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Il mio capo mi ha pagato per gestire il suo profilo sui siti d'incontri

Il mio primo lavoro era terribilmente noioso. Così, per arrotondare e ammazzare il tempo, ho iniziato a gestire il profilo di OkCupid di un dirigente della mia azienda, che mi aveva promesso 5.000 dollari se gli avessi trovato una fidanzata.

Illustrazioni di Adam Waito

Il mio primo vero lavoro era noiosissimo. A 20 anni ho deciso che avrei cercato di fare carriera nel selvaggio mondo del marketing, e ho trovato lavoro in una grande azienda canadese per la quale mi occupavo del SEO e dei comunicati stampa. L'azienda vendeva un certo software ad aziende di nicchia; venivo pagato bene, ma non era un lavoro particolarmente entusiasmante. Per spezzare la monotonia ogni tanto facevo delle piccole pause e andavo in giro per l'ufficio; così, avevo l'opportunità di conoscere i miei colleghi e i dirigenti che popolavano il mio stesso luogo di lavoro.

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Un giorno sono finito nell'ufficio di un dirigente che lavorava nel settore vendite. Lo chiameremo "Tim." Dopo un po' abbiamo iniziato a parlare di uno dei tre argomenti più discussi in ufficio: le donne, lo sport e il tempo. Tim mi ha confidato i suoi problemi sentimentali e mi ha raccontato quanto fosse difficile trovare una potenziale compagna con tutto il tempo che dedicava al lavoro. Dato che aveva quasi 50 anni non conosceva molto internet e le soluzioni che offre agli uomini come lui. Non aveva mai sentito parlare di online dating e l'idea di conoscere qualcuno su internet non lo convinceva granché. Pensava che fosse come rispondere a un'inserzione su un giornale: che avrebbe dovuto leggere un testo scritto da una sconosciuta e scriverle in forma anonima, finché entrambi non avessero deciso di incontrarsi sperando che nessuno dei due fosse un mostro o uno psicopatico.

Tim non aveva mai sentito parlare di OkCupid. Era interessato, ma lo spaventava la quantità di tempo che avrebbe dovuto dedicare alla cosa. In quel momento ho avuto un'idea: diventare il suo Cyrano de Bergerac virtuale.

Ci siamo accordati così: io avrei creato e gestito il suo profilo e avrei parlato con le donne al posto suo, cercando di sedurle e di rimediare degli appuntamenti. Mi sarei comportato come una sorta di assistente personale: avrei organizzato le sue serate e gli avrei fornito una scheda riassuntiva con le informazioni più importanti, come il loro lavoro, le loro passioni e alcuni dettagli minori che avrebbe potuto usare per dare l'impressione di esser stato attento alle cose che si erano detti su internet. A me sarebbe spettato un compenso variabile a seconda dell'appuntamento: 25 dollari per ogni appuntamento riuscito, 100 dollari se avessero fatto sesso, 200 dollari se avessero iniziato una relazione, 5.000 dollari per un fidanzamento, 10.000 dollari per un matrimonio.

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Tim non era per niente attraente. In ufficio lo chiamavano Shrek: era basso, calvo, sgraziato e non sapeva vestirsi. Creargli un profilo online sarebbe stato molto difficile. L'unica soluzione era concentrarsi sulla verità: far capire che aveva un sacco di soldi e poco tempo. Che era un uomo molto importate, che non aveva tempo per una vita sociale, che cercava qualcuno con cui condividere la sua ricchezza. Nello stendere il suo profilo, credo di aver usato la parola "dirigente" almeno una decina di volte. Dopo aver passato ore a scrivere tutto questo e dopo aver caricato le uniche tre foto esistenti in cui era vestito in modo decente, il profilo poteva considerasi completo.

Chiunque abbia usato OkCupid sa che il segreto del successo sta nella compatibilità del tuo punteggio con quello totalizzato dall'altra persona. Il punteggio è dato dal risultato di una serie di test della personalità concepiti per far emergere il vero carattere della persona. Ho cercato di compilare i test nel modo migliore possibile, basandomi sulle conoscenze che avevo accumulato chiacchierando con Tim e osservando quello che faceva in ufficio. Sapevo che cercava una relazione a lungo termine (che avrebbe portato, speravo io, al matrimonio) e che era allergico alla maggior parte degli animali domestici, perché entrambe queste informazioni erano emerse durante una delle nostre conversazioni.

Ho risposto alle domande cercando di far trasparire il suo essere spirituale e pragmatico, un cabalista ebreo che credeva di essere stato chiamato a vendere software da migliaia di dollari. Era generoso ma riservato, una caratteristica che avevo avuto modo di osservare un giorno in cui era arrivato portando la colazione per una cinquantina di persone e poi si era chiuso nel suo ufficio, da cui sarebbe uscito solo alle cinque del pomeriggio per salutare e augurare a tutti buona serata. Pian piano, ho messo insieme il ritratto di un uomo con cui in vita mia avevo parlato sì e no un'ora, per giunta in un contesto lavorativo.

Avviare delle conversazioni online fingendo di essere Tim è stato più facile di quanto pensassi. Anche se dal punto di vista estetico la sua posizione era difficile, le donne sembravano rispettare il fatto che cercasse qualcosa di serio e che fosse pronto a sistemarsi. Quelle a cui scrivevo avevano per lo più quasi 40 anni e si mostravano tutte ben disposte di fronte ai messaggi banali e sdolcinati di Tim. La maggior parte accettava un appuntamento nel giro di cinque o sei messaggi. In un solo giorno sono riuscito a fissare ben quattro appuntamenti, che gli avrebbero coperto il resto della settimana e il fine settimana.

A quanto pare, il primo appuntamento è stato tremendo. Lei era un'insegnante e cercava qualcuno perché la aiutasse a far da genitore al suo bambino di sei anni, un argomento su cui mi ero dimenticato di fare domande e su cui non avevo specificato nulla nel profilo di Tim. Lui non era rimasto per niente soddisfatto dell'appuntamento, e alle dieci di sera, dopo averla riaccompagnata a casa, mi aveva chiamato per rimproverarmi. Il secondo appuntamento era andato decisamente meglio: dopo una cena a base di carne in un ristorante costoso, erano andati in uno strip club e poi ciascuno a casa sua. Tim si era divertito, ma era chiaro che la donna in questione aveva semplicemente usato lui e la sua American Express per fare serata. Il terzo appuntamento era stato il migliore. Lei era una gallerista quarantenne e, nel suo appartamento in centro, possedeva un'altalena da sesso, con la cui descrizione Tim mi aveva intrattenuto, tutto orgoglioso, la mattina del lunedì successivo.

Alla fine ho cambiato lavoro. Ma quando ho rivisto Tim, due anni dopo, lui mi ha dato un'ottima notizia. Si era fidanzato con la tizia dell'altalena, e si sarebbero sposati l'anno successivo. Mi sono congratulato con lui e, così per dire, gli ho ricordato l'accordo che avevamo preso due anni prima. Imbarazzato, Tim si è scusato e mi ha firmato subito un assegno da 5.000 dollari—confermandomi così che ci avevo visto giusto, sulla storia della generosità. Per ragioni a me oscure, il matrimonio alla fine non è mai stato celebrato. Ma, per quanto mi riguarda, è meglio così: se Tim dovesse fidanzarsi altre due volte prima di sposarsi, anch'io potrei permettermi un appartamento in centro, anche se magari senza un'altalena da sesso.

Segui Slava Pastuk su Twitter: @slavap