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Il quindicenne che ha scoperto un pianeta

A quindici anni Tom Wagg ha identificato un corpo celeste lontano mille anni luce durante uno stage all’università.
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Scoprire un nuovo pianeta non è un gioco da ragazzi, tanto meno da adolescenti. Ma Tom Wagg, diciassettenne di Newcastle-under-Lyme, Staffordshire, è riuscito a individuare un pianeta situato a oltre mille anni luce dalla nostra galassia, il WASP-142b. È avvenuto due anni fa durante uno stage presso l'osservatorio astronomico della Keele University.

Tom, allora quindicenne, stava aiutando i ricercatori del laboratorio ad analizzare i dati relativi alla luminosità delle stelle monitorate con il programma SuperWASP (Wide Angle Search for Planets) quando si accorse di alcune anomalie nella curva luminosa di uno dei corpi celesti osservati.

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L'Università di Ginevra e quella di Liege hanno impiegato due anni per verificare la validità dell'ipotesi del giovane Wagg. Ma ora, finalmente, l'esistenza del suo pianeta è stata confermata. Ho deciso di intervistare il giovane genio per capire il valore della sua scoperta.

Motherboard: Tom, niente male aver scoperto un pianeta a quindici anni. Immagino ci sia stato un bel po' di lavoro dietro. Quando hai cominciato a interessarti all'astronomia?

Più o meno da quando sono nato. Mia mamma insegna scienze e faceva spesso esperimenti a casa. Mi affascinavano davvero parecchio perché mi permettevano di capire come funzionavano le cose intorno a me. Da lì ho continuato ad approfondire l'interesse per l'astronomia e la fisica.

Come hai fatto a scoprire il tuo pianeta durante lo stage?

La Keele University aderisce al progetto di ricerca di pianeti extrasolari, SuperWASP. Questo programma si basa sul metodo del transito: potenti telescopi (uno in Sud Africa, l'altro nelle Canarie) osservano il cielo coprendo un campo visivo di 500 gradi quadrati, e scattano ogni minuto una foto, che viene poi analizzata dai ricercatori. Questi registrano su un grafico l'andamento della luminosità delle stelle osservate: se questa è lineare significa che non ci sono pianeti che orbitano attorno alla stella, se invece si verificano delle flessioni molto probabilmente è perché un corpo celeste è "in transito" di fronte a lei.

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Il mio lavoro consisteva nel catalogare i dati provenienti da ognuna di queste stelle lontanissime indicando il grado di probabilità che ci fossero pianeti in orbita attorno a esse. Ho passato al setaccio i grafici di migliaia di stelle osservate in Sud Africa, e al mio terzo giorno di lavoro ho scoperto quello che sarebbe diventato il "mio" pianeta, e che è stato poi catalogato come WASP-142b.

Tom Wagg. Immagine via

Ho letto che WASP-142b è della stessa dimensione di Giove. Quali sono le sue caratteristiche?

Il pianeta è stato soprannominato "Giove bollente" perché assomiglia a Giove, ma è molto, molto più caldo. Infatti, sono entrambi pianeti gassosi, ma la differenza è che il 142b orbita più vicino alla sua stella (un po' come Mercurio). Quindi, oltre a essere estremamente caldo, il suo periodo di rivoluzione è di soli due giorni. Peccato, perché con queste caratteristiche è quasi certo che ci sia spazio per forme di vita aliene.

Sei probabilmente la persona più giovane della storia ad aver scoperto un pianeta. Che impressione ti fa?

Be', quando ho visto i dati non ci potevo credere, non me lo sarei mai aspettato di scovarne uno così in fretta! Dopo aver controllato di non essermi sbagliato sono corso a dirlo al prof. Coel Hellier, il responsabile del progetto. Ha detto che avevo trovato un buon candidato, e che poteva davvero rivelarsi un pianeta.

Qual è stata la sua reazione e quella degli altri studenti del laboratorio?

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Davvero buona. Il prof è stato molto aperto alla mia ipotesi e non mi ha mai trattato come un bambino che aveva probabilmente commesso qualche errore nelle osservazioni. Gli altri ragazzi erano piuttosto increduli. Mi hanno fatto sentire davvero orgoglioso di me haha.

(A casa invece mia sorella ha fatto passare un po' inosservata la mia scoperta perché non andiamo molto d'accordo).

Se potessi scegliere, quale pianeta dell'Universo vorresti esplorare?

Penso che andrei volentieri su Saturno perché così potrei visitare tutte le sue lune e poi perché è uno dei corpi più interessanti quanto alla possibilità di ospitare nuove forme di vita.

Da noi quando si parla di spazio ultimamente non si fa altro che nominare Samantha Cristoforetti. Tu la conosci?

Sì, l'ho vista spesso sui giornali e in tv. Quello che ha fatto nella SSI sembra davvero straordinario.

Se volessimo diventare anche noi astronomi, quali qualità pensi che dovremmo per forza avere?

Senza dubbio, pazienza e tenacia. A volte possono passare anni prima di riuscire a osservare il corpo celeste o il fenomeno che si sta studiando. Poi, serve entusiasmo e la capacità di lasciarsi affascinare. È quello che ti dà la spinta a continuare nello studio. Ovvio, insieme alla curiosità, una forza propulsiva per la conoscenza, che non deve mai mancare.

E tu che piani hai per il futuro?

Ho deciso che mi iscriverò a Fisica e poi mi specializzerò o in Astrofisica o in Fisica delle Particelle. Poi mi piacerebbe molto fare ricerca.

Ultimo ma non meno importante, il tuo pianeta è ancora in cerca di un nome. Attualmente c'è una sorta di concorso per scegliere come chiamarlo. Tu hai qualche proposta?

Sì: Zeus.

Come mai?

Be', perché il WASP-142b è simile a Giove, ma con un temperamento più furioso e imprevedibile.