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Dai laghi spagnoli in secca a causa della siccità stanno rispuntando paesi sommersi

Negli anni ’60 il dittatore spagnolo Franco ha costruito decine di laghi artificiali sopra case e chiese; la mancanza di pioggia le sta riportando alla luce.
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
L'antica chiesa di Santa Roemersa da un lago artificiale in secca in Spagna
Foto: Manuel Medir/Getty Images

Quando la chiesa di Santa Romà de Sau fu sommersa da un lago artificiale voluto dal dittatore spagnolo Francisco Franco, la gente era convinta che non l’avrebbe mai più vista.

Nelle estati particolarmente secche, ogni tanto il campanile della chiesa dell’Undicesimo secolo faceva capolino sulla superficie dell’acqua.

Ma quest’estate non è caduta una singola goccia di pioggia sulla riserva idrica situata 100 km a nord di Barcellona e ora, per la seconda volta da quando è stata costruita la diga nel 1962, la chiesa è interamente emersa.

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La Spagna, come gran parte dell’Europa, è stretta nella morsa di una siccità che, abbinata all’ondata di calore, ha seccato diversi grandi fiumi e bacini idrici in tutto il continente e creato un ambiente ideale per devastanti incendi boschivi.

Sfidando le temperature di 35 gradi, i turisti si sono recati a frotte a vedere la chiesa. È il turismo della siccità, una nuova grande attrazione che ha conquistato la nazione.

Il triste panorama di Sau, infatti, si è ripetuto in tutta la Spagna, con moltissimi bacini idrici seccati oltre il livello di guardia dopo due ondate di calore, in alcuni casi facendo riscoprire interi paesi persi da decenni e attirando così visitatori incuriositi da un passato dimenticato.

Riserva idrica di Sau durante la siccità. Foto: Manuel Medir/Getty Images

La riserva di Sau al 37 percento di portata. Foto: Manuel Medir/Getty Images

Il controverso piano governativo sotto Franco prevedeva la creazione di decine di riserve d’acqua, costringendo centinaia di famiglie ad abbandonare le proprie case in circa 500 villaggi.

Il lago artificiale di Sau ora fornisce acqua potabile a oltre tre milioni di persone a Barcellona e alimenta i sistemi di irrigazione delle fattorie nella Catalogna del nord, ma quest’anno la sua portata è scesa fino al 37 percento a causa della lunga siccità.

Se non ci saranno precipitazioni significative a breve, Barcellona sarà costretta ad adottare restrizioni sull’acqua come la limitazione delle forniture domestiche.

In alcuni paesi della Catalogna l’acqua viene già importata perché i pozzi sono secchi. Nei Paesi Baschi, Spagna nordoccidentale, è stato impiegato un sistema di navi che trasportano acqua alle cittadine che ne hanno bisogno.

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Il campanile di Santa Romà de Sau spunta dal lago artificiale in giugno 2022. Foto: Ap Photo/Emilio Morenatti

Santa Romà de Sau a giugno 2022. Foto: AP Photo/Emilio Morenatti

Sulle sponde del lago di Sau, oggi, i raggi del sole colpiscono le contorte radici degli alberi, massi giganti e rottami arrugginiti. Più vicino all’acqua, un fango puzzolente si secca inesorabilmente.

“Volevo tornare a rivedere la chiesa. Me la ricordo da bambina, quando venivo a scuola in questo paesino,” racconta a VICE World News Montserrat Fon, 73 anni, accompagnata nella discesa alla chiesa dalla figlia. “Ero una ragazzina ai tempi, quindi non ricordo molto. Rivederla è una gioia per me.”

L’ingresso in Santa Romà de Sau è vietato perché la struttura potrebbe crollare da un momento all’altro, ma questo non ha fermato le orde di curiosi venuti anche da lontano per vederla. La polizia ha dovuto istituire dei posti di blocco per regolare il flusso di visitatori.  

“Dobbiamo prestare più attenzione a come usiamo l’acqua,” ha riflettuto Francesca Ferrer, 55 anni, turista.

La riserva, su cui non piove da gennaio, di solito è un posto molto frequentato dagli abitanti della zona per gite in kayak o paddleboard. Ora i gestori delle attività legate a questi sport temono di dover chiudere.

“Presto non saremo più in grado di aprire. L’acqua scendi di circa 30 cm al giorno,” dice Jacint Dresse, dipendente della ditta Kayak Sau.

Le riserve idriche della Spagna sono scese al 39,1 percento del loro livello normale—il punto più basso raggiunto dal 2009.

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Ruben del Campo, meteorologo dell’agenzia meteorologica nazionale spagnola, ha dichiarato: “La Spagna soffre di scarsità di pioggia dalla fine di gennaio. È la peggior siccità dal periodo 2005-2009. Non siamo in grado di prevedere quanto durerà, ma potrebbe permanere fino all’autunno in gran parte dell’Europa.”

La siccità sta anche uccidendo coltivazioni di importanza fondamentale. Il raccolto di cereali per quest’anno è stato del 23 percento più basso della media degli ultimi tre, mentre quello di uva da vino si è abbassato del 20 percento. La terra secca e le temperature roventi hanno trasformato la Spagna in una polveriera. A oggi, quest’anno, 390 incendi hanno raso al suolo 265.467 ettari di terra.  

Lungo le strade del paese, i campi un tempo verdeggianti sono diventati gialli e i pascoli di vacche e pecore non hanno più di che nutrirsi.

Anche il ghiaccio è diventato un bene di lusso. Una delle principali catene di supermercati, Almagro, ha limitato l’acquisto di borse di ghiaccio a una per cliente, mentre in altri negozi i freezer giacciono vuoti.

Il governo spagnolo ha imposto un tetto di 27 gradi per l’aria condizionata in estate e di 19 gradi per il riscaldamento d’inverno con un’iniziativa di risparmio energetico. L’Unione Europea teme che la Russia taglierà le forniture di gas per ritorsione contro le sanzioni per la guerra in Ucraina.

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Ma le misure hanno incontrato l’opposizione degli enti turistici, preoccupati che influiscano sul flusso di visitatori e danneggino un settore che rappresenta circa il 15 percento del PIL spagnolo.

La dottoressa Cristina Linares, co-direttrice della sezione cambiamento climatico, salute e sviluppo urbano all’Istituto Salute Carlo III a Madrid, un ente governativo, ha detto che “senza alcun dubbio” la Spagna e altre parti d’Europa saranno affette da altri episodi di siccità in futuro a causa del cambiamento climatico.

La dottoressa Linares ha detto che la siccità renderà necessario abbandonare diverse zone aride in futuro, in particolare quelle rurali, perché diventeranno completamente invivibili.

Questo potrebbe portare alla diffusione di malattie e crisi economica con un conseguente impatto sulla salute mentale della popolazione, ha aggiunto. “La siccità aumenta il rischio di stress, ansia, depressione e nei casi più gravi può contribuire all’aumento dei suicidi,” ha detto a VICE World News.

Carles Rabadà, videomaker specializzato in riprese con il drone, ha risposto a questa visione del futuro cercando di cambiare le abitudini delle persone nell’uso di acqua.

Carles sta portando avanti un progetto intitolato #LaSequera22 (“sequera” significa siccità in catalano) che raccoglie video girati con i drone che raccontano la drammatica evoluzione di 29 riserve idriche in Catalogna oggi in secca.

“Con questo progetto abbiamo voluto far riflettere le persone su come il cambiamento climatico sta distruggendo il nostro Paese,” ha detto a VICE World News.

“Speriamo che vedendo questi video tutti si rendano conto di quanto l’acqua è preziosa.”