FYI.

This story is over 5 years old.

arte

Opere d'arte ispirate da Alan Turing

Usare la morfologia per produrre arte non è una novità, ma sembra che sia molto in voga citare Turing come fonte di ispirazione.

Negli anni Cinquanta, il matematico e pioniere dell'informatica Alan Turing sviluppò il modello reazione-diffusione collegabile alla morfologia—ovvero la branca della biologia che studia l'aspetto esteriore di un organismo. Usare la morfologia per produrre arte non è una novità, ma sembra che sia molto in voga citare Turing come fonte di ispirazione.

Mary Franck, per esmpio, si è ispirata a Turing per la sua installazione Carapace, in cui conchiglie generate da algoritmi crescono e si sviluppano come in natura. Anche Jonathan McCabe, che lavora con il modello reazione-diffusione da anni, cita Turing tra le sue influenze. L'impronta di Turing è visibile in RSMSTI 2,Turing Flow, Recursive Coupled Turing Pattern, e altri set di McCabe su Flickr.

Pubblicità

Basandosi sul modello di morfogenesi di Turing, RSMSTI 2 e altri set di Mc Cabe sono il risultato di centinaia di immagini piene di pattern colorati, psichedeliche e frattali nel vero senso della parola.

Le prime analogie che mi vengono in mente—anche se non sono digitali—sono i dipinti alla psilocibina di Fred Tomaselli, e anche le opere di Steven Charles. Charles, che è cieco, accumula colori sulle tele per anni, creando immagini che sembrano a 8-bit e quasi biologiche. Anche se forse non lo fa apposta.

L'influenza di Turing su McCabe, comunque, è evidente—soprattutto a livello cellulare. L'interesse verte non tanto sull'impatto generale della morfologia, ma sulle sue ripercussioni microscopiche. McCabe, quindi, replica la biologia attraverso il digitale, usando algoritmi generativi che creano immagini morfogenetiche.

Se siete in cerca di letture inebrianti, visistate il sito di McCabe. Ci troverete il testo del suo intervento alla Bridge Conference,  “Cyclic Symmetric Multi-Scale Turing Patterns”.