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Tecnologia

A chi appartiene la luna?

Le leggi internazionali che governano i diritti di proprietà al di fuori del nostro pianeta sono a dir poco complicate, per questo le prime colonie lunari potrebbero essere illegali.
Habitat Bigelow. Immagine: NASA

Il più grosso ostacolo alla realizzazione di hotel spaziali e colonie lunari funzionanti potrebbe non essere costruirli e preoccuparsi del loro mantenimento nello spazio. Invece, potrebbe essere barcamenarsi nella cornice di leggi internazionali che governano i diritti di proprietà al di fuori del nostro pianeta.

Questa settimana, imprenditori e futuristi si incontreranno a Los Angeles per discutere alcuni progetti per costruire colonie spaziali (e persino intere città), per creare una "taverna orbitante," e per estrapolare risorse minerarie dagli asteroidi. Con la democratizzazione dello spazio, questi argomenti non sono più solo fantasticherie. Ma la maggior parte di queste idee viene da americani plagiati dall'idea del destino manifesto, che credono di avere ogni diritto di conquista sullo spazio. Sfortunatamente, le cose non stanno così.

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"Non è il Texas del boom del petrolio nel 1880, non è la corsa all'oro californiana," mi ha detto Rosanna Sattler, un avvocato che si occupa di diritti aerospaziali che presenterà l'argomento all'International Space Development Conference questo weekend. "Ci sono già leggi e regole su cosa si può e non può fare lassù."

ll principale documento è il Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, che dichiara illegale l'appropriazione da parte dei paesi della Luna o di altri corpi celesti. È noto che questo trattato non nomini in modo specifico i cittadini privati, cosa che ha generato personaggi come Dennis Hope, un "agente immobiliare" del Nevada che vende terreni sulla Luna e sostiene che il trattato non si applichi a lui in quanto privato cittadino. Finora, Hope non è incorso in grandi guai legali, ma solo perché, in fondo, vende certificati falsi a perfetti fessi (senza offesa). L'intero paradigma cambia quando qualcuno come la Bigelow Airspace, che al momento collabora con la NASA, decide di realizzare una stazione spaziale privata o annuncia il proprio intento di piazzare un gonfiabile sulla Luna.

"Nessuno pensava alle aziende commerciali quando il trattato è stato approvato, ma è ovvio che i paesi devono considerarsi responsabili per i propri cittadini e le proprie aziende," ha detto Sattler.

Non è una cosa che le aziende per cui lo spazio è solo l'ultima frontiera del capitalismo considerano spesso, ha detto. "Queste persone sono spesso talmente interessate agli aspetti tecnologici delle cose da ignorarne le ramificazioni legali."

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Questo non significa che lo spazio commerciale sia intrinsecamente perduto. Correggere il trattato non è facile, ma magari non è neanche necessario. Sattler dice che c'è abbastanza spazio di manovra nel linguaggio usato dal trattato per far sì che le nazioni interessate a viaggiare nello spazio possano semplicemente firmare protocolli di intesa tra di loro per accordare attività commerciali specifiche, una mossa diversi ordini di grandezza più semplice da attuare rispetto a scrivere da capo un trattato internazionale.

Accordi simili sono stati già presi a bordo della International Space Station—le aziende che hanno firmato un contratto con la NASA o un'altra agenzia spaziale per condurre esperimenti a bordo della stazione conservano i diritti sulla proprietà intellettuale.

Mentre gli Stati Uniti sono da sempre una società capitalista, altri paesi considerano lo spazio molto più come una risorsa condivisa—sotto l'attuale legge internazionale, qualsiasi tipo di asteroide o risorsa mineraria dovrebbe essere teoricamente condiviso con tutto il mondo.

"Molti paesi hanno più interesse per una divisione equa delle risorse e dei territori," ha detto Sattler. "Ma le aziende che intendono sfruttare le risorse minerarie degli asteroidi non hanno alcuna intenzione di spendere tutti quei soldi e raggiungere ambienti ostili per poi dover dividere equamente ciò che hanno estratto."

Invece, il Dipartimento di Stato—o qualche altro organo competente—dovrà stringere accordi con altre nazioni—e le altre nazioni che vogliano fare la stessa cosa dovranno fare un accordo con noi. Considerato che la Russia ha già dichiarato di voler costruire una base sulla Luna entro il 2030 (per, possibilmente, estrarre i minerali presenti sul satellite) e sostiene di non avere alcuna intenzione di collaborare ancora con gli Stati Uniti nello spazio, un'eventuale intesa tra i due paesi potrebbe richiedere un po' più di un timbro.