Quando il papa gestiva il cartello dell'allume
Immagine: Shutterstock

FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Quando il papa gestiva il cartello dell'allume

L'allume è un minerale che fino alla rivoluzione industriale è stato fondamentale per l'industria tessile di tutto il mondo, ed è anche il protagonista del cartello commerciale più improbabile della storia.

In Egitto, 2.000 anni prima di Cristo, si utilizzava per la prima volta il solfato di alluminio e potassio dodecaidrato KAl(SO4)2·12 H2O—per gli amici allume di rocca, un minerale utilizzato per millenni nell'industria tessile, nella concia delle pelli, per la depurazione dell'acqua e per rendere ignifughi legno e tessuti. L'allume si presenta sotto forma di cristalli bianchi da sciogliere nell'acqua, e la sua funzione di fissante per i colori dei vestiti lo ha reso, per centinaia di anni, il protagonista di uno dei mercati sommersi più rilevanti del mondo.

Pubblicità

L'allume non si trova naturalmente sulla Terra, invece, è una derivazione di un altro minerale, l'allumite, "Il minerale è insolubile nell'acqua, ma, dopo un processo di arroventamento diventa parzialmente solubile, rimanendo disciolto l'allume e formandosi un deposito di allumina. Di queste proprietà si vale l'industria per produrre l'allume," spiega l'Enciclopedia Treccani.

L'estrazione e la lavorazione dall'allumite è un business storicamente diffuso in tutto il mondo: dopo l'Egitto, si ricorda un menzione al minerale nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio e nel Medioevo la produzione di allume si localizza principalmente nell'Asia Minore. Ancora, l'allume è un minerale noto alla medicina ayurvedica (phtikari) e a quella cinese tradizionale (ming fan)—archeologicamente verificata è la sua produzione e lavorazione nell'Isola di Lesbo, ma si parla anche di Mesopotamia e Anatolia.

Caduta o seconda presa di Costantinopoli, Domenico Tintoretto.

Non sto parlando di una risorsa da poco: anche se oggi l'allume è utile solo come deodorante naturale e in alcuni trattamenti medicinali, fino all'inizio della rivoluzione industriale il minerale è stato così importante per le economie di tutto il mondo da diventare il protagonista di un cartello commerciale targato Città del Vaticano.

"Nel Medioevo l'allume era prodotto principalmente in Asia Minore dove si trovano grandi giacimenti di allumite; le imprese operavano con capitali e tecniche per lo più genovesi o veneziani—e se volete saperne di più a riguardo qui c'è davvero tutto lo scibile sull'argomento, ndr—e alcuni imprenditori industriali e finanziari avevano accumulate grandi fortune con questa materia prima essenziale, un vero materiale strategico," si legge in un passo di Giorgio Nebbia de "La società dell'allume", Roma, Istituto Ricerche Placido Martini, 1985.

Pubblicità

Fino alla metà del XV secolo l'industria occidentale dell'allume era piuttosto in forma, potendo contare sui giacimenti sparsi per tutta l'Asia Minore. Il business si ferma bruscamente, però, nel 1453, quando con l'ultimo assedio di Costantinopoli guidato dal sultano Maometto II l'area finisce definitivamente sotto il controllo dei turchi "infedeli." Il Papa e mezza Europa si ritrovano quindi con un bel problema per le mani: non possono più acquistare l'allumite dei giacimenti dell'Asia Minore, perché farlo avrebbe significato consegnare denaro al nemico.

È in questo momento che Giovanni da Castro, un orfano dell'industria anatolica dell'allume, torna in Italia e girovagando per i monti della Tolfa, nei dintorni di Roma presso lo stato pontificio, nota qualcosa di strano: quegli stralci di paesaggio erano identici a quelli che fino a poco tempo prima frequentava in Turchia—"È questo uno dei primi esempi di applicazione della geobotanica, la scienza che consente di riconoscere i minerali sotterranei dai caratteri e dalla composizione delle piante esistenti in superficie," spiega Nebbia.

Le miniere di allume della Tolfa, Pietro da Cortona.

Le analisi fatte eseguire da Da Castro confermano la sua teoria: sui monti della Tolfa si trovavano dei giacimenti di minerali la cui lavorazione poteva produrre dell'allume. Nasce così il cartello papale di Pio II, proposto alla Chiesa da Da Castro stesso, e pensato per entrare in concorrenza con l'industria turca.

Pubblicità

In appena 10 anni la macchina dell'allume dei monti della Tolfa dispone di diverse centinaia di operai e configurava una iniziale estrazione di allumite, un arroventamento del minerale in appositi forni e del trattamento finale con acqua del minerale cotto. Il risultato, dopo lungo lavoro, era un bel mazzo di cristalli di allume.

Se il cartello stabilito da Pio II non fosse già abbastanza incredibile, basta aspettare l'aprile del 1465 perché il papa Paolo II ci scaraventi in un universo parallelo grazie alla sua promulgazione di un anatema merceologico.

Il business dell'allume era così importante per la Chiesa che lo stato Pontificio aveva letteralmente imposto a tutti i cristiani di acquistare solamente l'allume papale, pena: la scomunica. Il pretesto che accompagnava l'anatema riguardava l'imposta che il papa tratteneva sul commercio dell'allumi dei monti della Tolfa, che sulla carta doveva servire a finanziare una crociata contro i turchi.

Lo stato Pontificio aveva letteralmente imposto a tutti i cristiani di acquistare solamente l'allume papale, pena: la scomunica.

Non contento, il papato si occupò di eliminare anche la concorrenza interna, prima limitando la produzione dell'allume di napoli, con la firma nel 1470 di un accordo regolatore da 25 anni con i gestori della solfatara di Pozzuoli, poi ottenendo la chiusura definitiva delle miniere, stabilendo così un monopolio assoluto sull'allume.

"L'affare era considerato così importante che il "peccato" consistente nell'uso di allume diverso da quello dei papi era escluso da quelli condonabili a pagamento, previsti dall'indulgenza del 1517 di Leone X. Per inciso fu proprio questo documento papale che spinse l'indignato Martin Lutero ad appendere, il 31 ottobre dello stesso anno, alle porte della chiesa di Wittenberg, le 95 tesi sulle indulgenze, da cui nacque la Riforma protestante," spiega Nebbia.

La rete di commercio creata dallo stato pontifico includeva ogni tappa della filiera di produzione, dall'estrazione fino al commercio, passando per la raffinazione della risorsa—fino a quando Papa Giulio II non ha esagerato con i prezzi, e ha condannato questa macchina dei soldi al collasso. Di punto in bianco monarchi e imperatori da tutta europa cominciarono più o meno alla luce del sole a importare allume estero, per rilavorarlo e rivenderlo.

Oggi l'allume non serve più, praticamente, a nulla—ma a noi piace ricordarlo così, come protagonista del più improbabile cartello commerciale della storia.