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Tecnologia

Anche i videogiochi hanno un'anima

Ryan Green ha sviluppato un videogioco in cui si ripercorre la malattia di suo figlio, e si prega.
Image: still from That Dragon Cancer

A fronte della guerriglia che si sta combattendo per l'argomento dell'esagerata intimità che ci sarebbe tra la stampa e gli sviluppatori di videogame, io sono pronto a dichiarare che qui, alla convention di video giochi PAX Prime, mi sento costretto a stringere in un abbraccio uno di questi sviluppatore di videogiochi.

Lo sviluppatore in questione è Ryan Green, creatore del videogioco That Dragon Cancer. Il videogame parla di Green, di sua moglie, del figlio e della loro battaglia con un cancro terminale contratto dal bambino. Green ha iniziato a lavorare al gioco un anno e mezzo fa, quando Joel stava ancora combattendo contro la malattia. Ma non ce l'ha fatta, Joel è mancato a marzo.

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Mentre parlo con Green del videogioco e delle sue origini, lo sviluppatore ha chiaramente gli occhi pieni di lacrime. Sottolinea, però, che lavorare al gioco, in cui il giocatore assume il ruolo di Green nel prendersi cura di Joel, sia stata un'esperienza terapeutica nei confronti della tragedia.

"Abbiamo iniziato a lavorare al gioco quando Joel era ancora in vita," ha affermato, "E quando combatti contro il drago provi un certo senso di spavalderia: 'siamo qui, lo stiamo ancora combattendo.' Ma per me è sempre più difficile venire a queste convention, perché beh, questa volta è il drago ad aver sconfitto noi."

"Lo faccio per commemorare mio figlio," ha detto Green.

Nel gioco è incluso un audio ripreso da un video di famiglia di Joel e della famiglia di Green. "Voglio che le persone sappiano com'era Joel," ha spiegato. "Ho voluto mettere un pezzo di lui in questo gioco."

Oltre al fatto che il gioco è basato sulle sue esperienze personali, Green mi ha detto che alcune persone hanno sollevato dei dubbi sul significato di un'impresa così inusuale.

"Molte persone davvero non capiscono perché facciamo quello che facciamo," ha detto Green, "finché non ne hanno esperienza diretta. Credo che le critiche derivino dal non aver capito niente, è una reazione da stronzi. Spero che le persone capiscano che non siamo qui solo per prendere in giro gli altri. È la storia della vita di mio figlio. È una cosa bellissima."

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Green mi ha spiegato che ci sono molti momenti sciocchi e divertenti nel gioco—giochi nei panni un'anatra, poi galleggi in un laghetto e osservi Green e suo figlio sulla riva che si parlano.

E ALLA FINE, NEL GIOCO,
VENGO RICHIAMATO ALLA PREGHIERA.

Ho provato la demo nei panni di Green durante una particolare notte in cui si occupava del figlio. Ci sono ancora dei problemi tecnici, il personaggio di Green a un certo punto si siede per aria e rimane poi bloccato in un tavolo, ma è chiaro che è stata aperta una nuova frontiera nel mondo dei videogiochi. E alla fine, nel gioco,—nei panni di Green—vengo richiamato alla preghiera.

"Siamo cristiani, e non posso separare la spiritualità dalla mia vita," mi ha detto dopo che avevo provato il demo. "Ma non è un gioco che vuole trasmettere un messaggio in questo senso."

Lo showroom del PAX Prime è uno strano posto dove potete trovare anche due uomini adulti che parlano di Dio, mentre a pochi metri di distanza uomini e donne vestiti da enormi tassi e orsi stanno combattendo tra loro in una gabbia mentre una folla formata da studentesse magiche e da Giudici Dredd li incita.

Ma parlare di Dio mi fa tornare in mente un incontro che ho fatto poco fa con un promoter che dal suo stand mi ha urlato "Gesù ti ama!"

Dopo aver lasciato Green mi sono diretto verso lo stand di quel tizio. Camminando sono passato accanto a un oxygen bar pubblicizzato da un gioco dove gli avventori stavano seduti in silenzio in cerchio con dei tubi di gomma stile ospedale, che portavano dell'aria aromatizzata nelle loro narici. Arrivato allo stand inizio a dare un'occhiata a quella che mi sembra una parodia di pamphlet religiosi che pubblicizzano un gioco, con tanto di Gesù dipinto sulla copertina con delle cuffie da gamer in testa e un controller dell'Xbox nelle mani:

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"Ma aspetta"" dice l'opuscolo promozionale. "Come puoi essere cristiano e uccidere zombie, fare incantesimi e uccidere della gente?!?! Non è ipocrita!?!?! È una sfortuna che ci sia gente lo sostiene. Siamo TUTTI ipocriti. Ogni singolo uomo lo è."

Aspetta un attimo. Continuo a sfogliare il libretto.

"Gesù ama i gamer. Gesù è venuto per sconfiggere il Diavolo e salvare il mondo, per TE!"

Oh merda. Questa non è la pubblicità di un gioco. Questa roba è reale. La mia anima sta correndo il pericolo di essere salvata.Forse la supposizione che i cristiani sarebbero stati intolleranti contro la comunità LGBT non è proprio adeguata, ma una delle prime cose che ho chiesto loro era se gli creasse qualche problema il Diversity Lounge dietro l'angolo.

"Volevamo mettere proprio lì il nostro stand," mi ha detto Gwaltney. "Chi più di loro ha bisogno di sentire che Gesù li ama? Dato che si sentono sempre rifiutati. Chi ha bisogno di sentirlo più di loro?"

Gwaltney mi ha spiegato che Gamechurch non è affiliato ad alcuna chiesa in particolare. È un'organizzazione di volontari che arrivano da diversi contesti. E fare propaganda contro la comunità LGBT non è nei piani di Gamechurch.

"Siamo qui," ha affermato Gwaltney. "Gesù ti ama. Roba gratis. È tutto."