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E così hanno trovato l'inflazione dell'universo

Risparmiatevi le battute sull'economia stagnante, gli scienziati hanno trovato l'impronta fossile dell'espansione dell'universo. Si è formata 400.000 anni dopo il punto zero e ci dice un mucchio di cose.
Il telescopio BICEP2 al Polo Sud. Immagine: Keith Vanderline/NSF

Gli scienziati hanno a lungo pensato che, dopo il Big Bang, l' universo si sia espanso in maniera esponenziale in un processo noto come "inflazione." Ieri, i ricercatori hanno confermato la teoria attraverso la prima rilevazione in assoluto dell'impronta delle onde gravitazionali che si sono verificate immediatamente dopo la nascita dell'universo.

"Ho sempre pensato all'inflazione come al 'bang' del "Big Bang," ha detto Chao-Lin Kuo, un professore della Stanford University che ha lavorato con il gruppo di ricerca in gran parte composto da scienziati dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. "Se si guarda alle onde gravitazionali, è possibile usarle per vedere cosa è successo ai primissimi inizi [dell'universo]. Ciò che abbiamo trovato rivela il processo di inflazione."

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La scoperta è stata ampiamente lodata come una delle più importanti mai archiviate in astrofisica ed è già stata messa un capofila per il Premio Nobel. La scoperta conferma gran parte della teoria della relatività di Albert Einstein e potrebbe essere uno dei più forti elementi di prova a sostegno della teoria del Big Bang.

La storia dell'universo dal Big Bang fino a oggi. La radiazione di fondo è stata liberata circa 380.000 anni dopo il punto zero. Immagine: ESA/Planck

Da parte sua, la teoria dell'inflazione sostiene che un istante dopo il Big Bang, cioè all'incirca 10 alla meno 34 secondi dopo il tempo zero, l'universo abbia subito una violentissima espansione. Tant'è che gli scienziati sono riusciti finalmente a rilevarne un'impronta sulla radiazione cosmica di fondo, che però è più “giovane” di circa 400.000 anni—un battito di ciglia rispetto ai 14 miliardi di anni di età dell'universo.

Come spesso accade con i fossili, che non sono altro che un calco impresso nella roccia, nel caso delle onde gravitazionali “si tratta di una prova indiretta, di pari importanza dell'osservazione del segnale dalla pulsar binaria, che è valsa a Taylor e Hulse il premio Nobel per la fisica del 1993," ha detto Stefano Vitale, fisico dell'università di Trento.

Tuttavia, "non capita tutti i giorni di svegliarsi e imparare qualcosa che è accaduto un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di milionesimo di secondo dopo l' inizio dell'universo," ha detto Mark Kamionkowski, un astrofisico della Johns Hopkins University che non ha collaborato con il gruppo di Harvard.

La mappa del segnale di polarizzazione noto come modi B. Immagine: BICEP

Il team di scienziati ha utilizzato un telescopio a microonde conosciuto come BICEP2, di stanza al Polo Sud, per rilevare il segnale di polarizzazione noto come modi B. "La squadra ha iniziato a cercarlo nel 1997 e finalmente lo ha trovato tre anni fa—si sono presi un po' di tempo per confermare e analizzare i loro risultati in modo da assicurarsi che non ci fossero distorsioni da parte della nostra galassia.

"Non si tratta di emissioni provenienti dalla nostra galassia. Siamo convinti che il segnale sia reale, viene dal cielo e arriva da circa 400.000 anni dopo il punto di inizio," ha dichiarato Clem Pryke, uno dei ricercatori coinvolti nello studio. "L'interpretazione più ragionevole del segnale è che le onde gravitazionali del modello di inflazione abbiano lasciato un segno dopo una minuscola, minuscola frazione di secondo dopo l'inizio [dell'universo].”