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Tecnologia

I collezionisti di meme stanno usando la blockchain per conservare i Pepe rari

Un bel caveau di dank meme, un sogno.
Immagine: Un artwork di una carta Rare Pepe di Bench/shitco.in

Un osservatore qualunque avrebbe buona ragione nel dire che il problema odierno con i Rare Pepe è che sono tutto fuorché Rare, rari. Internet è strapieno di immagini di rani dagli occhi a palla, e l'intero web riversa in questo stato ormai da anni: sin dal 2015, quando un utente ha caricato oltre un migliaio di Pepe in un singolo album su Imgur, la community aveva decretato che il meme era ormai mainstream, finito, morto.

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Ovviamente, recentemente Pepe è tornato alla ribalta in qualità di simbolo dei movimenti white supremacist, spiattellato anche sul muso di Richard Spencer mentre riceveva quel destro ormai noto e pesantemente memi-ficato. Quindi: c'è un qualche modo per distinguere i Pepe decenti da quelli evitabili, i comuni dai rari, i dank meme da quelli pacco?

È a questo punto che entra in gioco la Rare Pepe Directory. Si tratta di una lista di immagini di Rare Pepe — la maggior parte delle quali sotto forma di carte collezionabili — rappresentate come asset digitali nel blockchain bitcoin, e che fa uso delle stesse proprietà crittografiche che fanno sì che tu non possa spendere lo stesso bitcoin due volte. Affiancato alla directory c'è il Rare Pepe Wallet, un magazzino online che i collezionisti possono sfruttare per conservare, scambiare e vendere le carte Pepe.

Una selezione di artwork dalla Rare Pepe Directory

Perché siano inclusi nella directory, i Rare Pepe sono creati con Counterparty, una piattaforma che permette agli utenti di coniare dei token digitali a tiratura fissa — come una mini-valuta — e di distribuirli così che possano essere scambiati tra gli utenti sulla rete bitcoin.

Questa ritrovata unicità dei Rare Pepe certificati ha portato alla creazione di una sub-cultura di commercianti di Rare Pepe che ruota attorno a un gruppo Telegram. Ci sono entrato e ho fatto due chiacchiere con i trader, che si sono presentati mandandomi qualche Pepe e parlandomi del progetto.

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Un utente, Sipher mi ha spiegato in chat:

Da piccolo collezionavo figurine dell'hockey e fumetti. Non conosco nessuno con una collezione grande come la mia, che per altro al momento non vale assolutamente nulla vista l'esagerata quantità di ristampe e i falsi in circolazione. Queste carte forniscono una prova concreta dell'idea di stabilire un asset tracciabile a un "oggetto collezionabile". Non puoi contraffare gli asset sulla chain: o li possiedi oppure non li possiedi.

Forse non incredibilmente, è davvero gratificante vedere le fila del proprio portafoglio riempirsi lentamente di carte. Durante un pomeriggio di chiacchiere sul canale ho accumulato 15 diverse carte, la più rara delle quali era una PWAPepes with Attitude —, di queste ce ne sono in circolo solo 187 (capite?). Nulla a che vedere con il Pepe più raro di tutti, ovvero l'ONLYONEPEPE, di cui ovviamente ce n'è solo uno in circolazione; simile a WINKELPEPE, di cui ci sono due copie in circolazione.

Per quanto riguarda i collegamenti tra le rane e l'alt right, i trader si sono rapidamente distanziati da questa nuova interpretazione del meme, sottolineando come in passato siano state bannate persone del gruppo per i loro atteggiamenti abusivi e che non sono mai stati coniati Pepe offensivi. (Un utente mi ha saggiamente detto che, "È meglio ignorare questi estremisti e Be Rare, Be Pepe")

Le carte del mio wallet di Rare Pepe.

Anche se il concetto dietro alle carte può sembrare triviale, la loro reale rarità mista al desiderio di collezionarle si traduce in un valore nel mondo reale. Nello stesso wallet è installato un meccanismo che permette di piazzare ordini di acquisto e di vendita attraverso XCP o Pepecash (la "valuta della Pepesfera"), entrambe criptovalute che possono essere scambiate per Bitcoin o per dollari.

La cosa davvero interessante è che questi Rare Pape si possono scambiare davvero in denaro: il più delle volte per spiccioli, ma altre volte per cifre che hanno raggiunto fino ai 500$.

È un ecosistema incredibilmente funzionale, tra gli inside joke sottintesi ad ogni transazione e la backbone tecnologica sofisticata. Nonostante la sua natura frivola, Trover Altpeter, direttore della Counterparty Foundation, afferma che il commercio dei Pepe rari sia un buon test per le potenzialità del protocollo.

"Il fenomeno dei Rare Pepe sta dimostrando le capacità di Counterparty, la più importante delle quali è concretizzare la rarità di un elemento nel mondo digitale," mi ha spiegato Altpeter in chat. "Il suo valore in quanto prova è evidente dal crescente numero di transazioni in Counterparty legate a esso, e le persone che si stanno radunando attorno a queste carte arrivano da tutto il mondo."

Feels good, man.