroppo, benché le prove del loro non funzionamento non manchino, una buona fetta della popolazione li adopera ancora in contesti in cui sarebbe necessario assumere dei farmaci reali. Invece, l'omeopatia si basa, tra gli altri, sul principio della diluizione—Ed è proprio questo principio a creare siparietti comici piuttosto prevedibili.

"In merito alla distribuzione di farmaci omeopatici agli sfollati, la Regione Marche precisa che sono offerti a titolo completamente gratuito dall'ospedale di Pitigliano, come già avvenuto durante il sisma dell'Aquila," si legge in una dichiarazione della Regione Marche rilasciata a seguito della polemica.

"I farmaci saranno distribuiti ai pazienti che ne faranno richiesta, senza nessun aggravio per il sistema sanitario regionale. È attivo infatti un presidio di due camper farmacia per la distribuzione gratuita di tutti i farmaci tradizionali. Polemiche inutili fatte da chi cerca visibilità invece di lavorare a favore delle persone in difficoltà," conclude.

Il vero problema non riguarda tanto il fatto che vengano distribuite sostanze omeopatiche—Per alcuni il misticismo generato attorno alla sostanza potrebbe realmente produrre un effetto placebo generando reazioni (sicuramente non di carattere medico) positive, ma lo fa nello stesso modo in cui per me una pasta alla carbonara alla fine di una giornata pesante è un toccasana al pari di una Epipen per un paziente in shock anafilattico.

Ciò che è inaccettabile è che un'istituzione come la Regione Marche includa dei medicinali privi di prove a dimostrazione del loro funzionamento nell'insieme di dispositivi offerti alla popolazione in un momento di crisi come questo: continuare a perpetrare l'associazione tra omeopatia e medicina reale è sbagliato, e il motivo per cui questa idea è ancora così radicata sottolinea, paradossalmente, il motivo per cui andrebbe sradicata.

Per nostra sfortuna l'omeopatia è una pratica che, proprio a causa del principio di diluizione—e in altri casi di truffe conclamate—non genera effetti sull'uomo. Se, al contrario, generasse effetti negativi, l'attenzione mediatica sul tema sarebbe sicuramente maggiore e impedirebbe che all'indomani di una calamità naturale un'istituzione nazionale offra nello stesso insieme dei farmaci tradizionale dei dispositivi omeopatici. La speranza è che, a seguito dell'episodio, la prossima volta la Regione Marche di turno ci pensi due volte prima di servire nei propri presidi l'equivalente di una bottiglietta di acqua e zucchero.